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Camminiamo fianco a fianco passando per una parte che non avevo ancora visto. Questo posto è enorme, chissà quante cose ci sono da vedere.

«Dove stiamo andando?» Mormoro.

«In palestra» Prima che io possa dire qualcosa, lui riprende a parlare. «Non è una classica palestra. Non ci sono attrezzature per fare pesi, o qualsiasi cosa stai immaginando. È una semplice area dove con gli istruttori ci si addestra a combattere»

"Combattere?" Beh, non c'è da stupirsi, mi aveva riferito che ci sono scontri nelle loro operazioni, e immagino... Di ogni tipo. Devo evitare questi pensieri, mi rendono paranoica.

«Un dojo, quindi?» Continua a camminare ma mi guarda divertito.

«Se te lo fa immaginare meglio, chiamalo pure così»

Arriviamo alla palestra – dojo e la osservo con cura. Ryan ha ragione, somiglia più ad una palestra. L'area è mediamente grande, un tappeto di quelli per allenarsi circonda quasi tutto il pavimento, esclusi pochi metri da ogni bordo. Alla mia sinistra c'è un frigorifero dalla porta in vetro. Riesco a scorgere delle bottigliette d'acqua al suo interno. Due istruttori ci aspettano al centro del tappeto, vestiti con delle semplici t-shirt grigie e dei pantaloni della tuta blu scuro. Ai piedi indossano solo i calzini. Uno di loro è robusto, i capelli neri e una faccia che trasuda cattiveria, l'altro è più snello ma molto definito, capelli biondi, e il suo viso non lascia intendere nulla. Sembrano entrambi uomini sulla trentina.

«Salve Andrea» Ryan saluta da lontano. «Dolph.» A quest'ultimo fa cenno, forse non gli piace molto.

«Salve ragazzi» Non ho ancora capito chi sia uno e chi l'altro.

«Lea, vuoi bere un po' prima di cominciare?» Ryan mi guarda con lo sguardo serio, sembra davvero infastidito da qualcosa.

«Ehm... Sì, grazie»

Va di scatto verso il frigorifero, afferra una bottiglietta d'acqua e me la lancia.

«Prendi» Dice con tono scocciato. "Ho fatto qualcosa di male io?"

Bevo un po', ma la sua voce mi distrae nuovamente.

«Non bere troppo»

Smetto di bere, e mentre rimetto il tappo lui mi ferma.

«Aspetta» Afferra la bottiglia e inizia a bere un po' anche lui. "Ma insomma..." Non credo berrò ancora da lì.

«Possiamo andare» Toglie le scarpe e sale sul tappetto. Faccio lo stesso anch'io.

Ci avviciniamo agli istruttori e loro si presentano. Ora so chi è chi: Il robusto è Dolph, l'altro è Andrea.

«Gray, tu ti addestrerai con me» Mi dice Dolph. Guardo Ryan, che ha un espressione indecifrabile. Magari è sollevato dal fatto che non dovrà avere a che fare con lui. La curiosità mi divora, ma non posso permettermi di chiedere a qualcuno che è praticamente uno sconosciuto certi dettagli personali. Ryan e Andrea si allontanano di una decina di metri, e io rimango da sola con Dolph.

I suoi muscoli e la sua espressione mi mettono in soggezione.

«Allora Gray, hai mai praticato qualche arte marziale?» Il suo tono è deciso, ma tranquillo.

Ricordo i miei due anni passati a fare Kickboxing, alla fine mi torneranno utili.

«Kickboxing» Rispondo in modo secco.

«Ah, fantastico. Per quest'oggi un semplice incontro in stile MMA, devo valutare le tue competenze. Niente colpi pesanti ovviamente, come gomitate o calci in faccia. I pugni in faccia sono però ammessi»

𝐒𝐨𝐮𝐥𝐬 - 𝐃𝐮𝐞 𝐚𝐧𝐢𝐦𝐞 𝐢𝐧 𝐠𝐮𝐞𝐫𝐫𝐚Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora