Vedo una stanza nera.
Poi, una luce bianca.
Vedo mia madre e mio padre.
Lei, bellissima: capelli corti e mossi color rosso scuro, occhi azzurri e vestita alla Tomb Rider.
Lui, come me lo ricordavo: capelli corti, e un po' spettinati,color castano scuro/nero, occhi verde marrore e vestito con una giacca invernale color blu e un paio di jeans neri.
Gli sono andata incontro correndo, ma non riesco a raggiungerli che mi sveglio.
Ora mi ritrovo in una stanza illuminata di una lieve luce proveniente da una lampadina appesa al soffitto, senza finestre, ma piena di attrezzi da tortuna: coltelli, coltellini, mannaie, martelli, chiodi...
Scuoto il capo e sento che tutto mi fa male. Mi guardo il corpo e noto, terrificata, che è pieno di sangue: tagli, ferite, bruciature... Avevo subito tutto quello in pochi istanti? Eppure non avevo sentito niente, non mi ero svegliata.."Dovevo essere proprio morta..."
"Infatti lo eri."Alzo la testa e vedo quella sotto specie di 'angelo',davanti a me, che sta pulendo i suoi attrezzi.
"Ben svegliata."
"NON grazie."L'uomo-smoking comincia a ridere.
"Che cavolo hai da ridere? La mia non era una battuta."
"Lo so, ma sei così bella quando sei ferita e arrabbiata."
"Fai silezio e vedi di lasciarmi andare!"
"Ne' l'uno, ne' l'altro."
"Allora ci penso io!"Cerco di muovermi dalla posizione ma mi accorgo di due cose: numero uno, sono seduta su una sedia da dentista e sono incatenata, mani e piedi; numero due, sotto di me riesco a vedere una sorta di stella chiusa in un cerchio.
"Provaci, se proprio vuoi. Sappi che stai sanguinando e potresti morire...dissanguata. In più, sei sopra ad una Trappola del Diavolo, il che significa che non puoi uscire al di fuori di questo cerchio."
"...okay... Sto solo sognando.."
"No. Non stai sognando e, se vuoi, te ne do' una dimostrazione."Si avvicina a me con passo accelerato e prende un coltello. Inizia a tagliarmi come se fossi un contro filetto di manzo e dio...quanto fa male... Sto urlando come una pazza, forse nel tentativo che qualcuno mi senta o forse solo per cercare di liberare la bestia che è in me. In quest'arco di tempo, mi torna in mente il sorriso di Sam e di quando ci siamo incontrati di nuovo, ieri, il 30 Aprile...
"AAAAAAAH!! BASTA! BASTA!!"
"VISTO?! NON È UN SOGNO!"
"L'HO CAPITO BRUTTO DEFICIENTE!"
"Bene.." posa il suo attrezzo "..Mi vado a cambiare. Tu non muoverti."
"Fottiti..."Lo sento ridere mentre la mia vista si appanna, mentre il respiro si fa più pesante e, proprio nel momento in cui credo di morire, sento qualcosa che comincia a far pressione sul mio stomaco.
All'inizio non ci faccio caso, credendo sia una delle ferite che mi ha appena inferto quel bastardo, ma, quando l'angelo è uscito dalla stanza e ha richiuso la porta dietro di se, sento che qualcosa sta cercando di uscire."Oddio no..non voglio fare la fine di quello su Alien! È troppo orribile!"
Anche se continuo a far finta di niente, inizio a sentire che cammina..cammina dentro di me e sta risalendo l'esofago...
"V..vomito..."
Chino la testa in avanti e...vomito sangue...
"Oh...n...o..."
Adesso, invece, è il sistema nervoso che manda scatti improvvisi al cervello, facendomi agitare sulla sedia come fossi una posseduta, con una forza innaturale e quasi spaventosa. Riesco a distruggere le catene che mi tengono ferme le mani e poi anche quelle che mi tengono fermi i piedi; mi alzo in aria, fino a toccare soffitto, ed una luce rossa inizia a colorare il mio corpo, come se non lo fosse già.
Sento l'angelo che apre la porta e che cerca di fermare qualunque cosa mi stia succedendo, inutilmente, fino a che non vedo, di nuovo, tutto bianco.Quando riapro gli occhi, mi ritrovo inginocchiata nel bel mezzo di un boschetto di alberi morti.
"D..dove...mi trovo...?"
Mi sento diversa. Mi guardo: non ho più i miei vecchi vestiti, bensì un paio di jeans blu scuro, una camicia color blu spento, una giacca di pelle e delle Converse nere. Ma non è l'unica cosa che, a quanto pare, è cambiata: i miei capelli sono di nuovo castani, ma con sfumature tendenti al rosso, e non ho più neanche una ferita.
"Cosa mi è successo?"
Avverto delle anime nei dintorni. Mi volto nelle rispettive direzioni ma non vedo nessuno.. Forse è solo un'impressione.
"Questa forza, sembra quasi..non so..."
"SAMMIE! SAMMIE DOVE SEI?!"
"Papà?! ...un momento... Io conosco questo posto.. Mi ci persi una volta.."
"SAMMIE!"
"PAPÀ!"
"Ed ecco la mia voce.. Così innocente, così acuta."
"PAPÀ!"
"SAMMIE!"
"Ed ecco che ci siamo ritrovati.. Non mi diede neanche uno schiaffo, ma mi sgridó di brutto. Me lo ricordo come fosse ieri."Quello che sento, non sono presenze. Sono solo voci nella mia testa. Sono solo convinzioni. Chiudo e riapro gli occhi e vedo delle gocce di colore rosso che mi cadono addosso.
"Cos'è?"
"È sangue, ragazza mia."
"C-chi ha parlato?!"
"Non mi riconosci dalla voce? Posso capirti, bambina mia."
"Dove sei..?"
"Ovunque."
"Perchè questo sangue sta piovendo su di me..?"
"Questo non lo so, piccola."
"Ma tu..chi sei..?"
"...Sono tua madre, Sammie."
"M-mamma!"Ma la sua voce è sparita, non la sento più; ora la pioggia si sta mescolando al sangue e quel poco che mi si è posato su mani e viso si sta lentamente togliendo.
"Vorrei tanto sapere, che cosa sono veramente?"
Ma non c'è nessuna risposta, questa volta. Quindi mi metto a camminare, non sapendo dove sto andando.
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Sammie Winchester
FanfictionSamantha Millers, una normale ragazza di 32 anni, incontra un suo vecchio amico del liceo, Sam Winchester, dopo quasi vent'anni. Questo scatena qualcosa tra di loro ma, purtroppo, le farà anche conoscere un brutto segreto racchiuso dentro di lei...