Un favore

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Yoongi⬆️

"Jimin! Fermati! Non puoi andare ora da Jungkook!"

Con un movimento rapido Taehyung cercò di intercettare il suo migliore amico, posizionandosi tra lui e la porta, nella speranza di riuscire a fermarlo dal compiere l'ennesima sciocchezza fisicamente oltre che verbalmente.

Ma con Jimin sperare non era mai abbastanza.

"E perchè no?" Infatti chiese come se nulla fosse e per poco al castano non venne davvero una sincope.

Come faceva a non arrivarci?

"Perchè ho bisogno di del tempo per riflettere e... pianificare! Non ho ancora deciso se voglio davvero mettere in scena questa follia!" Farfugliò, tentando di spiegarsi mentre agitato continuava a gesticolare e a passarsi le mani tra i ricci ormai totalmente scompigliati.

Per quel giorno era definitivamente inutile cercare di avere una pettinatura decente, aveva capito.

"Andiamo Taehyungie, sei sempre stato il migliore al corso di teatro e comunque il mio è mero scopo informativo, mentre tu rifletti io chiedo. Magari ci dirà che non può e tutto il tuo pianificare sarà stato inutile. Meglio prima che poi, no?"

E con quella frase il viola sapeva di avere l'altro in pugno: quello era esattamente il mantra che da anni Taehyung si ostinava a propinargli ogni qualvolta si lamentava di non voler fare qualcosa.

Ora era il suo turno di utilizzarlo.

Un sospirò sconsolato lasciò inevitabilmente le labbra a forma di cuore del minore.

L'aveva appena incastrato.

Porca miseria.

"Non mi sembra lo stesso il caso!" Provò comunque a replicare, ma l'occhiata al cielo che ricevette indietro fu sufficientemente eloquente per capire che ormai era troppo tardi per far cambiare idea al suo migliore amico.

"Dai TaeTae, mal che vada mi manda via lui, sta sereno!" E detto questo, con un sorriso a trentadue denti e uno scatto fulmineo, il violaceo lo driblò abilmente e si diresse velocemente fuori dal negozio, pronto a raggiungere quello al loro fianco.

"Aish!" Fu l'unica cosa che Taehyung riuscì a pronunciare prima di rincorrerlo.

°°°

"Cari vicini!!"

Jimin non era mai stato un ragazzo discreto.

Rispettare le regole del buon vicinato e prevenire occhiatacce non era mai stato il suo forte.

Per questo non si fece problemi a chiamare a gran voce i due tatuatori mentre senza alcuna remora si sporgeva da dietro l'uscio della porta del modesto tatoo shop per sbirciarne l'interno.

E il sorriso che aveva sulle labbra si ampliò solamente di più non appena intravide una famigliare figura, seduta all'unica scrivania presente, saltare sul posto.

"Yoongi-ah!"

Il maggiore si prese un colpo e il viola ridacchiò di gusto di fronte a quella scena che la sua testa non poté non paragonare all'immagine di un gatto randagio appena spaventatosi per un rumore improvviso.

Il suo atteggiamento schivo e quei capelli rossi-aranciati glielo ricordavano così tanto ultimamente.

Nel mentre il viso del tatuatore si contrasse in una smorfia.

"Non di nuovo.- Mugugnò già stanco della sua presenza.- Che vuoi?" Chiese poi disinteressato, curandosi bene dall'alzare lo sguardo dal disegno su cui stava lavorando: non avrebbe mai interrotto il suo flusso creativo per dare attenzioni a Park-vicino-fastidioso-Jimin.

Maybe baby / KOOKTAEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora