Necessità

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"Posso venire da te?"

E Taehyung avrebbe tanto voluto dire di essere sorpreso da quella richiesta, sbalordito o addirittura incredulo, ma non lo era per nulla, così come non era stupito del fatto che in chissà quale modo quel cretino era riuscito a reperire il suo numero di telefono.

Lo stesso che aveva appositamente cambiato a causa sua e che si era accuratamente premurato di non fargli mai avere.

Che casualità.

Ormai era avvezzo alle sue stronzate e quella era solo l'ennesima che gli toccava sorbirsi.

Portò gli occhi al cielo.

Chissà a chi aveva fatto un torto così grande da non essere lasciato in pace nemmeno la notte?

"Non se ne parla e ora se vuoi scusarmi-" Monotono e senza una risposta alla sua stessa domanda che potesse davvero portarlo a camminare sui ceci pur di levarsi quell'diota dai piedi, fece per chiudere la telefonata, ma l'altro subito lo fermò, completamente nel panico.

"Aspetta! Barboncino aspetta, per favore, ascoltami un attimo." Lo pregò e il castano avrebbe tanto voluto non concedergli nemmeno un secondo, evitando alle sue povere orecchie il supplizio di ascoltare un'altra delle sue solite storie, ma era conscio che non sarebbe servito a niente.

Jungkook avrebbe continuato a tartassarlo di chiamate e lui in quel momento aveva necessità di dormire quanto di soffocare quel cretino.

Una necessità smisurata.

"Solo un attimo." Riprovò piano, con voce più calma, sperando di infonderne un po' anche all'animo di Taehyung, ma l'altro storse solamente il naso, una smorfia a contrargli il viso.

Era lo stesso tono che usava quando voleva convincerlo a fare qualcosa, mellifluo, smielato, carezzevolmente stucchevole, uno di quelli che era sempre stato in grado di ammaliarlo e renderlo malleabile come pasta di sale tra le sue mani, ma per l'appunto si parlava di passato.

Ormai lo conosceva fin troppo bene per cascarci.

E Dio, odiava quanto sapesse essere spudorato.

"Parla."

Sentì un sospiro provenire dall'altra parte della cornetta, come se avendo ricevuto il consenso, il consenso di potersi spiegare, ora il minore fosse più tranquillo.

Gli occhi di Taehyung rotearono al cielo.

Quanto la faceva lunga.

"Potrei aver dimenticato le chiavi del mio appartamento nello studio..." Incominciò, sciogliendo le parole fino a farle sembrare quasi una supplica e i sensi del maggiore si misero in allerta.

"E con questo? Valle a prendere." Rispose ovvio, non riuscendo proprio a capire perché quello stupido avesse abbassato il tono di voce verso la fine della frase.

Che si vergognasse?

Non aveva senso, era Jeon Jungkook, aveva fatto troppe cose per avere ancora un briciolo di dignità per cui vergognarsi.

"Beh ecco...potrebbe non essere proprio così facile..." Tergiversò ancora e Taehyung poteva perfettamente vederlo con una mano intenta a grattarsi il retro della nuca e l'espressione persa per aria, quasi fosse in imbarazzo.

Scosse la testa.

Quella era un'altra parola che il vocabolario di quel mentecatto non contemplava.

Maybe baby / KOOKTAEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora