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Fu tirata fuori dal fiume dalla donna vestita di nero con il viso coperto, quella che aveva superato lei ed Eliane scomparendo dietro la curva.
La donna si tolse il velo dal volto: era Gina.
«Oh Santo Dio!» esclamò, scuotendo Juliet con gesti dettati dal panico. «Oh mio buon Dio! Svegliatevi! Forza!»
Cosa non avrebbe fatto per lei? Quella ragazza che aveva visto crescere anno dopo anno, che aveva accudito come fosse figlia sua. Già, come se lo fosse. Aveva sempre desiderato avere dei figli. E scoprire di non poterli avere era stato un duro colpo, all'epoca.
Aveva iniziato a lavorare per il signor Lowe come balia per la figlia. Pover'uomo; era vedovo, triste e solo. Poi, quando Juliet era cresciuta, Gina era rimasta a lavorare per i Lowe, diventando governante della loro dimora.
Quante volte aveva cullato tra le braccia quella ragazza che adesso giaceva senza sensi sul sentiero, accanto a lei.
Appena Eliane Gellerson se ne era andata, era accorsa. Gina aveva avuto bisogno di una forza sovrumana per salvarla. Gli indumenti completamente fradici avevano reso difficile quel compito. Ma Juliet si era fidata di lei, ed ella non avrebbe mai potuto vederla morire.
Nel più terribile stato di panico, Gina le slacciò i nastri anteriori dell'abito, e gettò via il corsetto. Prese a spingere sul petto esile di Juliet, coperto dalla sottoveste, e finalmente la ragazza sputò via l'acqua che aveva nei polmoni, e che ancora non l'aveva uccisa. Quindi sbatté piano le palpebre, tossendo dolorosamente, e le ci volle un solo attimo per ricordarsi tutto quello che era successo.
«Oh mio buon Dio!» ripeté Gina, stavolta con un'esclamazione sorpresa e sollevata. «Oh, grazie! Questo è un miracolo! Grazie al Cielo siete viva!»
Juliet continuò a tossire, e la donna l'aiuto ad alzarsi da terra. Una volta calmato l'attacco di tosse, la ragazza si richiuse l'abito fradicio e afferrò il corsetto che giaceva abbandonato sulla ghiaia.
«Grazie» disse, guardando Gina.
«È il minimo, signorina! Il minimo, dico. Ma tu guarda! Quella donna è un mostro, e merita che la giustizia si abbatta su di lei!»
Juliet riuscì a sorridere. La paura era ancora molto forte, ma era felice di essere sana e salva. Non si aspettava che Eliane tentasse davvero di ucciderla, ma ne aveva avuto il timore, quindi aveva deciso di riporre la sua fiducia in Gina. E aveva fatto bene.
«Andiamo» mormorò la ragazza, strizzando i capelli bagnati. «Dobbiamo ancora mettere in atto la seconda parte del nostro piano.»
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Louise le agganciò alle ciocche scure il fermaglio d'oro da cui pendeva il velo di pizzo. Lo sistemò meglio in modo che le scendesse lungo la schiena in modo delicato, e le coprì il viso.
Juliet le sorrise attraverso il velo bianco. Ed ecco che entrava Andie, con il bouquet di fiori (rose gialle e bianche) e lo consegnava alla sposa asciugandosi le lacrime agli occhi. Quella lo prese con un grandissimo sorriso, commossa, dopodiché fece un grande sospiro, e il velo si mosse lievemente per un attimo.
Louise l'abbracciò, e subito dopo si aggiunse Andie. Juliet ricambiò la stretta, poi si affrettò a sistemare la gonna, per fare in modo che lo strascico non apparisse come un mucchietto disordinato.
L'abito era bianco e di pizzo. Il corpetto era aderente e il ricamo che ricopriva la prima parte del busto e le maniche attillate era una decorazione floreale, dello stesso motivo dello strato di pizzo sulla gonna lunga. Il colletto era alto, e la seconda parte del busto era circondata da un nastro giallo di raso, che era stato legato con un elegante fiocco.
Era arrivato. Il momento tanto aspettato e desiderato ormai c'era. E benché prima fosse un matrimonio senza amore, adesso era celebrato proprio grazie a esso.
Non c'era la voglia di tirarsi indietro, né l'ansia né tantomeno la paura. Perché avrebbe dovuto avere anche solo una singola cosa di esse?
Juliet stava per sposare l'uomo che amava. E vedeva solo lui nel suo futuro, che si prospettava più luminoso del previsto. Quel futuro tanto bramato, accanto a un marito devoto e amato. Ora aveva la possibilità di realizzarlo. Di viverlo.
E superare il muro di paure, andare oltre esso e lasciarselo alle spalle era la cosa migliore che potesse fare.
Andie e Louise accompagnarono la sposa davanti al portone spalancato della chiesa. Una piacevole brezza scosse il velo che le ricopriva il volto radioso. Sospirò di nuovo.
Suo nonno l'affiancò con gli occhi lucidi per l'emozione, e lei si lasciò guidare da lui lungo la navata. Un cammino che sembrò durare un'infinita. Ma forse era solo la mente di Juliet, che aveva deciso di rallentare quel meraviglioso momento che stava correndo troppo rapidamente, via da lei.
Perché una volta passato, sarebbe stato solo un ricordo. Stupendo e commovente, certo, ma solo un ricordo. E i ricordi pian piano sbiadiscono.
Allora era così. Ecco perché sorrideva. Perché sapeva che quel ricordo non sarebbe mai scomparso. Non si sarebbe mai separato da lei, quel ricordo di Jonathan vestito di blu scuro, con in mano una rosa gialla da aggiungere a quelle del bouquet di Juliet. Lui... lui e soltanto lui avrebbe fatto in modo che quel ricordo, di quel preciso momento, non svanisse mai.
Perché lui era la sua risposta a tutto. E, tra poco, lei sarebbe stata quella di lui.
Tra non molto, sarebbero diventati una cosa sola.
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If You Really Love Me
ChickLitIN REVISIONE! Londra, 1817. Juliet Lowe è una ragazza dell'alta società, ricca, bellissima e cosparsa di pretendenti. La scelta del suo futuro marito è decisa dal legame che sembra esserci tra il pretendente e il padre defunto della signorina Lowe...