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Juliet non fece parola di ciò che aveva saputo da Claire Gellerson con nessuno. Non voleva rischiare che Jonathan ne venisse a conoscenza e perdesse la fiducia in lei. Inoltre si era ripromessa di rivelare al fidanzato che non era vergine; le sembrava un gesto corretto nei suoi confronti, dato che sarebbe diventato suo marito.
Organizzò quindi una passeggiata con il cavallo, insieme a Jonathan, con la scusa di respirare aria fresca e definire i dettagli delle nozze. Lui accettò molto volentieri l'invito, e lei ne fu felice.
Una settimana dopo l'incontro con Claire Gellerson, Juliet e Jonathan uscirono a cavallo, per le strade della bella Londra.
«Dunque, volevate parlarmi del matrimonio?» chiese lui.
«Esattamente» rispose lei, sistemandosi la gonna.
Indossava un abito giallo di mussola, molto semplice, e sedeva in groppa al cavallo con grazia.
«Vostra madre sta organizzando il tutto perfettamente, sembra nata per mantenere tutto sotto il suo controllo» disse. «Mi ha parlato dei fiori con cui decorare la chiesa, e delle fedi, e dei testimoni, e del ricevimento...»
«Una cosa alla volta» la interruppe cortesemente Jonathan, con un gran sorriso che rendeva il suo volto splendente e ancor più affascinante.
«Va bene, scusatemi» replicò Juliet, sorridendo a sua volta. «Inziamo con i fiori: preferite le rose o le peonie?»
«Penso che dovreste essere voi a decidere.»
«Ma io ve l'ho chiesto proprio per questo: non so cosa scegliere.»
«Be', io penso che le rose nei matrimoni siano piuttosto comuni» disse lui, fissandola brevemente in viso. «Ma voi siete molto legata alle rose gialle di vostro padre, e mi dispiacerebbe privarvi del piacere di vederle in chiesa.»
«Quindi non sapete darmi una risposta?»
«In realtà siete voi a dovermi dire se per voi vanno bene le peonie.»
Jonathan era stato un vero gentiluomo. Si era curato dei sentimenti di Juliet, senza ignorare l'importanza che lei dava alle rose gialle, e questo pensiero aveva scaldato il cuore della giovane donna.
Ormai lei non fingeva più davanti a se stessa di restare indifferente alle attenzioni che lui le regalava, e all'attrazione che aveva capito di provare verso il futuro marito. Iniziava a pensare che, molto probabilmente, accettare di sposarlo non era stata una cattiva idea.
E poi con ciò che aveva saputo sul suo passato, su Agatha, tutta la freddezza e l'antipatia iniziale era giustificata, e sembrava come dimenticata per lei.
«Veramente, anche io pensavo che forse le peonie sarebbero più adatte» ammise Juliet, dando un piccolo colpetto nei fianchi dell'equino, per incitarlo ad accelerare l'andatura.
«Allora è deciso. Per i testimoni non credo ci siano dubbi, ne avevamo già parlato in precedenza e tale questione mi sembrava definita.»
«Sì, certo, Louise e Andie saranno le mie testimoni, e per voi mi sembravano decisi il fidanzato di vostra cugina Claire e il vostro migliore amico.»
«Esattamente» confermò Jonathan. «Per le fedi... fisseremo un appuntamento dal nostro fidato gioielliere. Gli abiti... credo che ognuno possa pensare a se stesso, e il ricevimento di nozze si terrà chiaramente nel nostro giardino.»
Sorrise. Aveva risolto ogni piccolo problema del matrimonio, e adesso non c'era motivo per cui la passeggiata a cavallo continuasse, tranne ciò che Juliet desiderava rivelare a Jonathan.
«Credo che abbiate organizzato questa piacevole uscita per altro» disse lui, dopo qualche minuto di silenzio. «Avremmo potuto parlare di questi dettagli tranquillamente nella nostra dimora, insieme a mia madre, invece...»
Juliet sorrise, in imbarazzo. Lasciò che il proprio cavallo superasse quello di Jonathan. Non ce la faceva a guardarlo in faccia mentre glielo diceva, anche se era da maleducati.
Sospirò, poi si schiarì la voce.
«Io non ho conservato la mia virtù.»
Juliet si morse il labbro inferiore, aspettandosi una sfuriata da parte di Jonathan, che però non venne. Lui l'affiancò con il cavallo, e la guardò con fare rassicurante.
«Non vi trovo alcun problema» disse.
«Davvero?»
Jonathan annuì.
«Davvero. Non capisco perché gli uomini possano e le donne debbano invece aspettare il matrimonio e conservarsi per loro. Ve lo dico sinceramente, per me non ha importanza se lo avete fatto prima di diventare la mia fidanzata.»
«È così, è accaduto prima. Ma io credevo che avrei sposato quell'uomo, altrimenti non avrei abbassato la guardia.»
Juliet lo guardò finalmente negli occhi color ghiaccio, e Jonathan le sorrise.
«Cos'è successo poi?»
«Mi ha lasciata... mia ha lasciata e se n'è andato.»
Lei scoprì di riuscire a parlare di Rainold senza provare tristezza e delusione, senza che il cuore le si stringesse al pensiero della propria ingenuità e di come lui l'avesse sfruttata. Adesso di Rainold Terrencie non importava più alcunché.
«Mi dispiace» disse Jonathan, con sincerità.
Alzò la mano ed esitò, incerto, restando per un attimo con il braccio a mezz'aria. Poi si decise a posare il palmo sul dorso della mano di lei, coperta dal guanto.
Juliet lo guardò con un sorriso radioso, e si beò di quella stretta, mentre posava le dita dell'altra mano su quella di lui.
Un gesto così piccolo e semplice che racchiudeva una complessa e grande emozione.
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If You Really Love Me
Literatura FemininaIN REVISIONE! Londra, 1817. Juliet Lowe è una ragazza dell'alta società, ricca, bellissima e cosparsa di pretendenti. La scelta del suo futuro marito è decisa dal legame che sembra esserci tra il pretendente e il padre defunto della signorina Lowe...