Merletto

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Erano allo SpaceClub, Niccolò glielo aveva descritto come un covo di Ventrue rabbiosi e pieni di sé. Era un locale tranquillo, non c'era molta gente, in pieno Dicembre faceva troppo freddo per una serata in discoteca. Ci saranno state una cinquatina di "persone normali", così le definivano lo stregone e Corvo e una ventina di Fratelli.Ogni clan era lì, era la serata perfetta per entrare in società.Nosferatu, Ventrue, Toreador, Brujah e qualche Gangrel, tutti là, a giudicare e guardare il nuovo arrivato. Nell'oscurità del locale c'erano vampiri di ogni tipo e dopo un giro di presentazioni che andavano dal prendere in giro il nome che si era scelto, a persone che lo squadravano senza molto interesse.Corvo notò due persone, un omaccione senza un pelo in testa con un felpone rosa e dei pantaloni gialli.

 "Quello è Matteo Ronchini"

 "Chi sarebbe? 

"Il primogenito dei Brujah" 

"Quel tipo è uno dei vampiri più forti della città? Vestito così? Sul serio?"Commentò, aggiustandosi la cravatta e sgualcendosi il completo per non sembrare completamente perfetto agli occhi di un uomo così grosso e trasandato. Si avvicinò, parlarono molto poco, come se si conoscessero da anni, sembravano... amici.

 "Chiamami Teo, uccellaccio" 

"Teo sia... beh, Teo, ho bisogno di un favore"

 "Cominci entrando in società chiedendo un favore a un vampiro che manco dovrebbe essere in società?! Hai fegato bello"

 "Quella, chi è?"

 "Emma? Quella col vestitone?"

 "Se per vestitone intende quello stupendo vestito color crema e con le decorazioni in pizzo e merletto, sì, lei," disse puntando gli occhi su una ragazza col vestito che aveva appena descritto., con sopra una giacchetta nera con le maniche abbastanza lunghe da coprirle le mani ma che le arrivava poco sopra metà fianchi, dei corti capelli a caschetto castani con una frangia obliqua, che per quanto fosse storta era perfettamente ordinata.Gli occhi dei due si incrociarono, grigi quelli di Corvo, un uomo, magro, forse addirittura sottopeso, alto poco più di un metro e sessanta, con dei lunghi capelli neri legati in una coda alta con due ciuffi sottili ai lati del volto. In questo momento, Corvo aveva un completo nero, giacca, pantaloni, cravatta e camicia bianca.Non parlarono quella sera, si limitarono ad uno sguardo.Niccolò, teneva d'occhio Corvo e ogni suo movimento, non fece a meno di segnarsi quello scambio di sguardi.Lo stregone si avvicinò al suo pupillo, lento, quasi come un padre che vuole far giocare ancora un po' il figlio prima di portarlo a casa 

"Ora tocca ai pezzi grossi Corvo"

 "E lui chi è bello? Il tuo sire?"

 "Esattamente Teo" 

"Allora vi lascio a Venere"

 "Venere?" Domandò stupito il neonato 

"Venere," dissero in coro i due vampiri scambiandosi uno sguardo d'intesa

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