Capitolo Sette

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Ritornata a casa con la spesa stretta in mano, Maria la raggiunge e, senza darle il tempo di rinfrescarsi dal caldo della strada, la informa che ha quasi finito tutte le pulizie insieme alla madre e che bisogna solo lavare alcune cose nel lavandino che sono state utilizzate per la preparazione di un dolce.

Clelia sta per chiedere a sua sorella per quale occasione è stata preparata un’altra torta dato che era rimasta ancora quella al cioccolato del giorno precedente, quando lei la precede.

“Per caso hai incontrato Angela?” le chiede spostandosi una ciocca di capelli dietro l’orecchio.

“Sì, c’era anche Lorenzo. Tu come fai a saperlo?” ce l’ha forse scritto in faccia?

“Mi aveva detto che sarebbe andata al borgo, ma non ne era sicura.”

“E perché?” chiede incuriosita.

“Per colpa di Lorenzo, non sopporta il fatto che lui perda così tanto tempo per una sciocchezza come la fotografia, un po’ come me e te” dice facendo la stessa insinuazione che ha fatto Clelia poco fa.

“Non è colpa nostra se siamo nati per sbocciare, a differenza vostra” dice facendole la linguaccia, le sorride leggermente cercando di apparire seria, “non potete cambiare ciò che siamo e ciò che amiamo” le dice “ma potreste apprezzarci e supportarci in ciò che crediamo”, Maria sembra quasi dar retta alle sue parole quando poi sbuffa e scaccia tutto ciò che ha detto con una mano.

“E voi non potete cercare di farci cambiare idea su ciò che pensiamo riguardo le vostre passioni” dice facendo una smorfia alla parola “passioni”.

“Noi siamo artisti, ognuno a proprio modo, e non è giusto che ci giudicate o ci lanciate occhiate derisorie.”

“Beh, non è colpa mia se voi artisti siete strani” dice mettendo le braccia conserte, come a proteggere la sua causa.

“Se noi artisti non fossimo come siamo, come faremo a creare cose incredibili? E poi cosa ti dice che la strana non sei tu?” le fa notare, Maria si ammutolisce con un’espressione sconvolta stampata sul viso.

Clelia si pente un po’ per averle detto che è strana, non voleva di sicuro offenderla con questo buffo discorso che si è aperto tra di loro.

Effettivamente è stata sua sorella a iniziare a dirle che è strana, ma la differenza tra Clelia e Maria è che la prima ci rimarrà male per ciò che le ha detto e avrà rimpianti, mentre la seconda ha già scordato ciò che ha detto alla sorella e terrà a mente solo la sua ultima frase, così da iniziare qualsiasi altra discussione.

“Scusa, non lo penso davvero, il fatto è che… Io e Lorenzo siamo fatti a modo nostro. Non siamo strani o diversi, siamo semplicemente noi stessi e forse è proprio questo che vi spaventa” le fa notare ancora, si avvicina alla tavola in mezzo alla sala da pranzo, ci appoggia sopra la spesa e aggiunge: “oggi usciamo con Angela e Lorenzo, a via Chiaia. Lorenzo vuole fotografarmi, io gli ho detto che tu saresti una modella migliore, ma lui non mi ha dato ascolto. Spero solo che non mi metta in imbarazzo come ieri; poi Angela mi ha letteralmente pregata di dirtelo” dice accennando un sorriso, “credo che provi un certo odio per la macchina fotografica di Lorenzo, o forse in tutte le macchine fotografiche” alza le spalle e Maria aggrotta la fronte.

“È stato Lorenzo a invitarti?” le chiede con gli occhi sgranati.

“In realtà sono stata io a proporre di uscire oggi”. "Dato che mi dispiaceva rispondere di no alla sua richiesta", trascura a dirle.

“Tu?! E lui ha accettato” dice scioccata.

“Non avrebbe dovuto? E poi usciremo tutti e quattro insieme, perché sei sorpresa?”

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