Capitolo Undici

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Lorenzo e Angela arrivano puntuali come due orologi svizzeri, portando in dono una torta alle mele preparata da quest’ultima.

Ciro sembrava contrariato della partecipazione di due estranei, ma appena Angela mostra il dolce e Lorenzo la sua costosa macchina fotografica, tutto cambia e inizia persino a fare battute e bere la vodka insieme a Lorenzo e i suoi figli maschi.

La serata sembra iniziata con il piede giusto e Clelia ne è felice.

Spera che suo padre capisca che ciò che fatto a sua madre è sbagliato, ma ne dubita fortemente.

Maria affida a sua sorella il compito di svuotare il posacenere e di riempire i bicchieri agli uomini e soprattutto di controllare che suo padre non beva troppo.

Il padre alla sua età non regge più l'alcool bene come una volta, così Clelia si ritrova ad ascoltare le loro conversazioni basate sul lavoro, soldi e alcol, e quando va nell'altra stanza ad aiutare sua madre in cucina, di donne.

Con la sigaretta tra le labbra e il bicchiere vuoto in mano, Lorenzo sposta il suo sguardo su Clelia mentre svuota per la seconda volta il posacenere e torna a riempire i bicchieri di suo padre e dei suoi fratelli.

Clelia indossa un vestito lungo fino alle ginocchia che le è stato confezionato da sua madre con un tessuto vecchio quando aveva tredici anni, ma che le calza ancora bene, se non fosse per il suo prosperoso seno cresciuto in quegli anni.

Lei si avvicina a Lorenzo con la bottiglia già mezza vuota e lui la osserva rapito in quel suo abito troppo stretto che mette in risalto il seno abbondante; forse dovrebbe smetterla di bere dato che i suoi pensieri stanno diventando un po’ troppo lascivi per una ragazzina come lei, e anche perché non può permettersi di fare una pessima figura in presenza di suo padre e dei suoi fratelli.

“Ne vuoi ancora?” gli chiede con un sorriso gentile e lui annuisce, incapace persino di dirle un semplice “grazie” , anche se in questo momento l’unica cosa che desidera dirle è: “sei bellissima!”

Le guance di Clelia si fanno pian piano rosse e le sue lentiggini più evidenti, probabilmente notando il modo in cui lui la fissa, e magari dovrebbe smetterla, ma ora che lei è in imbarazzo gli risulta ancora più difficile spostare lo sguardo da quel viso e da quel corpo che gli sta iniziando a far perdere la testa.

Clelia gli riempie velocemente il bicchiere e lui vorrebbe che lei restasse di fronte a lui ancora per un istante.

“Hai mai bevuto dell’alcol?” le chiede, può immaginare la risposta, ma che altra domanda poteva farle lì su due piedi?

Con enorme sorpresa di Lorenzo, però, lei annuisce.

“Una volta mi sono ubriacata” gli dice e lui sgrana gli occhi.

“Chi? Tu?”

“Non dire così, lo fai sembrare  scandaloso” dice, arrossendo ancor di più. Lui ammutolisce.

“Ti prego, raccontami tutto” le dice, con voce profonda.

“Bé, ero piccola e ammiravo qualsiasi cosa facessero gli adulti. Avevo visto mio padre nascondere la sua collezione di alcol, così mi arrampicai sul mobile del salotto e presi una bottiglia. Avevo bevuto poco, ma abbastanza da avere le vertigini e far cadere la bottiglia sul pavimento, che si frantumò” racconta e Lorenzo viene rapito dalla sua voce dolce che narra qualcosa di improbabile come se narrasse una favola per bambini. Continua.

“Ricordo di essermi appoggiata con le ginocchia per terra per raccogliere il vetro, poi mi addormentai tra i pezzi della bottiglia e il liquido.
“Il giorno dopo i miei genitori me le diedero di santa ragione” conclude divertita da quel ricordo tanto lontano.

Il sole oltre le nuvole Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora