Una volta oltrepassato il portone di quercia, Sirius ed io ci affrettiamo a raggiungere il campo di Quidditch e lo stadio che lo circonda. Si tratta di una struttura imponente, composta da alti spalti in metallo, corredati di bandiere che raffigurano gli stemmi e i colori di tutte e quattro le Case di Hogwarts.
Folate di vento sferzano la stoffa degli stendardi che si ergono lungo il perimetro circolare delle tribune, a distanza regolare gli uni dagli altri. Ai due lati opposti del campo, gli alti pali dei tre Anelli ondeggiano nell'aria, emettendo cigolii metallici.
Per istinto, mi stringo nell'ampio mantello nero che mi avvolge il corpo, rabbrividendo all'aria gelida che impera sull'intero parco di Hogwarts.
Quando arriviamo ai piedi dell'imponente stadio, Sirius ed io veniamo accolti da un brusio vivace di voci. Un piccolo capannello di studenti, tutti di Grifondoro, bivacca fuori dalla struttura.
Individuo in mezzo alla scarna folla le sagome di Hestia e di Mary. Entrambe si sbracciano, fanno cenni rivolti a me, in modo da attirare la mia attenzione. Le loro espressioni si tingono di un'evidente curiosità non appena si accorgono che accanto a me c'è Sirius; tutte e due mi scoccano all'istante occhiate interrogative.
Per fortuna, Sirius pare non accorgersene, tanto è impegnato a cercare con lo sguardo la presenza dei suoi amici.
«Oh, quei due dormiglioni si sono svegliati finalmente!» esclama allegramente, fissando una coppia di ragazzi un po' più in disparte. «Grazie per la chiacchierata, Evans. Ci vediamo in giro» si congeda, allontanandosi verso Lupin e a Pettigrew, entrambi in attesa che il loro insopportabile capobanda esca dagli spogliatoi.
Avverto un inspiegabile senso di abbandono nell'osservare Sirius andare via, una sensazione che mi fa sentire terribilmente infantile. Decido di ignorarla e, rapidamente, corro a unirmi alle mie amiche.
«Che ci facevi insieme a Sirius Black?» indaga Hestia, gettandomi un'occhiata maliziosa.
«Nulla. Ci siamo incontrati a metà strada» replico elusiva, cercando di mostrarmi il più indifferente possibile. «Marlene?» mi affretto poi a chiedere, nel tentativo di sviare il discorso su un altro argomento.
«È ancora negli spogliatoi. Dovrebbe uscire tra poco».
E, immediatamente, come in risposta alla mia domanda, vedo la figura snella della mia compagna emergere dalla folla, insieme agli altri componenti della squadra di Grifondoro, i quali si sparpagliano, andando a raggiungere ognuno i propri amici.
«Ciao ragazze!» cinguetta Marlene, raggiungendoci.
«Com'è andato l'allenamento?» domando curiosa.
«Molto bene. La squadra sta facendo enormi progressi. Oggi abbiamo messo a punto alcune strategie interessanti... Alla prossima partita sono certa che vinceremo. Stracceremo i Corvonero senza alcuna difficoltà!»
Io, Hestia e Mary sorridiamo di fronte all'incrollabile sicurezza della nostra amica bionda. Nel mentre che continuiamo a discutere allegramente sulle ampie possibilità di vittoria dei Grifondoro, insieme decidiamo di fare ritorno al castello. Benché il sole brilli alto nel cielo e si prospetti una splendida giornata, è davvero troppo freddo per bighellonare all'aperto, magari sulle rive del Lago Nero ad ammirare il riverbero della luce del giorno che si riflette vibrante sulla piatta superficie dell'acqua. Tuttavia, Il vento gelido dell'inverno tira ancora forte, non ci dà pace, spazzando via all'istante ogni eventuale intenzione di restare nel parco.
Ci incamminiamo solerti verso l'ingresso della scuola, sfilando davanti al gruppetto dei quattro Malandrini, immersi in una fitta conversazione sul Quidditch. Getto una veloce occhiata nella loro direzione, nella speranza di incrociare lo sguardo di Sirius. Ma, sfortunatamente, non è lui a rivolgere la propria attenzione su di me.
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I was Lily Evans
FanficÈ un giorno come tanti, nella lontana estate del 1971, quando l'undicenne Lily Evans vede comparire nel salotto di casa sua l'uomo più bizzarro che abbia mai incontrato. Si tratta di Albus Silente, l'anziano preside di una scuola molto antica, quant...