È passata una settimana dalla tediosa cena organizzata dal professor Lumacorno. Tuttavia, nonostante la noia provata, eccomi di nuovo qui, negli umidi meandri dei sotterranei del castello, circondata dal suono tintinnante di posate in argento e di voci garbate che rimbalzano da un lato all'altro del tavolo come palline da tennis.L'atmosfera all'interno dell'ufficio di Lumacorno è identica alla scorsa settimana, intrisa della stessa luce dorata, irradiata dal sontuoso lampadario in cristallo appeso al soffitto, e della stessa altisonante ipocrisia.
Eppure, questa sera tutto questo non mi turba.
D'un tratto, una risata di pura circostanza esplode con studiata enfasi dalla bocca di alcuni ragazzi, strappandomi dalle mie considerazioni sull'ambiente circostante. Si tratta di alcuni Serpeverde, i quali ridono con falsa allegria. Lumacorno deve aver appena finito di raccontare uno dei suoi aneddoti, e le serpi, come loro solito, si premurano di coccolare a dovere la loro preda. Tra di loro, in prima linea, c'è Regulus Black, impeccabilmente vestito del suo completo scuro da rampollo purosangue e di una risata finta come il bronzo.
Un grugnito esasperato mi giunge all'orecchio, repentinamente soffocato da un sorso d'idromele. Mi volto e sorrido con intesa, incrociando lo sguardo grigio e scintillante di Sirius Black, seduto accanto a me.
«È sempre affascinante osservare come mio fratello sfodera le sue armi per accaparrarsi le simpatie del tricheco... La mia dolce mamma ha fatto un lavoro egregio con lui, ne sarebbe certamente fiera.» commenta a bassa voce, satura di amarezza.
«Be', dopotutto è la tattica tipica di tutti i Serpeverde: adulare chi può portare loro dei vantaggi. Un po' li compatisco...» osservo io in risposta, scuotendo appena la testa per l'indignazione.
«Non c'è proprio nulla da compatire, credimi.» sospira Sirius con pesantezza, mentre i suoi occhi restano incollati sulla figura altera di Regulus, vibranti di pura delusione. Dopodiché, Sirius torna a rivolgere la sua totale attenzione all'arrosto di carne che bivacca immobile nel suo piatto, in attesa di essere assaporato.
Io resto in silenzio, rispettando l'improvviso cambiamento d'umore di Sirius. Accade spesso quando c'è Regulus nei paraggi.
Il fatto è che so perfettamente cosa sta provando in questo momento. Anzi, lo sento. Frustrazione. Rabbia. Dolore. Una tristezza totale, lacerante, che solo il legame irrimediabilmente spezzato da coloro che condividono il tuo stesso sangue sa causare. Un tipo di tristezza che io conosco fin troppo bene. Per la frazione di un istante, il mio pensiero va a Petunia, mia sorella, e al nostro rapporto ormai irreparabilmente sfaldato. M'incupisco, considerando con acre ironia, quanto le dinamiche e i problemi che esistono all'interno di famiglie di maghi purosangue e di babbani non siano poi così diversi.
Rimuginando tutte queste cose, inconsciamente mi isolo dal mondo, continuando a sbocconcellare la mia cena senza prestare minimamente attenzione a ciò che mi accade intorno. La festa termina così in un soffio, senza nemmeno che io me ne renda conto.
Poco prima dello scoccare del coprifuoco, Sirius ed io ci avviamo verso la Torre di Grifondoro, avventurandoci nelle tenebre dei sotterranei. Li attraversiamo in fretta e in silenzio, ancorati ognuno al proprio mutismo, arrivando alla Sala d'Ingresso del castello. Qui, l'ambiente è decisamente più accogliente e illuminato, grazie soprattutto alle numerose torce accese che costellano le mura. Persino la fredda umidità che impregnava la pareti pare essersi dissolta ed io provo un vago senso di sollievo.
«Sei pensierosa.» osserva Sirius di punto in bianco, strappandomi dai miei pensieri. Sul suo volto compare un'espressione preoccupata. «Spero di non averti turbata con i miei commenti di prima su Regulus... so di non essere l'anima della festa quando parlo dei miei parenti.» dice stringendosi nelle spalle, come se volesse scusarsi.
STAI LEGGENDO
I was Lily Evans
Fiksi PenggemarÈ un giorno come tanti, nella lontana estate del 1971, quando l'undicenne Lily Evans vede comparire nel salotto di casa sua l'uomo più bizzarro che abbia mai incontrato. Si tratta di Albus Silente, l'anziano preside di una scuola molto antica, quant...