2: Pettegolezzi e sorprese.

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"Ricorda sempre: la curiosità ammazza il gatto. Non sei un assassino di gatti tu, no?"

Rebecca Grandi.

Gennaio 2011

«Perché non mi hai detto niente? Cazzo, sei mia cugina, dovresti pensare anche tu alla mia faccia!» sbottai per l'ennesima volta, sistemando la stupida cravatta della stupida divisa che avrei dovuto indossare per altri due stupidi anni: grazie mamma e papà.

«Ancora Becca? Pensavo che sapessi chi fossero i One Direction, li conoscono tutti qui!» «Appunto, qui. Ti ricordo che io ho vissuto in un altro stato negli ultimi sedici anni, XFactor ha degli altri concorrenti dalle mie parti. Che figura che ho fatto, porca miseria» continuai a borbottare, ma a quanto pareva Hannah non sembrava minimamente colpita dal mio malessere. «C'era tutta la scuola, Becca, non capisci che hai fatto jackpot?» esclamò entusiasta, terminando la mia stupida lotta contro la cravatta, sistemandola lei al meglio di quanto avessi potuto io. «E dovrei esserne grata?» domandai sarcastica, Hannah scoccò la lingua sul palato: «Tutti parleranno della ragazza nuova che ha pomiciato con Harry Styles dei One Direction.» Ah be', questo sì che tranquillizzava. Sospirai, tacendo per camminare a fianco a mia cugina che invece aveva voglia di continuare a parlare, a prescindere da quanto volessi ascoltarla: il ricordo della conclusione della serata di Capodanno era decisamente più stimolante. Mi aveva accompagnato Harry a casa, in macchina con il suo amico dagli occhi chiari, che avevo poi scoperto chiamarsi Louis. Era stato così dolce, accompagnandomi alla porta, per assicurarsi che stessi bene. Mi aveva dato un bacetto accennato sulle labbra e poi mi aveva salutato. «Mi hai fatto stare bene stasera Becca» aveva detto e sono sicura che avrebbe detto anche qualcos'altro, ma Hannah era sbucata dalla veranda trascinandomi dentro casa mezza addormentata, ricordandomi che se zia Maggie ci avesse viste entrare separate ci avrebbe messo in punizione. Per colpa sua non avrei mai più visto Harry e lei continuava a ripetere quanto saremmo state popolari dopo il mio bacio alla festa, fino all'entrata a scuola.

Sicuramente vedere altre ragazze vestite con l'uniforme mi faceva sentire meno a disagio, ma se continuavano a fissarmi tutti così, avrei dato forfait: studiavano tutti da casa nei film, non potevo farlo anche io? «Ci vediamo dopo a storia e mi dici che ne pensi, ora devo correre a matematica» disse di fretta, lasciandomi nel corridoio senza la minima idea di dove andare. «Cosa ne penso di cosa?» sussurrai confusa, poi scossi le spalle, prendendo la cartina che mi aveva dato il tutor dopo l'appello. Com'era possibile che questa scuola fosse tanto grande? «Ti serve una mano? Sei la ragazza nuova, giusto?» mi girai di scatto, una ragazza con i capelli rossi corti e la cravatta slacciata mi stava fissando tutta sorridente. «Sì, sono quella nuova, dove trovo l'aula di lingua inglese?» domandai confusa, le sorrise ancora di più. «Si dà il caso che io debba andare proprio lì. Sono Jess, tu Becca, giusto? Dicono che a capodanno ti sei fatta un cantante tutta la notte. È vero?» «Non lo so, chiediamolo alla mia imene intatta» risposi sarcastica alzando gli occhi al cielo. «Mi piaci, ti siederai vicino a me.»

Scoprii in fretta che Jess era un po' pazza, ma d'altra parte anche la Rebecca londinese lo era, quindi entrammo subito in confidenza e il primo giorno di lezioni filò una meraviglia: Jess condivideva con me lo stesso orario scolastico. E aveva tre fratelli più grandi, mi sembrava rilevante come cosa da aggiungere alla lista dei pro del trasferimento in Inghilterra. Non mi mollò un secondo, nemmeno in mensa, dove Hannah alimentava i gossip su di me, beandosi d'attenzione che io allontanavo con fermezza, negando ogni particolare spinto che bramavano di sapere. «Ci avessi fatto sesso veramente, poi, che cavolo» sbottai a fine giornata, tra Hannah e Jess, tornando a casa, perché Jess abitava nella nostra stessa zona, ovviamente. «Non è 'sta gran cosa, tranquilla che non ti sei persa niente» commentò Jess, guadagnandosi due occhiate sorprese. «Sì insomma, ti senti un coso che entra, fa male da morire e in due secondi è finito tutto. Credimi, è molto meglio farlo da sole» aggiunse giustificandosi. «La prima volta forse, dipende con chi lo fai. Matt è stato dolcissimo la prima volta e anche la seconda, subito dopo, quando ha smesso di fare male ed è diventato molto piacevole. Poi lui usa le dita mentre facciamo sesso ed è così... sublime» prese parola Hannah, facendo storcere il naso a Jess. «Ribadisco: meglio farlo da sole» concluse. Sospirai. «Non ho la più pallida idea di come si faccia» sussurrai a un passo da casa, Jess si fermò di colpo, facendo inchiodare anche me, tirandomi dal braccio. «Che c'è?» chiesi interrogativa. «Tu...non ti sei mai toccata?» Lo sguardo truce, come se avessi confessato di aver ucciso qualcuno, mi faceva paura. Hannah no, lei rideva. «Che sarà mai! Non ho mai avuto occasione di farlo» sbuffai, Jess iniziò a scuotere la testa. «No, no, no. Non c'è scusa che regge, ora entri in casa e ti masturbi. Non puoi pensare di avere una vita sessuale attiva se prima non ce l'hai con te stessa» «Ma» «Niente ma, adesso!» continuò imperativa. «Lasciala perdere, ognuno ha i suoi tempi» prese le mie difese mia cugina. Mi sentivo una bimbetta, nonostante lì in mezzo fossi la più grande. «Ma nessuno ha notato che avete visite?» sussurrò Jess, indicando con un cenno il marciapiede davanti a casa. Non poteva essere lui. Stava ridacchiando, aveva sentito tutto? Cazzo, la voce di Jess era così alta. «Mi sa che saltano i piani» commentò Hannah divertita, trascinando via Jess, per spingermi verso di lui.

Stuck on You [hs] ~ COMPLETA.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora