10: Dovremmo fare l'amore in questa stanza all'ultimo piano.

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"Nota bene: quando tutto sembra andare di merda, non migliorerà infilando degli stivali di gomma."
Rebecca Grandi.

Mi svegliai sentendo un brusio, maledicendo chiunque stesse parlando: non dormivo così bene da mesi. Appena misi a fuoco rimpiansi di averlo fatto. Davanti a me c'erano Jeff ed Ellie, con il mio PC davanti, entrambi al telefono. «Ben svegliata piccolina» la voce calda di Harry sul collo, seguita dalle sue labbra. Girai di poco il capo, trovandolo sorridente appoggiato alle mie spalle. Quando si era sdraiato dietro di me? «Che fai, arrossisci?» domandò piano, baciandomi la guancia. Dannazione, non dovevo lasciarmi andare così. «Che cosa mi sono persa?» domandai cercando di non dare retta al bisogno di rimanere tra le sue braccia, anche se era impossibile liberarmi: Harry continuava a stringermi. «Sta arrivando il pranzo e Hannah sta prendendo le tue cose da casa. Jess è rimasta in libreria a gestire i giornalisti e noi stiamo cercando di organizzare una conferenza stampa prima che» «Il tuo fidanzato non venga a rapirti» concluse Harry al posto di Ellie, rabbrividii. «Ha chiamato?» domandai sottovoce, Harry annuì, baciandomi ancora la guancia. «Se continui a fare così non mi concentro» bofonchiai evitando il suo sguardo, certo il sorriso non aiutava: perché sottovalutavo sempre questo dettaglio? Tentai di sedermi, ma Harry continuava a tenermi abbracciata a lui, sdraiati sul divano. Sbuffai. «Sono seria Harry, dobbiamo fare qualcosa» riprovai. Sbuffò, ma non si mosse. «No, voi non farete un bel niente, sono riuscita a fermare Theresa giusto in tempo prima che ti vendesse per farsi pubblicità, ma non abbiamo fatto i conti con altri elementi» riprese parola Ellie, girando il PC verso di noi, dove sullo schermo c'era la foto di un palestrato lampadato con le labbra e gli zigomi troppo pronunciati per essere naturali. «Chi è 'sto energumeno?» domandai corrugando lo sguardo, Harry ridacchiò. «Mi fa piacere sentire che sono l'unico dei tuoi ex ragazzi del quale ricordi precisamente ogni particolare» commentò, con un altro bacio ancora. Morsi l'interno delle guance, evitando di commentare quanto fosse l'unico che avessi mai amato. Sì be', evitando anche lo sguardo tagliente di Ellie, riuscendo finalmente a sedermi. Più che altro, Harry allentò la presa. «Non ti montare la testa, Harry» dissi il più seria possibile, prendendo il PC tra le mani cercando di capire chi fosse quel tizio e per quale motivo dovessi farci i conti, la scusa ideale per interrompere al principio quello che sarebbe potuto sorgere. Harry mi passò davanti recuperando il Kobo dal tavolo, guardandomi con aria di sfida, poi iniziò a leggere: «Non riuscivo a smettere di guardare gli occhi di Jake: ad ogni sguardo notavo sfaccettature diverse. Non tanto per quel colore che ogni volta sembrava cambiare nelle sfumature di un verde sempre più azzurro, ma forse perché finiva scurendosi solo sui bordi, come per voler ricordarmi che da lì non sarei più scappata. Ed io non volevo scappare, no, io mi fermavo nei suoi occhi, solo quando li chiudeva mi sedevo sulle sue labbra, coccolata dal sorriso. Nel bacio al sapore di rosa e menta. Devo andare avanti o riconosci di avere torto?» domandò divertito, sfiorandomi il fianco. «Ma fa sempre così? Cioè da quando eravate ragazzini? No perché io lo avrei mandato a cagare» commentò Ellie, alzando gli occhi al cielo. «No, da ragazzino era meno sfacciato e più compiacente» affermai divertita, allontanandomi abbastanza da non cadere nella tentazione di mandare tutto al diavolo, cacciare Ellie e Jeff per tornare ad ignorare i problemi con Harry. «Non è vero, cercavo solo di conquistarti» commentò il diretto interessato, tirandomi a sé, abbattendo senza fatica il mio tentativo di distacco. «E adesso qual è la scusa?» domandò Ellie al posto mio. «Adesso non sono affari tuoi tesoro, ma parliamo del formidabile ex di Becca che sta cercando i suoi quindici minuti di notorietà. Era il 2015? O forse il 2016? Ricordo che mi si avvicina un tipo e mi chiede di fare un autografo alla sua magnifica fidanzata, che così magari la perdona per essersi fatto un'altra durante la sua festa di compleanno. No aspetta dice proprio che la sua ragazza è innamorata persa di me e che ha un armadio pieno di cose mie» disse con un mezzo sorriso malizioso ad incidere ancora di più sulla fossetta destra. Strabuzzai gli occhi, Harry annuì e continuò: «Mi dice che si chiama Becca ed io penso, ma figurati se è la mia Becca: non la vedo da mesi e non mi ha neanche fatto gli auguri di compleanno» «Di proposito per farti un dispetto» commentai divertita, mi diede un pizzicotto, alzando il tono di voce per non farsi interrompere. «Ma decido comunque di fare una prova, allora scrivo qualcosa che solo lei può capire, qualcosa di nostro» «Che cosa ha scritto?» Ellie era entrata in modalità pettegola, guardandomi con malizia. Sorrisi accarezzando il braccio di Harry: «Come a casa.»

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