9: Non sono una buona causa alla quale dedicarti per fare beneficenza.

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"Non c'è niente di meglio di una tisana prima di andare a letto. Una tisana, una coperta, un bel film e i piedi congelati della donna che ami addosso, a ricordarti che non puoi fare a meno di lei."

Harry Styles.


Settembre 2021


Ero stanco morto, infreddolito e bisognoso di una doccia calda. Sarei dovuto andare anche a quella cavolo di cena del produttore, che diavolo. Volevo solo farmi una doccia e buttarmi sul letto con qualche film e quei biscotti che avevo trovato sul letto all'arrivo in albergo e invece, una dannata cena. Aprii la porta della stanza alla stessa velocità di un bradipo mezzo addormentato. Strano: avevo lasciato le luci accese? No, c'era qualcosa che non andava. «Avete fatto in fretta, accipicchia, il signor Styles vi lascerà una grossa mancia!» Chi cazzo c'era nella mia stanza? Tirai fuori il cellulare dalla tasca, pronto a chiamare uno dei ragazzi della sicurezza, poi vidi un paio di calzini a righe con le dita. Conoscevo solo una persona che poteva indossare un paio di calzini simili. «Becca?» «Oh no, mi avete scoperta mannaggia mannaggia.» Non serviva sentire lo scroscio della sua risata per capire che fosse brilla, mi venne quasi istantaneo da sorridere. «Ah no, Harry sei solo tu. Che piacere vederti, verrei a salutarti volentieri, ma il pavimento è lava, rischio di morire se scendo» affermò sporgendosi dal mobile della cucina per guardarmi. Aveva le trecce colorate di rosso e il viso pitturato di verde, oltre che un delizioso vestitino rosso con i cuoricini bianchi. Le scattai una foto ricordo, anche se dubitavo che me ne sarei potuto mai dimenticare. «Che cosa è successo?» domandai divertito. «Sono scappata via, belli i bambini eh, ma se ti attaccano in branco sei finito. Buoni i biscotti» affermò compiaciuta. Addio biscotti. «Che ci fai qui?» chiesi ancora, alzò le mani con ovvietà. «Te l'ho detto, sono scappata», affermò. «Intendo qui, in Italia e nella mia stanza d'albergo» «Mi hanno spifferato che c'erano dei biscotti, tranquillo, te ne ho lasciato un paio e se proprio proprio non ti bastano, c'è il mio dolcetto da mangiare» continuò a sviare la domanda, aprendo le cosce per dare più enfasi all'affermazione. Scossi il capo sospirando. «Ora mi dici la verità?» domandai con dolcezza, avvicinandomi. Alzò le spalle. «Mi hanno sfrattato da casa, ho perso il lavoro e ho il conto bloccato. A quanto pare i miei hanno ben pensato di prendere in prestito tutti i miei risparmi perché d'improvviso gli è venuta voglia di fare i genitori e dove l'orologio biologico mette un blocco, i miei soldi diventano un passe par tout» esclamò alzando la bottiglia di vino oltre le spalle. «L'hai finita quella?» chiesi retorico, «Tranquillo, ora arriva altro vino rosso e ginger beer. O ginger ale, oh Dio, non ricordo più. Però ho preso anche delle patatine con il ketchup» rispose tutta sorridente. «E sei venuta a Venezia?» continuai ad indagare. «Ho incassato un buono postale che quei santi dei miei nonni mi avevano regalato prima del trasferimento a Londra, sai no, per le emergenze» «E sei finita a fare Pippi Calzelunghe con la faccia verde?» «Insomma quante domande! Una ragazza dovrà pur guadagnarsi da vivere! Non lo capisci? Non posso tornare da zia Maggie! Hannah non fa in tempo a partorire che rimane di nuovo incinta, Jess convive con la sua ragazza ed Ellie abita in un monolocale mansardato che è grande quanto il bagno di questa stanza. Prendo quello che c'è. Come i tuoi biscotti» disse continuando a sorridere, stordita dal vino, sospirai. «Becca, hai presente quando ti ho detto che potrai contare sempre su di me? Perché non mi hai detto niente?» domandai affranto, aprì la bocca per rispondere, ma fu distratta dal rumore alla porta. «Harry caro, apri tu al servizio in camera?» sospirai ancora, ma andai ad aprire, ringraziando il ragazzo particolarmente curioso che sbirciava dentro la stanza, certo l'improvvisazione di Becca su TPWK non aiutava a tenere a freno la sua curiosità, ma lo potevo capire: Becca era davvero dolce quando cantava le mie canzoni. «Vino rosso e ginger ale» sussurrai, poi tornai su di lei. «Che dici, scendi giù e vieni di là da sola o ti devo prendere io?» «Sono troppo pesante, ti faresti male» rispose burbera incrociando le braccia al petto, strizzando le tette in quello che era tutto tranne un abito da indossare davanti ai bambini. «Stai sottovalutando i miei muscoli Becca» «Stai sottovalutando le due taglie in più che ho preso da quando mi hai mollata: non credo che tu possa ricordare cosa significa avere a che fare con delle forme. Ormai vai solo a spigoli» affermò sarcastica. Sbuffai alzando gli occhi al cielo, poi appoggiai il vassoio sul comò di fronte al letto e tornai da lei. «Stai zitta e vieni qui» esclamai, dandole le spalle e ignorando quel suo commento a denti stretti che suonava come un sexy masochista, e la presi in groppa portandola fino al letto. «Questa cosa è molto eccitante Harry, potrei approfittare di te in questo momento, sai?» «Con questi calzini?» «Soprattutto con questi calzini: guarda posso farti anche l'okay» affermò alzando l'alluce divertita. Scoppiai a ridere, arrivando giusto in tempo davanti al letto prima di farla cadere per terra e anche Becca rideva, rideva così forte che all'improvviso mi sembrò di essere tornato indietro di qualche anno, quando eravamo spensierati e felici. Quando facevamo ogni cosa insieme, trovando il modo di non separarci mai. Quando ancora non avevo incasinato tutto. «Patatine fritte col ketchup? Niente maionese?» domandai prendendo il vassoio dal comò, Becca alzò le spalle, mettendosi a sedere con le gambe incrociate. «Non farò alcuna battuta sporca. Non hai voglia di patatine?» La guardai malizioso, ridacchiò. «Allora le mangerò io. Dammi il vino Harold, ho proprio sete» continuò lei, sporgendosi verso di me per prendere il piatto di patatine dal vassoio, sospirai. «Credo che sia meglio se tu prenda la ginger ale, Becca» tentai di farla ragionare, invano: mi guardò male. «Sono scappata da una festa di compleanno di bambini ricchi che mi stavano colorando la faccia di verde, chiudendomi nella stanza del mio ex. Credimi, tu credi male. Dammi il vino» disse seria, alzai le mani, dandole la bottiglia, dalla quale si attaccò a bere dal collo come se fosse una normale bottiglia d'acqua. Sospirai, mandando un messaggio a Jeff velocemente.

Stuck on You [hs] ~ COMPLETA.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora