15. Tu non sei così davvero.

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****PREMESSA****
Sono stata un po' titubante su questo capitolo (e il prossimo), principalmente perché so quanto potrei turbare parte del target che legge le mie fanfiction. La mia persona speciale (che ha sensibilità ed empatia molto più sviluppate del normale) mi ha fatto capire che non è stato un lavoro eccessivamente tosto, da quel punto di vista e che, invece, riesce a far pensare... Spero che sia lo stesso anche per quelle persone che mi leggono che possano sentirsi prese in mezzo, nel caso sono qui per rispondere ad ogni commento, di qualsivoglia tipo.
Grazie per l'attenzione e buona lettura.

15. Tu non sei così davvero.

"Trovare la forza di vivere per una persona che non conosci non è strano, se ami quella persona."

Alyssa Cooper.


Oggi, Gennaio 2023

Ero uscita di casa in silenzio, come tutti i giorni, ignorando l'ennesima litigata dei miei finita tra le urla che superavano per volume e intensità quelle di mio fratello dal bagno: da mezz'ora fermo a gridare di aver finito, in attesa che uno dei due si stufasse di ripetere il proprio parere e si ricordasse di avere un figlio. Stupido, non l'aveva ancora capito che ci avevano messo al mondo puramente per egoismo? Eravamo da soli, in mezzo ad un'arena che non poteva darci nulla se non la certezza di avere solamente quello che potevamo prenderci o creare con le nostre mani. Io l'avevo capito già da tempo, ma sapevo come fare diventare tutta la merda che mi faceva mancare il respiro, un'opportunità di sorridere: bastava mettere le cuffie e premere play. La voce di Harry Styles era la mia medicina, lui era l'unico che avesse il potere di farmi vedere come tutto potesse diventare bello.
E come tutti i giorni, raggiungevo la scuola a piedi, canticchiando Fine Line, credendo fermamente alle sue parole, almeno fino a quando le risatine e le dita puntate non diventavano troppo pesanti da ignorare, proprio come ora. Tolsi le Earpods, infilandole in tasca. «Che vuoi?» domandai a muso duro, guardando George negli occhi, perché era sempre da lui che iniziavano gli scherni e le rappresaglie. «Oh, Alyssa usa la bocca anche per parlare, non solo per succhiare i cazzi» commentò facendo ridere gli altri del branco. «Se non se li mangia», aggiunse la sua amata fidanzata anoressica, aggiungendo i risolini del gruppetto più popolare della scuola. «Ti piacerebbe» bofonchiai, camminando a passo svelto con guardando solo il telefono che avevo in mano, finendo dritta con la faccia a un passo dalle scarpe di George: qualcuno mi aveva spinta a terra: un'altra cosa della quale ero abituata. «Brava Alyssa, questo è il posto dove stare» commentò spavaldo George piegandosi sulle ginocchia. Non alzai lo sguardo, tenendolo fisso davanti a me per non dargli la soddisfazione di vedermi debole. George si mise le mani d'istinto sul pacco: «Vorresti succhiare anche il mio, non è vero» «Fottiti, stronzo.» Sputai rimanendo immobile, ignorando la rabbia che mi faceva ribollire l'anima. Continuò ad insultarmi, allontanandosi verso la porta d'entrata. Guardai il telefono, fortunatamente intatto e tutta la rabbia si spostò unicamente sulla notifica che mi era appena arrivata: Harry era stato visto camminare poco distante da qui, con lei. Non ci misi molto a rialzarmi per andare in quella direzione, evitando l'inutilità della giornata scolastica di oggi.
Avevo iniziato a seguire Harry Styles ormai da anni, da quando in TV mi era capitato di vedere il video di Golden: era bellissimo e mi aveva attirato come una calamita nella sua vita. Non ci avevo messo molto ad innamorarmi di lui, seguendo ogni avvenimento della sua vita come se ne facessi parte, perché sapevo di farlo, era qualcosa che mi ero creata con le mie mani, quindi tangibile. Avevo sofferto e gioito con lui, ignorando tutte le male lingue e concentrandomi solamente sulle cose che dicevano che sapevo essere più vere. Grazie alle ragazze che condividevano con me gli stessi pensieri, avevo iniziato la mia rete di profili, ero brava con i social: lì potevo parlare, veramente, e nessuno poteva puntare dita o buttarmi per terra. E lo facevo unicamente per lui, Harry: lui era l'unico che potesse capirmi, veramente, era la sola ragione per la quale valesse la pena vivere. Per questo era mio dovere salvarlo dalla morsa di quella puttana che si approfittava di lui unicamente per quella pubblicità che altrimenti non avrebbe avuto. Quando mi ricapitò tra le mani quel libro che avevo messo da parte sugli scaffali della mia libreria, non mi sembrò vero: l'autrice parlava di Harry, era sicuramente lui e lo avrei provato. Non solo, lo avrei sfruttato per mettere fine all'assurda farsa, portandolo a coronare il suo vero sogno d'amore con il ragazzo che da quando aveva la mia età non aveva mai smesso d'amare. Poi le foto, l'occasione che mi era caduta dal cielo! Era stato così fottutamente geniale e perfetto, almeno fino a quando l'altra troia si era messa in mezzo, rovinando la tela del mio piano. Ed eccola lì, la troia, rideva e camminava con lui, burlandosi di me e della verità. Lui sorrideva, ma io lo sapevo che stava fingendo, lo immortalai con il mio telefono e scattai anche un altro paio di foto, mentre lei correva via da lui per raggiungere la sua amica, la stessa che avevo visto nelle foto. Bingo! Era una farsa, una stupida e ben studiata farsa. Iniziai a ridere istericamente, entrando nel primo bar che trovai per evitare di essere vista. Un'altra notifica mi riportò alla realtà: il link dell'intervista rilasciata da Rebecca Grandi che, non a caso, si era vestita da troia. Nessuno le aveva detto che un vestito così corto e scollato non se lo poteva permettere con quel corpo così grasso? Era già iniziata, ma ero capitata a puntino, non appena la giornalista le aveva chiesto proprio di Olivia.

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