11: Un brindisi alla Santa Rebecca che non ha scopato col suo ex.

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"Sono una ragazza semplice: se mi devo salvare il culo, ti dico una palla e se mi scopri, continuo a negare l'evidenza fino alla morte. Della mia credibilità."

Rebecca Grandi.

Febbraio 2016

Le immagini della nottata erano ancora vivide, calde e umide sulla pelle. Avevamo fatto l'amore, di nuovo, come ogni volta che ritornavo da lui. Questa volta era stato diverso nonostante tutto, basta sfiorarci un secondo per ritrovarci, aveva detto ed era vero, cazzo. Solo che non avevamo più voluto separarci. Eravamo rimasti a parlare tutta la notte, mentre ancora era dentro di me, «Così magari non ti perdo più», aveva detto giocando con i miei capelli ed era stata la cosa più dolce che potesse dire in una situazione così strana. Quando ormai era l'alba e alternavamo due parole ogni sbadiglio, gli avevo fatto notare che forse era il caso che ci mettessimo buoni buoni a dormire ed Harry si era lamentato per altri quindici minuti prima di spostarsi appena, incollando il torace alla mia schiena in un perfetto abbraccio a cucchiaio. Non ci eravamo mossi, ma il telefono continuava a vibrare e sapevo che avrei dovuto rispondere, solo che non volevo farlo. «Denuncerò chiunque sia» la sua voce roca di mattina era illegale. «Immagino sia il mio capo che si domanda dove sia finita» commentai piano. «Licenziati e rimani con me tutto il giorno» «Il tuo tono imperativo è particolarmente minaccioso» scherzai divertita, Harry di tutta risposta mi afferrò un seno, spingendo il bacino verso di me, sussultai. «Mi chiederai o la borsa o la vita con quella pistola puntata? Perché ti assicuro che sono al verde e la mia vita ti appartiene già» dissi gemendo con le sue dita a stuzzicarmi il capezzolo, Harry sogghignò sul mio orecchio. «Infatti non ti chiederò nulla» sussurrò appena, spostando con la mano libera il mio bacino, posizionandolo in maniera perfetta per poi penetrarmi lentamente, in un mio sussulto. «Ah così?» domandai in falsetto, ridacchiò, facendo scivolare la mano davanti, trovando subito la via per il mio clitoride. Gemetti. «Così è meglio?» domandò ironico, leccando il lobo del mio orecchio, iniziando una scia di baci umidi sul collo. Le spinte dolci, la mano calda e miei gemiti di piacere conditi dalle parole sussurrate di Harry, mentre lo spiraglio della luce tra le tende scure ci illuminavano i piedi intrecciati. Non ero io, non era lui, ma eravamo un'unica persona perfetta, unita dal battito in sincrono e i respiri accelerati che danzavano in un'onda, sulle punte dei piedi tese, ma non in bilico, salde. Come il sentimento che ci avvolgeva nella nostra bolla inviolabile, invalicabile, senza porta d'entrata o d'uscita. «Sei l'amore della mia vita, Harry» sussurrai ansante stringendo i muscoli interni attorno alla sua lunghezza, accogliendo il principio d'orgasmo. Harry imprecò andando più a fondo «Dio quanto ti amo Becca» si lasciò andare con un suono gutturale, preannunciando anche il suo orgasmo in un coro di grida calde, dello stesso colore.

Quando uscii dal bagno Harry era steso sul letto, coperto unicamente dall'asciugamano, impegnato a trafficare sul mio telefono. «Chi ti ha dato il permesso?» domandai con una smorfia, tamponando i capelli con l'asciugamano, fece spallucce, continuando a trafficare come se nulla fosse. «Spero che tu non abbia fatto danni» commentai sospirando, sedendomi a fianco a lui. «Di chi è questo cazzo in tiro, Becca?» domandò assottigliando gli occhi, ridacchiai. «Probabilmente qualcuno su Instagram» risposi come se nulla fosse. «E il tuo fidanzato?» «Io non ho un fidanzato, uscivo con un tizio che ha deciso di semplificarmi la vita scopando con una al suo compleanno» dissi tranquillamente cancellando la foto dalla galleria. «Ed ora?» domandò ancora bloccando lo schermo del telefono. «Ora sono nella stanza d'albergo del mio ex e non ho voglia di uscire» sospirai, sorrise, tirandomi a sé per abbracciarmi, appoggiati alla testiera del letto. «Puoi sempre rimanere, ho visto il posto dove lavori su Google dal numero che ha continuato a rompere le palle. Non ne vale la pena» disse serio, baciandomi la spalla nuda. «Devo lavorare per vivere, Harry. Qualcosa dovrò pur fare, non credi?» domandai retorica, lasciandomi slacciare l'asciugamano dal nodo sul seno senza troppi complimenti. «Puoi fare questo, con me. Tutti i giorni del resto della nostra vita» sussurrò, aprendomi le cosce con la mano, abbastanza per giocare con due dita sulla peluria del pube, a ridosso delle labbra. Sussultai. «Amore, non possiamo farlo ancora e tu non puoi mantenere la tua ragazza a ventidue anni» gli feci notare, fece spallucce, baciandomi sul collo, proprio dove avevo notato una piccola macchietta violacea, abbastanza gestibile con il make up. «Ed è proprio qui che ti sbagli, Amore della mia vita, io posso eccome» disse roco, succhiando la pelle, giusto per renderlo ingestibile. Lo fermai appena in tempo con un pizzicotto sul fianco, facendolo ridacchiare. «Dico davvero Harry, non possiamo rifarlo ed io devo andare via» «Ma perché? Stai con me Becca, per sempre» sbuffò, ridacchiai, spostandomi dalle sue gambe. «Non so, detta così mi sembra un attimo inquietante, come se dovessi aspettarmi di vederti corrermi dietro con un'ascia» ironizzai, non lo fece ridere. «Ma io sono serio, Becca. Tutte le volte è la stessa storia, ti allontani, non ci sentiamo per qualche tempo poi ci ritroviamo, facciamo l'amore, stiamo bene, siamo felici e poi ti allontani di nuovo. Io non mi muovo mai, ti guardo andare via convinto che prima o poi ti fermerai» affermò serio, guardandomi negli occhi. Sospirai. «È che...io...» balbettai, chiudendo i lembi dell'asciugamano nello stesso nodo che c'era prima. «Io sto cercando di capire cosa voglio» dissi finalmente, sussultò. «E non puoi solo volere me?» chiese in un filo di voce, mi spezzò il cuore. Gli presi il viso tra le mani, naso contro naso. «Amore, io ti vorrò sempre e ti amo da morire, ma vorrei anche...sì, volere me» dissi con dolcezza, ricevendo una smorfia di rimando. «Ma per quello ci sono io, no? Io ti voglio sempre» affermò addolcendo il tono di voce. Sorrisi, baciandogli appena il muso. «Ti prometto che un giorno mi fermerò e non andrò via mai più. Ti starò così tanto tra i piedi che rimpiangerai questi giorni» dissi piano facendolo sorridere. «E faremo sempre l'amore?» chiese strofinando il naso sul mio. «Ogni volta, amore. Ogni volta.»

Stuck on You [hs] ~ COMPLETA.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora