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Jimin aveva lasciato il moro all'interno della casa, mentre lui era corsi fuori casa.
Appoggiando le mani alla piccola ringhiera li fuori, cercando di rallentare il respiro e il proprio cuore, che in quel momento aveva scelto di accellerare più del dovuto.
Forse dovuto al troppo alcool? O semplicemente dovuto alla presenza di Jungkook a quella festa.
Perchè si, aveva fin dal prima anno avuto una cotta per Jungkook.
E Jimin aveva sempre odiato questa cosa, odiava il fatto che tenesse a lui.
Era stato cosi felice quando al secondo anno, era stato messo nella stessa classe del moro, avrebbe finalmente potuto parlare con lui.
Avrebbe potuto conoscerlo e chissà, magari sè avesse preso il coraggio, avrebbe potuto dichiarsi.
Aveva passato il primo anno a chiedersi come fosse davvero Jungkook, da lontano poteva soltando immaginare, poteva soltanto osservarlo e innamorarsi di quel sorriso che ogni tanto regalava al suo gruppo di amici, quante volte, avrebbe voluto ricevere quel sorriso?
Ma Jimin sapeva, che quella felicitá era andata a scemare giá dal primo giorno di scuola, non era riuscito ad avvicinarsi a Jungkook, non era riuscito ad avere quell'avvicinamento che avrebbe tanto voluto avere.
Era stato deriso, umiliato e bullizzato da quel gruppo.
E la cosa che aveva ferito di più Jimin era come Jungkook, fosse distaccato e non avesse mai fermato tutto questo.
Da li, avrebbe tanto voluto scacciarlo dal proprio cuore, non tremare ogni volta che sentiva la sua voce o, non desiderare quel sorriso per sè.
Voleva dimenticare quello che provava per lui.
Voleva dimenticare Jungkook.
Eppure, era cosi dannatamente difficile.
- Hey Jimin-ah.. -
Jimin si voltó appena, notando un Nam preoccupato che gli si avvicinava.
- Stó bene.. -
- A me non sembra.. -
- Nam.. Io.. Penso solo di essere ubriaco. Domani sará tutto come prima.
Ho solo bisogno di.. Stare da solo e.. Basta. -
Nam a quel punto appoggió la mano sulla sua spalla, annuendo piano.
- Sai che sè hai bisogno, io e Jin ci siamo per te.. -
- Lo só.. Lo só Hyung.. e vi ringrazio per questo.
Ora vá a divertirti e goditi la serata con Jin.. Non è facile trovare una serata in cui i suoi non siano presenti alle vostre uscite. -
Nam rise, annuendo di nuovo.
- questo è vero.. Solo non fare cazzate, va bene? E.. Perchè non provi a parlare con Jungkook?
Quando sei uscito sembrava decisamente giù di corda.. -
- Non penso che uno come lui, importi davvero qualcosa di me. Quindi, dubito che sia per me che stá cosi.. credimi sono anni che stó nella sua stessa classe e non abbiamo mai avuto un avvicinamento. Nemmeno un ciao la mattina, eppure frequentiamo la stessa classe.
Possiamo non parlare di lui? -
Nam alzó le mani in segno di resa, guardandolo attentamente negli occhi.
- Dovresti peró ammettere che a te non è indifferente lui.. -
- Ha importanza? -
- I tuoi sentimenti hanno sempre avuto importanza Jimin, sè li tieni per te, finirai soltanto per soffrire tu e basta.. -
- Non penso che Jungkook.. Sia Gay.. in tutti questi anni, non ho fatto altro che vederlo uscire con le ragazze più belle della scuola.. Una volta l'ho pure trovato che si baciava con una nel corridoio della scuola.. Già mi hanno preso di mira senza sapere che sono Gay.. pensa sè mi dichiaro a lui, e a lui non piaccio.. Allora si che dovrei prendere il primo aereo e sparire. Preferisco starmene zitto, farmela passare e tra qualche settimana dire addio a tutto e tutti.. Penso sia più logico far cosi.
E non guardarmi cosi Nam, lo sai anche tu che solo a guardarlo non potrebbe mai, piacergli uno come me. -
Nam lo guardó, alzando un soppracciglio.
- Perchè scusa.. Che cos hai che non vá? -
- Pensi davvero che sè a Jungkook piacessi almeno un pó, avrebbe tenuto le distanze da me per tutti questi anni?
Mi ha sempre evitato, quando entravo in un bar ed era li, lui sè nè andava, seguito sempre da quel branco di pecore che ha intorno.
Non posso avvicinarmi a lui.. I suoi amici poi mi odiano.
È già un amore a senso unico e più ci penso e più soffro, non è forse meglio che me la faccio passare?
Andiamo Nam.. Come potrebbe anche solo piacergli qualcuno che pensa allo studio, pensa al trasferirsi a seoul da più di due anni.
E che ha una situazione famigliare come la mia. Dove mio padre sè la fá con la segretaria e sparisce per settimane e mia madre che si ammazza di vodka.
Non lo farei nemmeno entrare nella mia vita.
Non adesso.. -
Il maggiore a quel punto sorrise, battendo i palmi delle mani sulla ringhiera e spostando lo sguardo al cielo.
- Allora stai dicendo che sè sistemerai la tua vita, Jungkook potrebbe far parte di quella vita che vuoi a tutti i costi. -
- Non ho detto questo.. -
- Io penso proprio che tu l'abbia detto invece.. -
Detto questo, Nam sorrise e rientró in casa.
Jimin scosse piano la testa, spostandosi dalla ringhiera alla piccola sedia in legno li nell'angolo, lasciandosi cadere letteramente sopra.
- Posso? -
Jimin spostó la testa di lato notando Jungkook vicino alla porta che indicava la sedia accanto alla sua.
- Immagino che non posso dire di no, visto che questa non è casa mia e non posso di certo decidere cosa puoi o non puoi fare.. -
- Quindi è un si? -
- Si, certo.. -
Jungkook a quel punto si avvicinó, andando subito a sedersi al suo fianco. A quel punto Jimin chiuse gli occhi, non voleva guardarlo.
E nè tanto meno sentirlo parlare o sentire il suo profumo che per via di quel piccolo venticello solleticava il suo naso, rendendolo nervoso.
- Jimin-ah.. -
- Puoi stare qui, ma non parlarmi.. -
- Perchè sei sempre sulla diffensiva? -
Jimin a quel punto aprì gli occhi tirandosi a sedere e puntando gli occhi nei suoi.
- Sulla diffensiva?
Ti devo ricordare che per anni non mi hai rivoltato la parola? Perchè proprio ora? -
- Perchè mi vá.. Perchè a scuola non posso farlo. -
- Non puoi farlo? -
- No.. Ho degli amici che.. -
Jimin emise una risata, spostando lo sguardo.
- Che riderebbero di te sè ti vedessero interagire con me.. Vediamo. Perchè pensano che io sia Gay.. Perchè pensano che io sia strano.. O perchè pensano che sono uno sfigato e Tu non puoi stare con uno sfigato come me.. No? Allora ti stó facendo un favore.. Sè non puoi farlo a scuola, non farlo nemmeno qui Jungkook.. Non rivolgermi la parola, non cercare di avvicinarti a me, sè poi alla prima occasione distogli lo sguardo e mi lasci da solo.
Non ho bisogno di altre delusioni nella mia vita.
È chiedere tanto?
Voglio solo avere un pó di pace.. -
- Tu non sai come sono loro.. -
- Oh credimi.. Lo só benissimo. Ti devo ricordare che sono io quello che da anni viene bullizzato e picchiato da quelli che tu chiami amici?
Sono finito in pronto soccorso 3 volte.. 3 Jungkook.. quindi non dirmi che non só come sono loro.. Lo só fin troppo bene..
Io ancora non capisco cosa cerchi di fare.. -
Jungkook lo guardó attentamente, avvicinandosi a lui. Jimin poteva sentire il respiro del moro solleticargli il volto.
- Cosa pensi che io stia facendo? -
- Mi confondi.. Perchè davvero non só cosa tu stia facendo.
Tu non sei cosi a scuola.
Non mi rivogi la parola, non cerchi un contatto con me e ora.. sei qui.. sei qui davanti a me e cerchi di parlare con me.
E solo perchè sei da solo. Non hai paura che ti vedano? potrebbero essere qui anche loro.. Il fratello di Jin ha invitato te e i tuoi amici.
Potresti anche essere in accordo con loro e mi stai semplicemente prendendo in giro per poi deridermi insieme a loro. -
- Loro non sono qui.. Il fratello di Jin conosce solo me. -
- Quindi sei qui con me, solo per questo.
Perchè loro non ci sono. E dimmi sè loro fossero qui.. Saresti qui con me?
Io nè dubito.. -
Jungkook a quel punto distolse lo sguardo, e Jimin emise nuovamente una risata nervosa.
- Jungkook, torna ad essere la persona che ho conosciuto in questi 4 anni.. Torna a pensare che io non esista, fino ad ora.. L'hai sempre fatto.. -
Detto questo Jimin si alzó in piedi, barcollando leggermente per il troppo alcool e quel giramento di testa che lo colpì, per poi tornare all'interno della casa, sentendo le proprie guance bagnarsi.
Dannate lacrime.
Jungkook non l'avrebbe mai visto come qualcuno a cui tenere e questo faceva soffrire Jimin, perchè quella chiaccherata disastrosa, non aveva fatto altro che fargli capire che era completamente innamorato di Jungkook.
Che non riusciva a farsela passare, altrimenti adesso non sarebbe rannicchiato in un angolo a piangere.
Nam, lo aveva trovato e portato in una delle stanze.
Era riuscito ad addormentarsi poco dopo.
Il giorno seguente Jimin aveva dimenticato che a scuola aveva due lunghe ore di ginnastica.
Era in un angolo della palestra che ascoltava insieme ai propri compagni l'insegnante parlare del programma della giornata, ma quel mal di testa fastidioso non voleva proprio andarsene.
Passó le dita sulla tempia, massaggiando lentamente. Poteva sentire gli occhi di Jungkook addosso e non solo i suoi.
"Che cosa avrà fatto ieri sera?"
"Guarda che faccia"
"Quindi pure lui si ubriaca? E io che pensavo fosse un santo"
E giù di risate.
Jimin si sistemó i lacci delle scarpe, notando l'amico di Jungkook avvicinarsi a lui.
- Sei stato alla festa eh? Conosci da tanto Jin?
Oh giusto.. Essendo Gay li conosci per forza.. -
E scoppió a ridere.
- Sei riuscito a far conquiste? -
Jimin si voltó a guardarlo, cercando di mantenere la calma.
- Il fatto che t'importi della mia vita sessuale mi suscita qualche domanda.. Non è che sei geloso? Non è che ti piaccio e speri che ricambi il tuo interesse? -
A quel punto potè vedere il cambio espressione del tipo, che dal divertito diventava furioso, ma poco gli importava.
Jimin tornó a guardare l'insegnante, mentre poteva vedere con la coda dell'occhio un Jungkook divertito.
- Bene ragazzi, per ora fate 4 giri di campo per il riscaldamento. -
Jimin inizió a correre lentamente, la sbronza della sera prima non lo stava aiutando più di tanto.
- Signorino Park.. Accelleri il passo.. -
Esordì l'insegnante.
- Prof.. Sono a corto di forze oggi.. -
- Sù sù, non puoi mollare proprio ora.. -
Jimin accelleró appena, notanto come il gruppo di Jungkook fosse devisamente più indietro di lui.
Fù soltanto l'amico di Jungkook che al quarto giro si affiancó a lui, spingendolo.
Jimin si ritrovó a terra, finendo per sbattere con la schiena contro la parete.
- Ahi.. -
- CHE SUCCEDE LI? SIGNORINO PARK.. -
L'insegnante corse da lui, aiutandolo a tirarsi a sedere.
Mentre tutti gli altri si avvicinarono per guardare.
- Stà bene? -
- Si.. Penso di si.. Mi hanno spinto.. -
- Hey tu.. si tu.. Ti ho visto mentre lo spingevi.. -
Disse l'insegnante, mentre il biondo si voltava verso Jimin.
- Mi ha fatto incazzare.. Sè lo meritava.. -
- Qui nessuno merita questo. Siete sotto la mia responsabilità e sè vi succede qualcosa quello che nè rimette sono io.. Tu e.. Tu.. -
Disse indicando Jimin.
- In detenzione dopo scuola.. -
- COSA?! MA PROFESSORE.. -
Urló Jimin.
- Ho deciso cosi.. Niente obbiezioni.. Passerete a pulire la vostra classe.
Detto questo, tornate a correre e tu dovresti andare in infermeria, a farti controllare.. -
L'insegnante lo aiutó ad alzarsi in piedi per poi tornare dalla classe, mentre Jimin battè il pugno sulla parete.
- Ci vediamo in detenzione.. Jaman.. -
Jimin lo guardó cercando di mantenere la calma. Mentre Jungkook si avvicinava a lui.
- Vuoi che ti aiuti? Ti accompagno in infermeria. -
- No, ci vado da solo.. -
Fece un passo, ma il dolore che lo colpì alla caviglia stava per fargli perdere l'equilibrio, ma Jungkook lo afferró, tenendolo stretto al proprio petto.
- Ti aiuto io.. -
- Jungkook.. -
- Non voglio obbiezioni Jimin... Lasciati aiutare.. -
A quel punto Jimin non potè far altro che tenersi a Jungkook.
- Hey Jk.. Che fai lo aiuti? -
- Tornate alla lezione ragazzi.. Torno tra poco.. -
Il suo amico lo guardó, parandosi davanti.
- Davvero lo aiuterai? È uno stronzo.. -
- Sei tu che l'hai spinto.. -
- Hey Jk.. Andiamo, da che parte stai? -
Jungkook lo guardó negli occhi, facendo passare la lingua sulle labbra.
- Chan.. Torna alla lezione.
In questo caso, hai sbagliato tu.. -
Spinse piano Jimin fuori dalla palestra, poteva vedere come l'amico non l'avesse presa bene.
- Sè gli vai contro, potrebbe essere peggio.. lo sai? -
- Non m'importa.. Ti ha spinto.. Ha sbagliato. -
- Che fai sè in detenzione mi picchia? Tu nemneno ci sarai.. -
Jungkook lo guardó, scuotendo piano la testa.
- Non ti toccherà.. Promesso.. -

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