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Jimin prese l'autobus per tornare a casa, dopo tutto per andare li avevano ausato l'auto di Jungkook, ma lui non era li e quindi Jimin dovette sollevare il proprio cappuccio sopra la testa e tirare sù la zip, almeno cosi poteva nascondere il taglio al labbro e il livido sullo zigomo che faceva decisamente male.
Ma era stanco di subire, stanco di accettare quelle violenze.
Per non parlare del comportamento del moro, lo aveva davvero lasciato li da solo, solo per andare con quelle due? "Non posso farmele scappare"
Aveva detto, e invece con lui?
Sè lo stava facendo scappare eccome, perchè non aveva alcuna voglia di soffrire ancora per Jungkook.
Non sarebbe mai stato suo e dopo oggi nè era più che convinto.
Il proprio cellulare inizió a squillare, Jimin si sedette sul sedile in fondo, quel giorno l'autobus non era cosi affollato quindi a parte l'occhiata sospettosa ma preoccupata dell'autista, nessuno si era accorto di come fosse conciato in faccia.
Prese il proprio cellulare dalla tasca del giubbotto e accettó la chiamata.
Era sua madre, per Jimin era cosi strano avere una qualche conversazione tramite chiamata con sua madre, dopo tutto aveva passato 19 anni vedendola completamente ubriaca e persa nel suo mondo.
Quella mattina avrebbe voluto far colazione con lui e adesso lo stava addirittura chiamando.
- Pronto.. Mamma? -
"Hey.. Scusa sè ti disturbo ma.. Volevo sapere sè torni per cena.
Si, insomma vorrei preparare qualcosa di buono per me e.. per te.. Ci sarai?"
Jimin guardó fuori dal finestrino, notando poi il proprio riflesso.
Come avrebbe reagito sua madre a quella vista?
- Io.. -
"Per favore Jimin.. Só di non essere stata una buona madre e nemmeno sono mai stata presente nei tuoi successi o nelle tue cadute..
Ma voglio rimediare.."
- Perchè adesso? Perchè ora che voglio trasferirmi a seoul.. Mi dici questo?
Mamma.. Non cambieró idea.. Non resteró a Busan.. -
Jimin potè sentire la madre sospirare leggermente, per poi dire.
"Non ti chiedo di rinunciare al tuo futuro per me, dopo tutto non ho alcun diritto di chiedertelo.
Ma.. possiamo rimanere in buoni rapporti no?
Tuo padre ed io.. Sai come vanno le cose, sono certa che.. Sai che non parte per dei viaggi di lavoro..
Quindi, dovremmo essere forti tu ed io..
Cerchiamo di.. Di ricostruire un rapporto madre e figlio.. Quindi, Ti aspetto per cena?"
- Si.. Certo.. Ma prima devo passare da Nam e Jin.
Non è un problema vero? -
La madre rispose che non c'era alcun problema e a Jimin questa cosa fece veramente sperare che la madre stesse cambiando.
Perchè dopo tutto a sua madre non era mai andato a genio Nam e tanto meno Jin, soprattutto dopo il loro coming out dei due.
Jimin sperava che stesse cambiando, per lui.
Mise giù e si alzó dal proprio posto, avvicinandosi all'autista.
- Puó accostare? Sono arrivato.. -
L'autista fermó l'autobus al lato della strada e Jimin scese, li a due passi abitava Nam.
Sapeva per certo che ci avrebbe trovato anche Jin, dopo tutto l'uno non poteva stare senza l'altro e da li a cinque giorni sarebbero partiti per seoul.
Arrivato al portico bussó piano alla porta, sentendo poco dopo la sicura scattare, una faccia assonnata di Nam gli parse davanti, era cosi buffo quando lo sorprendevi a dormire.
- Jiminie.. Cosa.. -
Jin si fece largo sotto il braccio di Nam, guardandolo attentamente.
- Chi è stato? -
- È una lunga storia.. Riuscite a sistemarmi? Devo.. Cenare con mamma e non vorrei spaventarla. -
Nam sollevó un sopracciglio guardandolo attentamente, dopo aver udito quelle parole.
- con tua madre? E da quando cena con te e soprattutto è sobria? -
- Non lo só, è da questa mattina .. Da quando sono uscito di casa.. che sembrava diversa.. -
Nam e Jin a quel punto lo fecero entrare in casa e lo fecero accomodare in salotto.
Jin prese del correttore e gli si piazzó di fronte, sedendosi sul tavolino di fronte.
Iniziando ad usare del correttore per coprire il livido sullo zigomo, ora decisamente più visibile di prima.
A quel punto, tra una smorfia di dolore e un altra Jimin sentì il proprio cellulare suonare.
Lo prese dalla tasca del giubbotto notando che a chiamarlo era Jungkook.
Davvero dopo quello che aveva fatto, lo cercava?
- Non rispondi? -
- Non.. Non mi vá.. -
Declinó la chiamata, notando poco dopo un messaggio.
"Jimin.. Richiamami.."
Ma Jimin decise di spegnere il cellulare.
Tornando a concentrarsi sul suo migliore amico, che finito di sistemarlo, gli propose una cenetta tra amici, ma che dovette da subito reclinare.
- Ho mamma che mi aspetta.. Sarà per la prossima volta.. -
E cosi fece, salutó i propri amici e tornó alla fermata dell'autobus.
Prese il primo che passava di li e che lo avrebbe portato sulla via di casa.
Jin aveva proprio fatto un ottimo lavoro col trucco, sua madre non si sarebbe accorta dei lividi e cosi non avrebbe fatto domande.
Jimin scese alla propria fermata, raggiungendo il vialetto di casa.
Prese le proprie chiavi e una volta varcata la soglia di casa sentì un profumino delizioso provenire dalla cucina, la raggiunse trovandoci la madre intenta a cucinare.
- È Ramen? -
- Hey chimmy.. Sei a casa.. -
Chimmy? Jimin non sentiva quel soprannome da molti anni, era il simpatico soprannome che la madre gli aveva dato quando era più piccolo e quando le cose tra lei e suo padre andavano bene.
- Si.. Te lo avevo promesso.. -
- Ottimo, allora tra poco è tutto pronto.. Vuoi farti un bagno caldo prima? , ci vorranno ancora qualche minuto.. -
Jimin acconsentì a concedersi un bagno caldo, preferì la vasca che la doccia, altrimenti il trucco messo da Jin sarebbe scomparso nel giro di qualche secondo, sè si fosse concesso una doccia.
Salì al piano di sopra, riempiendo la vasca e mettendoci del bagnoschiuma.
Tolse gli abiti e si infiló nella vasca, appoggiando la testa contro il bordo.
In quel momento pensó alla chiamata di Jungkook, a cosa avesse voluto dirgli.
Era un vero idiota a pensare e ripensare a quella chiamata, dopo il comportamento che aveva avuto il moro quel pomeriggio.
Jimin si allungó verso il propri Jeans, afferrandoli e prendendo il cellulare.
Lo riaccese e arrivó una notifica che Jungkook aveva cercato di richiamarlo e un altro messaggio.
"Saró li tra poco.."
Jimin sgranó gli occhi, quel messaggio era stato inviato dal moro già quindici minuti prima.
Avvió la chiamata.
Uno squillo, due.. al terzo la voce di Jungkook risuonó al proprio orecchio.
- Che cosa vuoi? -
"Parlare con te.."
Disse a quel punto, ma Jimin non aveva alcuna voglia di parlare con lui.
Non dopo com era stato trattato quel pomeriggio.
Aveva il diritto di essere offeso, no?
- Non nè ho voglia.. -
"Jimin ascolta.. Ho saputo cos è successo davanti al centrocommerciale.. Ho saputo cos ha fatto Chan.."
- Beh ora che hai sentito che stó bene.. Puoi anche smettere di fingere che sei preoccupato per me.. -
Jungkook ci mise qualche secondo per rispondere a tutto ció.
"Smettila di dire che non mi preoccupo per te.."
- Ahn davvero?
Devo ricordarti che appena hai capito che il professore non era più nei paraggi, hai preferito lasciarmi li e andartene con la bionda e la mora?
Hai preferito loro a me, Jungkook, dunque che cosa vuoi adesso da me? Cos è sei stato scaricato?
Beh, per la cronaca.. Non sono un oggetto, non sono un qualcuno che usi a tuo piacimento.
Non mi usi perchè sei da solo.
Non voglio.. Non ho le forze per.. Per subire un altro rifiuto da parte tua.. -
"JIMIN.. È pronto.."
Urló sua madre dal piano di sotto.
- Arrivo mamma! -
- Scusa ma devo proprio andare adesso e per quanto riguarda quello che è successo con Chan davanti al centrocommerciale.. Beh.. Ho iniziato io la rissa.. -
Mise giù senza aspettare la risposta del moro.
Uscendo poi dalla vasca, asciugandosi in fretta e indossando cosi il proprio pigiama.
Scese al piano di sotto entrando in cucina.
La madre stava mettendo il Ramen in tavola, e lo stomaco di Jimin brontoló per la fame.
Stava per sedersi quando si udì il campanello di casa.
- Aspettavi qualcuno? -
Chiese alla madre che scosse la testa e così Jimin uscì dalla cucina per raggiungere la porta e una volta aperto, ci trovó il padre e Jungkook.
- Sei a casa.. -
Disse il padre guardandolo attentamente.
Spostando poi lo sguardo oltre le sue spalle.
Lo scansó un malo modo entrando in casa e andando verso la cucina a quel punto Jimin si voltó a guardare Jungkook.
- Jungkook vattene.. Per favore.. -
- Mi dispiace ma.. Tuo padre mi ha trovato qua fuori e mi ha detto di restare per cena. -
- Credimi non è.. Non è una buona idea.. -
Ma Jungkook entró un casa, lui peró a differenza del padre, lo scansó con una dolcezza che lo fece  sospirare piano.
Jimin non potè fare altro che richiudere la porta e guidarlo verso la cucina.
Dove la madre lo guardó con sguardo assente.
Mentre il padre era già seduto a tavola e stava mangiando il Ramen che doveva essere il suo.
- Jimin.. non basterá per tutti.. -
- Va bene così mamma, a dire il vero non ho molta fame.. -
E le sorrise per tranquilizzarla.
- Sedetevi.. Jungkook giusto? Siediti e mangia del Ramen con me.. -
Disse a quel punto il padre, Jimin gli fece cenno di sedersi e cosi fecero entrambi.
Il padre, la madre e Jungkook anche sè aveva rifiutato delicatamente di mangiare il Ramen gli era stato offerto comunque.
Mentre Jimin non nè aveva nemmeno avuto mezzo.
- Da quanto conosci mio figlio? -
Chiese l'uomo finendo il proprio piatto e lanciando lo sguardo sul moro.
- Dall'inizio della scuola.. Frequentiamo la stessa classe da tre anni.. -
- Voglio essere chiaro con te fogliolo.. Abbiamo già avuto diversi trascorsi con queste stronzate.. In paese girano voci sul conto di mio figlio.. Voci che hanno e stanno rovinando la reputazione della mia famiglia.
Non sei qui perchè ti piace Jimin.. Vero? -
- Come scusi? -
- Mio figlio ha una pessima reputazione nella societá.. Non voglio che escano nuovi pettegolezzi sul fatto che mio figlio frequenti un ragazzo..
è più chiaro adesso? -
Jungkook lo guardó con sguardo serio, mentre Jimin spostava lo sguardo da sua madre a suo padre per poi posarlo sul moro.
Sperava solo che Jungkook non sè ne usciasse con qualcosa di strano o quella sera non le avrebbe prese solo da Chan ma anche da suo padre, suo padre era totalmente, completamente omofobo
Sè solo fosse uscito che a lui piaceva Jungkook, era la fine.
- Voglio essere io chiaro con lei, signore.. Io sono un amico di suo figlio e non ho alcun interesse sentimentale nei suoi confronti.. -
Jimin si strinse nelle spalle, sentendo il proprio cuore perdere diversi battiti.
- Jimin, tesoro.. Vuoi ordinare della pizza? Non hai mangiato nulla.. -
- No, mamma.. Davvero stó bene.. -
Il padre tornó a guardare Jungkook.
- Allora andremo molto d'accordo tu ed io..
Detto questo.. Vado a farmi un bagno caldo, è stato un viaggio lungo il mio.
Ottima cena.. Finalmente non ti ho trovata attaccata alla tua bottiglia preferita. -
L'uomo rise e uscì dalla cucina.
- Jimin.. -
Jimin si alzó da tavola, non voleva proprio guardarlo in faccia.
- Vattene Jungkook.. Per favore vattene.. -
- Jimin tesoro, è un ospite.. Non puoi cacciarlo cosi. -
Guardó sua madre, stringendo le mani a pugno.
- Non lo voglio qui.. Fallo andare via. -
Jungkook lo afferró per il braccio, facendolo voltare.
- Che ti prende? -
- Sei una tale delusione Jungkook.. Vai.. Và da quelle due. Nascondi chi sei.
Non hai le palle per ammettere che.. -
Il padre rientró in cucina.
- Tu.. Piccolo bastardo.. Sei innamorato di lui!!! Non ti è bastato l'anno scorso tutte quelle dicerie sulla nostra famiglia per colpa tua! -
Jimin si voltó verso la porta in cui era entrato il padre.
- Dannazione si, sono innamorato di lui.
Si papà, sono gay! -
- Jimin -
Inizió sua madre, mentre lui si avvicinava pericolosamente al padre.
- Ma tranquillo papá, a lui non piaccio.
È troppo codardo.. -
Detto questo scansó il padre e uscì dalla cucina, pronto a salire le scale.
Ma qualcuno lo afferró per il braccio, bloccandolo dal farlo.
- Vattene subito da qui. Non voglio più vederti! -
- Con piacere! -
Si scansó la mano del padre, salendo le scale e raggiungendo la propria stanza.
Potè sentire la presenza del moro alle proprie spalle.
- Dove andrai? -
- Non ha importanza.. Staró da Nam e Jin e appena loro partiranno per seoul, troveró una nuova sistemazione..  Puoi andare Jungkook.. -
Jungkook si avvicinó, facendolo voltare.
- Jimin.. ascolta.. Mi dispiace, Hai ragione sono un codardo..
Mi dispiace, ma ti sbagli a dire che non mi piaci.
Tu mi piaci Jimin.. Mi piaci.. -

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