[ 6.00 am ]

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E v a n


Feci uscire un gemito e Alice girò la testa "Cos'hai?" alzò i suoi occhi scuri e mi guardò "Devo andare in bagno..." gemetti. I suoi occhi si spalancarono e con le labbra formò una 'o' "E' così urgente?" mi chiese assumendo un espressione preoccupata "Beh..." dissi "Non è così urgente come pensi ma devo assolutamente andare, altrimenti tra un quarto d'ora potrei farmela addosso" lei abbassò la testa "Ok... quindi in pratica è più che urgente" mi fece notare "In pratica sì" le risposi. Lei aggrottò le ciglia e iniziò a pensare, io purtroppo non riuscii a pensare ad altro che al fatto di dover scappare in bagno il prima possibile.


"Bene" Alice ruppe il silenzio, si girò dietro di lei e prese la bottiglia di plastica vuota che stava a terra, poi capii che cosa aveva in mente.


"Tu vuoi che io la faccia li dentro?" riuscii a sentire le mie guance arrossirsi "Beh, almeno avresti un posto dove farla e poi non abbiamo molto tempo prima che le persone si sveglino per andare a lavoro perciò... si voglio che tu la faccia qui dentro" io inghiottii la saliva. "Ok" dissi.


Senza dire una parola afferrai la bottiglia dalla sua mano e mi voltai verso il muro poi mi voltai per vedere se anche lei si era voltata dall'altra parte. Aprii la zip dei pantaloni e iniziai a fare ciò che dovevo fare.


A l i c e


L'ossigeno iniziava a scarseggiare nel piccolo ascensore.


Evan fischiettava probabilmente per nascondere l'imbarazzo che provava in quel momento.


Non riuscivo a credere al fatto che mi trovavo rinchiusa in un ascensore con uno sconosciuto che stava urinando dietro di me.


Sentii il rumore della sua zip chiudersi e del tappo della bottiglia, così decisi di voltarmi a guardare la sua faccia rossa di vergogna.


Per un momento rimanemmo impacciati a guardarci e lui preferì tenere la mano con cui teneva la bottiglietta dietro la schiena, non passò molto tempo prima di scoppiare entrambi a ridere.


"Mi dispiace che tu abbia dovuto assistere ad una scena del genere, è la cosa peggiore che io abbia mai fatto. C-come posso farmi scusare?" Evan si scusò e io risi.


"Evan per favore non preoccuparti, è la natura umana!" lui annuì ancora imbarazzato prima di ricominciare a parlare.


"Speravo tu avresti voluto... dammi la possibilità di portarti fuori a cena quando usciremo da questo fottuto ascensore!" borbottò rumorosamente per farmi sentire.


Gli rivolsi un sorriso, ma dopo un paio di secondi subito girai la testa verso la mia borsa e iniziai a rovistare alla ricerca di una penna. Appena la trovai afferrai il suo braccio e poggiai la punta della penna sul palmo della sua mano ma prima di riuscire a scrivere notai il suo sguardo stranito.


"Cosa c'è?" gli chiesi


"Ho letteralmente appena urinato in una bottiglia senza lavarmi le mani e ora tu la stai toccando?" mi guardò stranito, io feci spallucce e incominciai a scrivere il mio numero sulla sua mano.


"Se usciremo vivi di qui un giorno, mi chiamerai e vedremo di organizzare qualcosa" gli rivolsi un occhiolino e lui mi sorrise.


"Ne sarei più che felice" mi rispose per poi darmi una specie di abbraccio.


[ 6.40 am ]


A l i c e


Sbadigliai, non vedevo l'ora di uscire da lì per andare nella mia stanza e poter finalmente dormire per 8 ore di fila.


"L'hai sentito?" disse Evan, io scossi la testa per negare mentre lui iniziò a guardarsi intorno.


"Penso di aver sentito qualcuno parlare" disse rimanendo fermo in piedi al suo posto. Mi guardò e con la mano mi fece segno di alzarmi per sentire.


"Ecco, di nuovo!" urlò questa volta.


"Io non sento nien..." Non finii la frase poichè Evan mi zittì portando un dito sulle labbra. Si guardò nuovamente intorno e assunse un'espressione concentrata. Fu in quel momento che riuscii finalmente a sentire le voci e capire di cosa stava parlando Evan.


"Mio dio..." lo guardai a bocca aperta. Lui sorrise pensando al fatto che entrambi saremmo finalmente usciti di lì.

12 ore [evan peters]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora