Capitolo 1

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Dopo quello che è successo in Giappone, i Ghoul si sono sparsi in tutto il mondo e sono anche... come ha detto quel politico? "Socialmente accettati come qualunque altro membro della società".
Tutte cazzate.
Non si diventa "socialmente accettati" da un giorno all'altro.
Non lo è stato per i neri, non lo è stato per i gay, e non lo sarà neanche per noi.
Adesso sono su un aereo con il mio migliore amico, diciamo così, e stiamo per partire dall'Italia per andare in Giappone. Per la lingua non ci sono problemi, la conoscevamo già, e in realtà non ci interessava andarci ma ci hanno costretto. A proposito, non mi sono presentato. Il mio nome è Wolf, ho i capelli blu scuro e gli occhi neri, mentre quell'idiota del mio amico si chiama Reul, ha i capelli ricci e biondi, gli occhi verdi e, come posso dire, è un dongiovanni, ma nel senso peggiore del termine. Sfrutta le ragazze per divertirsi, ma nonostante tutto non è una cattiva persona, a modo suo, sà essere "gentile" e "simpatico".
Noi sappiamo già usare le nostre Kagune benissimo, ma a quanto pare "abbiamo bisogno di un'istruzione" ma l'alternativa era il collegio, che a me non dispiaceva, ma avevo paura di ciò che avrebbe fatto Reul.
Quindi ora stiamo per atterrare in Giappone e ne sono stranamente divertito, perché mi piace viaggiare e girare il mondo, e anche a Reul ma lui soffre molto i veicoli e non credo che si sia goduto molto il viaggio.
Una volta arrivati, abbiamo fatto tutti i controlli di routine, e dopo andammo in albergo, dove chiedemmo espressamente di avere camere separate e venimmo accontentati.
Era ormai notte fonda quando sentii un urlo squarciare il silenzio notturno, mi ero completamente dimenticato di Reul. Entrai subito nella sua stanza con la chiave ausiliaria, corsi in camera sua e cercai di calmarlo, e dopo qualche minuto, ci riuscii. Dopo aver smesso di urlare, Reul mi guardò e disse.
- Grazie, Wolf.-
Si sentiva che non riusciva a parlare per gli urli che aveva lanciato prima.
-E che ci sto a fare sempre con te sennò?- risposi sarcastico.
- Ecco perché non riesco a liberarmi di te!- continuò Reul.
- Ma sono felice che tu sia qui.- concluse.
Questi erano quei pochi momenti in cui mostrava la sua "umanità".
Dopo tornai in camera a riposare ma vedendo che ormai era quasi mattina decisi di uscire e fare una passeggiata.
Il nostro albergo era vicino al mare quindi ne approfittai per fare un giro sul bagnasciuga, ripensando un pò alla mia vita. Si, quando sono da solo tendo a riflettere, strano a dirsi.
Pensai a quando ero un bambino, la vita da Ghoul era difficile, soprattutto se sei da solo. Non ricordo quando, ma un giorno incontrai Reul, era stato pestato a sangue e non sarebbe sopravvissuto se non l'avessi salvato. Quando riprese conoscenza, gli raccontai tutto e, orgoglioso com'è, prima cercò di attaccarmi, non riuscendoci per via delle ferite, poi ad andarsene, ma non vi riuscì per lo stesso motivo e da quel momento diventammo amici.
Vidi che il sole ormai era completamente sorto, quindi mi diressi in albergo e notai che Reul non era nella sua camera. Subito dopo sentii una voce alle mie spalle.
-Ecco dov'eri, idiota. Mi hai fatto preoccupare. - disse Reul.
- Non per qualcosa, ma ho un senso dell'orientamento di merda, quindi se non mi guidi tu sono fregato.- continuò.
- Ah, iniziavo a pensare che forse ti fossi simpatico, ma mi sbagliavo.- risposi sorridendo.
-Forza sbrigati che dobbiamo fare colazione. - disse scendendo le scale e io lo seguii.
Andammo al bar e ordinammo due caffè.
- Voi siete Ghoul, vero?- chiese il barista.
- Anche se fosse?-rispose Reul minaccioso.
- Veramente mi è appena arrivata una scatola di carne per Ghoul e volevo vedere se a voi piacesse.- disse il barista leggermente intimidito.
- Non si preoccupi, è un idiota. - risposi al barista.
- Si, lo siamo, e sarei curioso di assaggiarla, e anche a lui piacerebbe. - continuai.
L'uomo ci porse due confezioni che noi aprimmo, e trovammo un pezzo di carne che sembrava umana. L'addentai prima io, e stranamente questa carne sintetica non faceva così schifo come pensavo.
- Com'è? - mi chiesero entrambi.
- Stranamente buona, molto simile alla carne umana, ma senza la paura che ci arrestino.- risposi addentandola di nuovo.
Sentito questo, anche Reul la addentò e dal suo sguardo ero sicuro che fosse sorpreso.
Dopo aver finito, chiesi.
- Quanto sarebbe il conto?-
- 5 yen per i due caffè.- mi rispose.
-E per la carne? - chiese Reul.
- La offre la casa.- rispose il barista.
- Grazie mille, è molto gentile da parte sua.- dissi pagando i due caffè.
-Si, grazie.- rispose scocciato Reul.
- Allora buona giornata.- ci disse mentre stavamo uscendo dall'albero per dirigerci verso la scuola.
Una volta arrivati, e aver impedito a Reul di perdersi un paio di volte, arrivammo davanti alla scuola.
Rimanemmo entrambi a bocca aperta. Era davvero enorme, e piena di alberi di ciliegio.
- Credo che vi divertiremmo molto in questa scuola.- dissi a Reul schioccandomi le nocche.
- Eccome! - disse fissando il sedere di alcune ragazze.
- Che coglione!- sussurai sicuro che lui mi avesse sentito.
- Che frocio!- rispose anche lui allo stesso modo.
Detto questo vi incamminammo all'interno della scuola.

Anche i mostri possono amare.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora