18 dicembre - Natale a New York(CI)

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Fin da piccola il mio desiderio per Natale è sempre stato uno solo: passarlo a New York

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Fin da piccola il mio desiderio per Natale è sempre stato uno solo: passarlo a New York.
Il Natale nella grande mela è qualcosa di meraviglioso.
La città e soprattutto Central Park si ricoprono di neve e camminare nel parco sembra fare una passeggiata in un regno incantato.

E quando il tuo fidanzato ti annuncia di aver deciso di non tornare in Inghilterra per Natale e rimane a New York, non puoi che essere la persona più felice del mondo.

Ormai io e Callum viviamo nella città sull'Hudson da due anni e lo scorso Natale siamo partiti per tornare dalle nostre famiglie, e nonostante mi faccia sempre piacere passare il Natale con loro, avrei voluto passarlo dall'altra parte del mondo.

E quest'anno è proprio così.

Ed è proprio come avevo sempre sognato.

In questi giorni ha nevicato e Central Park è ricoperto di una soffice neve che ti fa sprofondare un pochino ad ogni passo, ma a noi non importa.

Mentre passeggiamo per il parco, incontriamo un gruppo di bambini che approfittano della neve per fare un pupazzo e come una bambina mi volto verso Callum battendo le mani.
«Cal facciamo un pupazzo anche noi, per
favoreee» allungo l'ultima lettera sperando di fargli più tenerezza costringendolo a dirmi di sì.

«Se proprio dobbiamo» risponde lui cercando di non farsi sfuggire un sorriso, ma fallisce miseramente.
Gli afferro prontamente la mano conducendolo nel punto che io ritengo perfetto.

Passiamo la seguente ora a costruire il pupazzo e a lanciarci la neve addosso in una vera e propria battaglia, che ha coinvolto anche una famiglia che era vicina a noi.

Uno dei bambini chiede a Callum di fare degli angeli di neve e lui non si rifiuta, ama troppo i bambini e passerebbe ore a giocare con loro, lo rendono felice non facendolo pensare a tutto il resto che lo circonda perché i bambini sono così, loro pensano solo a godersi il loro essere piccoli.

Mi siedo su una panchina accanto alla mamma dei bambini, che tiene in braccio il più timido dei tre.
«Siete davvero una bella coppia, avete già pensato di allargare la famiglia?» domanda osservando come si comporta Cal con i due bambini con cui sta giocando. «Onestamente no, sappiamo entrambi di volere dei figli ma non ne abbiamo mai parlato seriamente, anche se devo ammettere, di essere pronta a diventare mamma.» lei mi sorride e si alza per andare a recuperare tutta la famiglia ed io dal mio canto raggiungo la mia metà.

«Di cosa avete parlato?» mi chiede Callum dopo aver salutato la famiglia ed esserci incamminati per uscire da Central Park e andare a pattinare al Rockefeller Center, la parte più divertente della giornata poiché Callum non sa per niente pattinare.
«Niente di che, ne parliamo più tardi a casa. Adesso voglio vedere quanto sei migliorato dall'ultima volta» mi rivolge una linguaccia prima di noleggiare dei pattini per entrambi.

Allaccio i pattini e non mi faccio problemi a entrare sulla pista per farmi un giro in attesa che Cal finisca di mettere i suoi.
Dopo un paio di minuti mi accorgo che il mio accompagnatore non c'è, non è ancora entrato e mi tocca andare a prenderlo.

«Vuoi il pinguino per i bambini?» domando vedendolo all'ingresso indeciso se entrare o consegnare i pattini e aspettarmi fuori, mi rivolge il dito medio e alla fine afferra la mia mano mettendo il primo piede sulla pista. «Lo sai che non sei costretto a farlo» «Sì, ma ti ho promesso che avremmo fatto tutto quello che volevi, insieme, quindi lo farò.» mi spunta un sorriso enorme sul viso e decido di allungare anche l'altra mano che lui prende mettendo anche l'altro piede sulla pista. «Non posso semplicemente attaccarmi al bordo?» scuoto la testa e pattinando all'indietro lo porto al centro della pista. «Non s'impara stando vicino al bordo, bisogna stare in mezzo. E poi tu hai l'insegnante migliore del mondo.»

Passiamo l'intera mezz'ora seguente a fare un passo alla volta, ritrovandoci a ridere per terra almeno tre volte, e alla fine Callum riesce a fare un paio di passi senza di me, ma la gioia non dura molto perché cade nuovamente.

Dichiariamo ufficialmente che il pattinaggio sul ghiaccio non è lo sport preferito di Callum Ilott.

Sfortunatamente questa volta si è fatto male al ginocchio, costringendoci a terminare prima la nostra giornata per tornare nel nostro appartamento.

«Non sei arrabbiata?» mi domanda appena lo lascio sul divano per andare a prendere del ghiaccio per la botta.
«Perché dovrei esserlo? Nonostante la tua caduta mi sono divertita tutto il giorno. Abbiamo fatto dello shopping natalizio che non avevo mai fatto il giorno stesso di Natale, abbiamo pranzato in un ristorante, dove sembrava di essere sul Polar Express, abbiamo fatto una passeggiata per Central Park e avevo ragione sembra di essere in un mondo fatato, abbiamo fatto un pupazzo di neve e una battaglia a palle di neve e pattinato sotto all'albero di Natale del Rockefeller Center. È andato tutto come m'immaginavo e ti dirò la verità, è stato anche meglio dei miei sogni, solo perché c'eri tu con me.»
Gli passo il ghiaccio da mettere sul ginocchio e lui mi attira a sé per scambiarci un dolce bacio.

Sedendomi accanto a lui sul divano mi ricordo che non abbiamo ancora scartato i regali, così mi alzo per prendere il suo e i miei regali.
I miei sono due, uno più grande e uno più piccolo, ma in realtà sono insieme.
«Apri prima il tuo» annuisco prendendo la scatolina dalle sue mani.
Tolgo, o meglio, strappo la carta, sono sempre stata impaziente di aprire i regali di Natale, rivelando una scatolina di una collana. Sollevo il coperchio e all'interno non c'è una collana come pensavo, ma un anello e un bigliettino su cui c'è scritto "Noelle Winters, mi renderesti la persona più felice del mondo diventando mia moglie?"
Non riesco a contenere le lacrime abbracciandolo immediatamente. «Lo prendo per un sì?» «Oddio scusa, assolutamente sì Callum.» stavolta sono io a baciarlo per prima.

«Ora ti prego apri i miei perché dopo questa proposta non riesco a non fare spoiler» lo prego ridendo, e lui si butta immediatamente a capofitto nello scartare il primo regalo, quello più piccolo e probabilmente il più importante.

Al contrario mio lui lo scarta come una persona normale, e quando si accorge che è un test di gravidanza positivo rimane in silenzio per un paio di secondi.
«Sei seria?» domanda urlando alzandosi in piedi nonostante il male al ginocchio. Mi alzo insieme a lui annuendo e Callum mi abbraccia immediatamente. «Aspetta, cosa c'è nell'altro pacchetto?» mi domanda ma io invece di rispondere lo incito ad aprirlo per scoprirlo.
La seconda scatola rivela una tutina con dietro scritto Ilott e il numero di Callum.
Il suo guardo s'illumina ancora di più e si risiede sul divano facendomi sedere sulle sue gambe.
«Possiamo ammettere che questo è sicuramente il Natale migliore della nostra vita?»

Assolutamente sì.

Ho sempre sognato di passare il Natale a New York e ora che l'ho vissuto, posso dire che è stato notevolmente migliore di quanto pensassi.

Le persone hanno ragione.

Il Natale a New York è sicuramente magico.

Jingle drivers' bells (vol.3)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora