21 dicembre - Rudolph dal naso rosso(MS)

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aboutali16

Lavorare in un asilo non è per niente stressante, lo afferma Anthea di 23 anni. Mi dico da sola sembrando una psicopatica.

Nell'ultima riunioni delle maestre dell'asilo si parlava proprio di Natale. In questi giorni con i bambini abbiamo appeso per tutto lo stabile le decorazioni fatte a mano da loro.

La giornata è quasi finita e insieme alla mia classe attacchiamo l'ultima decorazione, prima che i genitori vengano a riprendersi i loro figli.

-Maestra quale stellina le piace di più!-

-Non lo so, però quella verde mi piace molto!-

-SIII! Maestra è la mia!- Urla un altro bambino abbracciandomi la gamba.

-il verde è il mio colore preferito!- Dico sorridendo.

Questi bambini sono così speciali. Ogni giorno mi mettono di buon umore anche se non lo sono, per questo voglio che la recita di Natale sia indimenticabile.

Le mie colleghe maestre, che lavorano qua da molti anni ormai, sono stanche anche loro di vedere la solita recita tra angioletti e pecorelle, diciamo che non va più di moda e del repertorio dell'asilo c'è sempre stata solo quella .

Stanche anche loro della solita storia, guardarono tutti me esordendo con un : - Anthea! Tu sei giovane! Perché non scegli tu che recita portare quest'anno!.-

-Io? Ma non possiamo sceglierla tutti insieme?- Dico sconcertata , perché non so minimamente dove andare a parare.

-Ma si, a noi andrà bene! Le tue idee sono sempre splendide!- Dice Mariza.

-Va bene ci proverò! Entro quando devo aver tutto pronto?- Chiedo per mettermi al lavoro il prima possibile.

-Beh almeno una settimana, perché poi non ci rimane molto tempo per finire, se dobbiamo creare i costumi e le scenografie.- Dicono.

Perfetto, al momento il mio livello di creatività è sotto zero. Non voglio sicuramente la classica recita per questi bimbi, vorrei qualcosa di più speciale, e soprattutto che possa sorprendere i genitori che vengono a vederli, stanchi anche loro della solita recita, con le stesse battute che vanno avanti da un decennio almeno.

-Va bene Anthea, noi abbiamo finito, ci vediamo domani, e hai tempo una settimana per decidere cosa fare alla recita e poi noi ci metteremo al lavoro per cercare il materiale necessario. -

Annuisco, ed esco fuori dall'asilo, mentre una pioggerellina leggera, crea atmosfera in città, mentre la neve che c'era prima con la pioggia finisce quasi per scomparire, ma ciò nonostante in questi giorni, il meteo chiama ancora un po' di neve.

Corro in macchina, per evitare di aprire l'ombrello, e mi chiudo dentro. Appena la accendo il telefono si collega direttamente con il Bluetooth e posso mettere tutte le playlist che voglio. Però ora in particolare ho deciso per una playlist di Natale, magari mi aiuta a pensare.

Tra una cosa e l'altra mi accorgo che suona il telefono, quindi di conseguenza la musica si ferma e sento la suoneria dell'iPhone.

Mick il mio migliore amico mi sta chiamando.

-Pronto Mick cosa c'è?- Dico mentre rimango concentrata sulla strada.

-Ciao Anthea che piacere sentirti come ti va la vita? Dove sei che son venti minuti fuori da casa tua sotto la pioggia.- Dice sbuffando.

-Magari a lavoro no? - E sta volta tocca a me sbuffare.

-Ah si vero, comunque tra quanto arrivi?- Chiede.

-Almeno altri dieci minuti, e sono a casa.- Dico.

- Va bene ti aspetto allora e vedi di muoverti!- Afferma.

-Solo perché tu vivi di velocità non significa che io devo essere flash.- Dico chiudendo la chiamata lasciando ridacchiare Mick dall'altra parte del telefono.

Sorrido, Mick è già tornato a casa dopo le varie fermate in giro per il mondo. E proprio nel momento giusto. Gli chiederò una mano per la recita dei bimbi dell'asilo.

Io e Mick ci conosciamo proprio dall'asilo e dalla prima volta che ci siamo visti siamo andati subito d'accordo. È da lì in poi siamo diventati migliori amici, l'ho visto diventare campione del mondo in f3 e f2 fino a vederlo arrivare in f1, considerandolo ormai un uomo cresciuto.

Mentre lui mi ha visto continuare gli studi e arrivare alla laurea, fino al mio lavoro.

Arrivo a casa e trovo Mick dentro in macchina, anzi dentro la sua macchina poco sgargiante di un rosso bordeaux metallizzato che si nota poco nelle strade innevate .

Lo vedo scendere dalla macchina e gli faccio cenno di arrivare sotto il portico di casa, mentre cerco le chiavi per entrare. Abito ancora con i miei genitori ma presto spero di trovare un appartamentino da rendere mio.

-Ciao Thea.- Thea è il mio soprannome anzi è il soprannome che mi ha dato Mick .

-Ciao biondino. Entra che sennò finisci come un pulcino bagnato.- Dico aprendo la porta di casa per poi far accomodare Mick. Poso il cappotto e chiedo :- Ti va una tazza di cioccolata calda?- Mick in tutta risposta annuisce ed io sorrido compiaciuta perché amo bere la cioccolata calda in inverno e in compagnia.

Mentre mi metto hai fornelli, Mick parte a parlare di tutto quello che ha fatto in queste settimane ed io come sempre, rimango incarnata ed estasiata da tutti i posti che riesce a visitare, ma nonostante ciò come sempre la mancanza di casa si fa sentire, e chi sono io per dirgli il contrario.

-Te l'asilo? Come va la?- Chiede schiacciando un mezzo tasto dolente.

-Bene, i bambini sono meravigliosi e le college di lavoro anche, ma non vedo anche l'ora delle vacanze di natale per riposare un po'.- Dico sedendomi in divano con la tazza di cioccolata in mano e lo sguardo perso a pensare alla fatidica recita.

-Però?- Sussurra Mick mentre fa un sorso della bevanda.

-Non ho detto però.-

-La tua faccia dice però, che cosa c'è Thea.- Mick è sempre stato incredibile nel leggere le espressioni del viso ed è quasi incredibile come ogni volta ci azzecchi sempre.

-Diciamo che sono un po' tesa, mi hanno chiesto di creare la recita di Natale per quest'anno. Dicendo che si fidano di me perché per loro ho tanta creatività anche se, tutto sommato, di creatività al momento ne ho veramente poca.- Dico.

-Ma va Anthea tu trovi sempre una soluzione.- Dice.

-Certo ma al momento la mia testa è invasa dai soliti angioletti e le solite pecorelle, se ti può interessare.- Dico.

-Perché non provi a pensare a te alla loro età.- Dice completamente a caso come se stessimo facendo un brain-storming.

-In che senso?- Chiedo non capendo il suo ragionamento.

-Beh uno dei primi Natali che mi ricordo ero io con il raffreddore e il naso che colava e tu che mi avevi raccontato una storiella soltanto vedendomi in faccia .- Cerco di ripensare a quel giorno ma al momento la mia testa riceve solo che nebbia fitta.

-Non ti seguo.- Dico.

Mick rotea gli occhio come per dirmi che è più semplice del previsto : -Da cosa eri fissata da piccola?- Chiede.

-Da Rudolph. La mitica renna di babbo natale.- Dico un po' confusa.

-E quindi che storia mai mi avrai raccontato?- Un lampo di genio mi passa per la mente.

-Rudolph, dal naso rosso!- Dico :- Era quella la storia! Era quella! Mick sei un genio, metterò in scena Rudolph dal naso rosso, i bambini si divertiranno e i genitori non vedranno le solite pecore.- Sorrido abbracciando il mio migliore amico per l'idea geniale.

Tutto sommato è a questo che servono gli amici, si aiutano nel momento del bisogno e come ogni volta Mick arriva sempre al momento giusto. Questa si che è la magia del Natale, o meglio , la magia di Rudolph.

Jingle drivers' bells (vol.3)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora