Capitolo 3

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Mentre camminava verso casa Ian vide che Mickey era ancora per strada, bevendo una birra e fumando, e lo stava fissando con un sorriso sulle labbra. Ian, quindi, decise semplicemente di ignorarlo, anche se Mickey continuava a fissarlo. Era un po spaventato, e quando si voltó vide che si stava dirigendo verso di lui, cosí si fermó a fissarlo.
"Che cosa vuoi ancora?!" lo guardava male, ancora dolorante per i calci avuti prima.
"Mi diverto, perchè? Ti do fastidio?" disse il ragazzo, bevendo dalla birra e guardandolo divertito.
"Sí, e tanto anche. Quindi lasciami in pace!"
"Peró, sei molto suscettibile devo dire!"
"Fanculo." Ian si voltó e riprese a camminare verso casa, ma Mickey continuava a seguirlo e a parlargli.
"Susu Gallagher! Corri a casina a piangere dalla mammina" Ian si bloccó a quelle parole, e si voltó verso di lui con gli occhi leggermente lucidi.
"Perchè?! Perchè ti diverti cosí tanto a dar fastidio alle persone, in particolare a me?! Cosa ti fa sorridere in tutto questo?!" Lo stava fissando sentendo delle lacrime scendergli sulle guance, e si stupí vedendo Mickey che lo stava fissando a bocca aperta senza parlare. Ma in quel momento l'unica cosa a cui riusciva a pensare era che si era stufato di tutti gli scherzi di quel ragazzo. "Si, perfetto, ora picchiami di nuovo! Magari rubami i soldi e vattene lasciandomi al verde!" notando che Mickey non gli rispondeva niente, sospiró e scosse la testa. "Sono felice che la pensi cosí." si voltó e riprese a camminare verso casa, notando che Mickey non lo stava piú seguendo. Arrivato a casa buttó la borsa a terra e si stese sul letto, gemendo per il dolore, quando vide entrare suo fratello Lip.
"Ian? Perchè stai piangendo?" si avvicinó al fratello e si sedettr sul bordo del letto, guardandolo "Che succede? Allora?"
"Mickey Milkovich. Ancora lui. Mi ha picchiato e mentre tornavo a casa mi ha infastidito. Ma tranquillo sto bene"
"Cosa?!" Lip si alzó e si mise velocemente una felpa "Lo concio per le feste adesso. Ha rotto le palle." si avvió verso la porta, ma Ian si alzò e gli corse dietro.
"No Lip aspetta! Perfavore no!"
"Che c'è?! Ti ha picchiato, deve pagarla!" lo fissava nervoso, incrociando le braccia sul petto.
"Lip... Non... Non voglio che ti fa del male perchè sono un bambino e non so difendermi. Perfavore non ci andare!" lo stava guardando preoccupato, tenendosi una mano sullo stomaco.
"Sei impazzito?! Stai tranquillo, io starò bene! Ma quel coglione non se la scampa cosí!" spostò in malo modo Ian, e corse fuori casa dirigendosi verso il quartiere dove abitava lui.
Ian non era preoccupato per il fratello, stranamente era preoccupato per Mickey. Non sapeva precisamente perchè, forse perchè nello sguardo che gli aveva fatto mentre parlava aveva notato un pizzico di vulnerabilità. "Cosa mi sta succedendo? Perchè sono piú preoccupato per quello stronzo che per mio fratello?" pensó. Ogni volta che pensava a Mickey gli si rigirava lo stomaco, le cosidette "farfalle nello stomaco". Non faceva altro che pensare ai suoi occhi di ghiaccio, quello sguardo in cui si perdeva sempre. Oppure alle sue labbra. Quelle labbra rosee che si mordeva sempre, inizió a pensare a come sarebbe stato avere quelle labbra sotto le proprie. Mentre pensava a tutte queste cose, capí perfettamente cos'era successo. Non sapeva di preciso grazie a cosa, ma si era innamorato di Mickey Milkovich.

Can Love Be Called A Mistake?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora