Capitolo 10

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Mentre Ian e Mickey guardavano tranquillamente la televisione, entrò Fiona sbattendo la porta e dando un forte schiaffo sulla nuca di Ian, prendendogli il telecomando e spegnendo velocemente la televisione.

"Ma che cazzo ti è saltato in mente!?" Gridò, fissandolo e poi fissando male Mickey "Tu! Stronzo, esci immediatamente da casa mia!!" Disse, afferrando Mickey per la canotta e spingendolo fuori di casa, sbattendo velocemente la porta e fissando Ian che le stava dietro, gridandole di fermarsi.
"Fiona!! Cosa ti prende?!"
"A me cosa prende?! Ho incontrato Terry Milkovich! Mi ha sfondato il parabrezza ed ha detto che ti sfonderà la testa!! Cosa cazzo ti è saltato in mente?! Sono sicura che è colpa di quel ragazzo, quindi ti vieto di vederlo!"
"Ho sedici anni cazzo, non puoi dirmi chi posso o non posso vedere!!" Gridò Ian, aprendo la porta e correndo dietro Mickey che si era incamminato verso casa sua "Mickey!! Aspetta ti prego! Ti supplico, aspetta!" Lo raggiunse e gli prese la spalla, e Mickey lo fissò con gli occhi lucidi
"Cosa?! Non posso stare con te!! E' pericolosissimo, vedi?! Mio padre ti ucciderà se ci rivede insieme! Ed io... Io non..." Si bloccò di colpo fissandolo negli occhi, scuotendo la testa.
"Non? Non cosa!? Mickey parlami!! Non puoi fare così!" Sentì le lacrime offuscargli la vista, mentre tremava fissandolo.
"Ian, è troppo pericoloso e basta. Non possiamo più vederci, mi dispiace!" Disse, scuotendo la testa e singhiozzando voltandosi velocemente, riprendendo a camminare. Ian non credeva alle sue orecchie. Quindi si erano lasciati? Davvero? Mickey l'aveva lasciato? Sentì le lacrime rigargli il viso, e singhiozzò forte.
"Davvero Mickey?! DAVVERO!?" Gridò, e senza pensarci si voltò prendendo a calci uno gnomo da giardino della casa lì vicino, scoppiando poi a piangere e voltandosi a fissare Mickey che si allontanava, voltandosi solo un attimo indietro solo per mostrargli gli occhi lucidi. Si voltò e corse verso casa, sbattendo la porta e spingendo via Fiona che lo guardava con gli occhi lucidi. Anche se non sembrasse, lei davvero teneva ai suoi fratelli, e vederli distrutti la faceva stare malissimo. Ian corse in camera sua, chiudendosi a chiave e buttandosi sul letto iniziando a piangere e nascondendo il viso nel cuscino, scuotendo la testa e tirando più volte su col naso. Non riusciva davvero a crederci. Mickey l'aveva abbandonato. Era stato l'unico ragazzo a fargli provare quelle emozioni, e l'aveva lasciato così su due piedi, per cosa? Paura? Mickey non era il ragazzo che aveva paura. Eppure, si era preoccupato per lui, non per se stesso. Si era preoccupato per Ian, che fosse pericoloso per lui frequentare un ragazzo come Mickey. Non riusciva a pensare ad un lato positivo in tutta quella faccenda. Prese il telefono e iniziò a mandargli dei messaggi su whatsapp, ma vedendo che non li riceveva iniziò a mandarne normali. Poi, iniziò a chiamarlo. Una, due, tre... Nessuna risposta per tre chiamate. Quattro, cinque, sei... Ancora nessuna risposta. Era terrorizzato all'idea che potesse essergli successo qualcosa. Terry era una persona pericolosa, come aveva dimostrato qualche ora prima. Solo per un figlio gay voleva spararlo. Che bel padre. Pensò ironicamente Ian. Dopo la dodicesima chiamata non risposta, sbuffò e posò il telefono sul mobiletto affianco al letto, chiudendo gli occhi ancora gonfi e rossi per le lacrime, cercando in tutti i modi di addormentarsi.

Mickey, intanto, si stava asciugando le lacrime poiché era arrivato a casa sua. Guardò il garage, la macchina del padre c'era. Sapeva che il padre l'avrebbe ucciso di botte, ma ormai non gli interessava più. Per lui la cosa importante era che Ian fosse al sicuro. Aprì la porta ed entrò in casa, fissando il padre e i fratelli in cucina che stavano bevendo delle birre. Cercò di non farsi sentire, ma il padre voltò velocemente lo sguardo. Il suo sguardo ghiacciato si fissò nei suoi occhi, e scosse la testa spaventato. L'uomo si alzò e fece uno scatto verso di lui, prendendolo per la gola e sbattendolo contro il muro
"Tu! Schifosissima scimmia succhiacazzi!! Hai anche le palle di tornare?!" Ringhiò contro il ragazzo.
"Papà!! Ti prego, ti prego non farlo. Io... Io non lo vedrò più. Eravamo ubriachi e..." Non riuscì a finire la frase che l'uomo gli diede un forte pugno nello stomaco, sbattendolo a terra e dandogli un calcio in faccia rompendogli il naso
"Mi fai schifo!! Tu non sei mio figlio!!! Ed io che pensavo di aver fatto un buon lavoro!" Gridò più forte, dandogli un forte calcio nello stomaco "Non sei un Milkovich, non sei di questa famiglia!!" In quel momento arrivò Mandy, la sorella di Mickey, che subito si abbassò vicino al fratello dolorante a terra, fissando male il padre
"Smettila!! Basta papà cazzo smettila!!" Gridò, e in quel momento il padre si fermò, sputando addosso al ragazzo prima di tornare in cucina e risedersi a bere, fissando i due ragazzi seduti con lui
"Andatevene, muovetevi!!" Quasi ringhiò, e i due ragazzi si alzarono velocemente andando nelle loro camere. Mandy aiutò Mickey ad alzarsi, e lo aiutò ad andare in camera sua, chiudendo la porta. Entrò in bagno, prendendo del disinfettante e dell'ovatta, iniziando a tamponargli il naso dal sangue. Per tutto il tempo Mickey era stato zitto, fissando il vuoto e sospirando. Appena la ragazza ebbe finito si alzò e se ne andò senza dire niente, semplicemente guardandolo e sospirando. Appena la ragazza fu uscita, lui si alzò e andò a chiudere la porta a chiave, per poi risedersi  sul letto. Prese il telefono e vide tutti i messaggi e le chiamate di Ian, e per la prima volta in vita sua scoppiò a piangere, posando il telefono sul mobile e singhiozzando forte, alzandosi e andando in bagno, fissando lo specchio. Aveva il naso sanguinante ed era pallido in viso, con gli occhi rossi e gonfi per le lacrime, e all'improvviso tirò un forte pugno contro lo specchio, facendolo finire in pezzi. Si fissò le nocche sanguinanti e strinse gli occhi, ma non per il dolore alla mano. Sentiva un forte dolore al cuore. Gli mancava Ian. Non pensava di sentirsi così solo a causa di qualcuno. Prese un pezzo di vetro, specchiandocisi dentro, e poco dopo posò il lato del pezzo sopra il polso, stringendo gli occhi e iniziando ad affondarlo nella pelle. Una, due, tre, quattro volte. Il sangue iniziava a colare nel lavandino, ma Mickey non si fermò. Arrivò al polso e si fermò. Il pezzo di vetro era completamente sporco di sangue, come il pavimento ed il lavandino. Sentiva il sangue denso e caldo colargli sul braccio. Quel dolore riusciva a non farlo pensare ad Ian. Ma no, proprio il fatto di smettere di pensarlo glielo rifece pensare. Aprì l'acqua bollente, e ci mise sotto il braccio tagliato. Gridò stringendo il pugno, e scosse la testa chiudendo l'acqua e fissando il lavandino ancora più sporco di sangue, per poi uscire dal bagno singhiozzante e dolorante. Si stese sul letto, ignorando il sangue che continuava ad uscire dal suo polso completamente tagliato. Si coprì fin sopra la testa, e chiuse gli occhi piangendo e tremando, per poi cadere in un profondo sonno.


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