Capitolo 1

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Mi chiamo Lucinda, ma tutti mi chiamano Lucy. Ho sedici anni, i capelli biondo scuro lisci e sfortunatamente ho le lentiggini (poche ma ne ho). Occhi castani grandi mi dicono, anche se per me sono solo gli occhiali a renderli così. Ho un naso all'insù e delle labbra sottili. Sono sempre stata una ragazza molto riservata, non troppo secchiona e soprattutto timida. Non ho mai avuto un ragazzo nella vita reale ma grazie ai libri ne ho più di uno. Si sono una Fangirl. Amo leggere. Amo immaginarmi come sarebbe la mia vita in quel determinato libro. Amo piangere quando il mio personaggio preferito muore e rivedere ogni tanto quella pagina, un po' ondulata e rovinata per colpa delle mie lacrime. Odio l'autore perché lo fa morire. Amo shippare le coppie più belle e improbabili. Ma soprattutto odio le persone che mi rovinano il finale.
Sto per iniziare il terzo anno di liceo. Sono sopravvissuta a questi due anni solo grazie all'aiuto della mia migliore amica Marika. 

Marika, o come la chiamo io, Ika è la ragazza più estroversa che io conosca. Ci conosciamo sin dai tempi dell'asilo, quando litigammo per un ragazzo di cui non ricordo neanche il nome. Ci odiavamo così tanto che alla fine non si sa come, siamo diventate amiche. Ika ha sempre avuto molti ragazzi. Uno al mese. Ha sempre cercato di farmi conoscere gente nuova, ma puntualmente un libro richiamava la mia attenzione e alla fine rimanevo a casa a leggere.

****

"Sveglia Lucy è ora di andare a scuola su!!" Eccola la mia sveglia personale chiamata Mamma.
"Lucinda Miriam Parker se non alzi subito quelle tue bellissime chiappette dal letto ti strappo tutti i libri!". Siamo arrivate sempre alla solita minaccia.
" mamma, lo so che non lo faresti mai e poi non ho un secondo nome!"
"Si ma per farti capire quanto sono arrabbiata ti chiamo con il tuo nome intero, ma visto che tuo padre non ha voluto darti un secondo nome, me lo sono inventata. Nei film vuol dire che la madre è moooooolto arrabbiata".
Era inutile discutere con mia madre di prima mattina quindi gliela do vinta e mi alzo dal mio bellissimo letto e vado dritta in bagno. Quando mi guardo allo specchio quasi salto. Ho i capelli pieni di nodi, una chiazza rossa sulla guancia a forma della mia mano (devo averci dormito sopra) e delle brutte occhiaie. Mi faccio di corsa una doccia, mi lavo per bene il viso e corro con l'accappatoio verso il mio armadio. È pur sempre il primo giorno di scuola, quindi decido di mettermi una gonna nera che adoro, una cannottiera a fiori che infilo dentro alla gonna, la mia collana con i doni della morte e le mie converce nera basse che metto sempre perché odio le ballerine mi fanno malissimo ai piedi. Ritono in bagno e metto un filo di correttore sulle occhiaie. Mi lavo i denti, mi faccio lo chignon e mi metto i miei occhiali da vista che odio perché mi fanno sembrare una professoressa. Saluto mia mamma che mi da l'imbocca al lupo e scappo di corsa a scuola non molto distante da casa mia.

Appena arrivo vedo Ika che parla ovviamente con un ragazzo che non avevo mai visto prima.
"LUCYYYYYY" grida la mia amica dall'altro lato della strada
"IKAAAAAA" corro verso di lei e ci abbracciamo così forte che credo di essere diventata viola in faccia.
"Lucy quanto mi sei mancata in questi tre mesi, vederti dal vivo invece che su Skype è tutta un'altra cosa. Cavolo ma tu ogni anno diventi sempre più bella". Adoro Ika, ma quando dice queste cavolate mi fa incazzare.
"Babbana stai zitta e non dire stupidagini"
"Vedo che sei sempre una fangirl, mi fa piacere ma questo vuol dire che non sei uscita neanche un giorno quest'estate vero?"
"Be.... io..... è uscita una nuova saga della mia scrittrice preferita Josephine Angelini.... e.... non ho resistito.... credo di essere una drogata"
"Ti prego non dire queste cose quando sei vicino a me. Comunque ti presento John un nuovo ragazzo"
"Un tuo nuovo ragazzo? " le faccio un sorriso malizioso che so che la farà imbestialire.
"SCEMA NO!!! L'ho appena conosciuto, era da solo, e così ci ho fatto amicizia..."
Sapevo benissimo che quella amicizia sarebbe diventata presto qualcosa di più.


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