Capitolo 28

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Dopo aver aspettato mezz'ora davanti alla fermata dell'autobus, io e Theo decidiamo di fare un tratto a piedi fino ad arrivare a due fermate dopo.
"Mi fanno male i piedi. Ma è sempre così? " mi chiede Theo sedendosi su una panchina.
"Si sempre e potrebbe continuare così ancora per molto" mi siedo vicino a lui mentre mi faccio una coda di cavallo.
"Ottimo. E se chiamassimo Miles o Jenna?"
"Scordatelo. Non devono sapere che stiamo andando da John" 

"Ok capito allora cerco sul telefono tra quanto arriva" mi dice, prendendo il suo telefono dalla tasca della giacca di pelle. Scrive velocemente sulla tastiera e fa scorrere il pollice sullo schermo diverse volte.

"Trovato! Em... qui dice che dovrebbe arrivare tra due minuti" mi dice mentre torna sulla schermata home del suo nuovo cellulare.

"Aspetta aspetta aspetta!" grido afferrando il suo iphone. Come immagine dello sfondo ha una foto di una ragazza con i capelli biondi in pigiama, su un divano che legge vicino alla finestra. 

"Ma questa sono io" esclamo sorpresa. Me lo ricordo quel giorno. Io e Theo non ci parlavamo. Era il giorno in cui gli avevo detto che la mia nuova casa era pronta. Non volevo leggere in camera mia perché era piena di scatoloni quindi ero scesa e mi ero messa sul divano. Ero così incazzata che non mi ero neanche accorta della presenza di Theo. 

"Mmm.... bhe... si..... non abbiamo una foto insieme, l'unica che ho di te è questa" si gratta la nuca. Fa questo gesto quando si vergogna o è nervoso. In quel momento scorgo l'autobus fermo al semaforo.

"Andiamo, ci manca solo che perdiamo l'autobus" dice Theo alzandosi e porgendomi una mano. Gliela stringo e corriamo verso l'autobus che sta per ripartire. Lo prendiamo giusto in tempo e ci mettiamo seduti infondo. Mi da un bacio inaspettato, poi mi sussurra "prima o poi dovremmo farci una foto insieme". Sorrido mentre gli do un bacio a stampo, che cerca di approfondire ma mi imbarazza davanti tutta quella gente e rimaniamo seduti mano nella mano a guardare fuori dal finestrino.

                                             ******

Scendiamo dopo dieci fermate e arriviamo davanti a un palazzo antico molto rovinato. Intorno ci sono solo dei secchi dell'immondizia che sono così pieni che la spazzatura è anche per la Non deve essere la zona migliore della città.

"é il palazzo vecchio, interno 2B" leggo sul telefono di Ika.

"Non voglio sapere perchè hai il telefono di Ika"

"Meglio così, almeno non ti devo uccidere" sorrido. Ci avviamo verso il portone arrugginito che con varie spinte di Theo, si apre. Arriviamo davanti all'interno 2B. Theo mi guarda preoccupato.

"Stai tranquillo, ho già picchiato una persona prima d'ora" dico facendo l'occhiolino.

"Che cosa?! Lucinda Parker, sono esterrefatto.... e dannatamente eccitato" sussurra l'ultima parte, mordendosi il labbro inferiore.

"Non lo troverai molto sexy quando gli darò un calcio là sotto" dico bussando alla porta. Theo adesso sembra più preoccupato di prima. Sulla soglia appare quel coglione di John che appena mi vede cerca di chiudere la porta, ma fortunatamente Theo riesce a bloccarla con un piede. 

"Ti conviene farci entrare. La mia ragazza picchia duro!" dice il mio ragazzo. Lo guardo in modo interrogativo e cerco di non ridere. 

Che c'è? mi mima con le labbra. Scuoto la testa e oltrepasso la porta per entrare, dando "accidentalmente" una gomitata nelle costole dell'essere che ha drogato la mia amica.

"Con permesso" dico, guardandomi intorno. L'appartamento non si può neanche definire tale. è un buco con si e no quattro mobili. Appartamento squallido per una persona squallida.

Theo entra e John chiude la porta un po esitante. Ci sediamo su un divano che sembra stranamente comodo e pulito che sfortunatamente si rivela duro e pieno di avanzi di pizza e lattine di birra. 

"Posso spiegare"

"Non ci interessa le tue scuse, quello che hai fatto alla mia amica è stato una cosa orribile e mio caro ti sei scelto la ragazza sbagliata con la migliore amica giusta. Se vuoi salvarti le palle ti conviene dirci tutto dall'inizio" mi metto dritta sulla poltrona e sento lo sguardo di tutti e due su di me . Mi giro verso Theo che trovo che si sta mordendo di nuovo il labbro. Sorrido pensando che non ho mai picchiato nessuno e che non sono mai stata così aggressiva in tutta la mia vita. 

"Ok vi dirò tutto ma tu biondina devi darti una calmata"


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