L'ambiente circostante era umido, dovunque si trovasse non batteva nemmeno un raggio di sole e per questo il freddo era tangente a contatto con la pelle. Eppure in quella strana umidità Kiyoomi sentiva un contatto caldo stringerlo a sé, come se attorno alla schiena avesse una coperta che lo tenesse al caldo. Aveva ancora gli occhi chiusi, cercava di riprendere coscienza ma era difficile mettere a fuoco tutto quello che era successo.
In quella stanza vi era un silenzio tombale, l'unico suono che riusciva ad udire era quello del suo respiro. Si sentiva terribilmente stanco, non provava alcun dolore fisico e fortunatamente non era ferito, ma sentiva il proprio respiro più fioco del solito. Lentamente si stava risvegliando, riuscì a riprendere coscienza e grazie a ciò riuscì a distinguere altri rumori attorno a sé. Riuscì ad udire il respiro di qualcun altro, insieme al suo sembrava che andassero all'unisono come se fossero legati. Cominciò a comprendere che quel caldo contatto che sentiva attorno a sé non era una coperta, ma delle braccia sconosciute che lo avvolgevano, quasi stringevano. Il capo era appoggiato su qualcosa di confortevole, mentre poteva sentire delle dita ignote farsi strada tra i suoi capelli e accarezzare dolcemente i suoi riccioli neri.
Dopo alcuni minuti di dormiveglia, Kiyoomi riuscì a trovare le forze per aprire leggermente gli occhi. Ancora non capiva dove si trovasse, ma era certo che era seduto per terra tra le braccia di qualcuno. Inizialmente non si preoccupò di chi fosse la persona che lo stava coccolando, quel contatto era talmente piacevole che sarebbe rimasto lì in eterno. I suoi occhi ancora assonnati e incapaci di mettere a fuoco scrutavano l'ambiente circostante, ciò che colse subito la sua attenzione furono delle sbarre che lo circondavano. Non vi era luminosità in quel luogo, l'unica fonte di luce derivava da alcune candele poste sui muri e da una minuscola fessura alta, anch'essa sbarrata, dalla quale entrava un filo di luce del giorno. Quando finalmente riuscì a distinguere l'ambiente circostante il moro capì di trovarsi in una prigione.
In mente cominciarono a tornare dei lampi di ricordi, scene nella testa di ciò che era successo prima che perdesse i sensi. La prima immagine che risaliva era quell'oscuro vortice di nubi, ricordava di averlo evocato ma non riusciva a darsi delle risposte. Non ricordava se era riuscito finalmente a liberarsi della sua famiglia o se era stato tutto un sogno.
D'un tratto, quasi d'istinto, Kiyoomi scostò le braccia che lo avvolgevano e si portò velocemente seduto. La vista della cella adesso risultava più chiara, intorno a lui vi erano delle pareti di pietra antiche e le sbarre che formavano la cella risultavano di un colore bizzarro. Il mago si voltò subito verso la persona che lo stava accarezzando poco prima e quando lo vide sentì il cuore in gola.
Aveva i capelli più scompigliati del solito, indossava solo i pantaloni mentre metà canotta era stata lacerata, mostrando liberamente il petto ben scolpito. Sul volto e sul corpo presentava numerosi graffi e alcune bruciature, gli occhi brillavano di un marrone intenso ed un sorriso si formò sul volto non appena lo vide sveglio. Dietro alla sua schiena però non vi era alcun arco.
Atsumu era seduto accanto a lui, non riusciva a capire cosa ci facessero lì dentro ma Kiyoomi si sentì improvvisamente sollevato.
<< Finalmente ti sei sveg- >>
L'arciere non riuscì a finire la frase che sentì l'altro avvolgerlo in uno stretto abbraccio. Kiyoomi si strinse a lui più che mai, affondò il volto sulla sua spalla lasciando che i propri riccioli gli solleticassero il mento. Non riusciva ancora a crederci, finalmente poteva riabbracciarlo liberamente. Finalmente era guarito, era tornato in ottima salute e si era salvato da quella tragica maledizione.
Voleva dirgli talmente tante cose che non sapeva da dove iniziare. Prima tra tutte voleva scusarsi per quello che gli aveva fatto, per non essere stato in grado di badare a lui e per aver lasciato che quella maledizione gli prosciugasse tutte le forze. Si sentiva terribilmente in colpa e non avrebbe mai voluto mostrarsi ai suoi occhi come il mostro che era. Voleva dirgli che gli era mancato, quei giorni senza di lui erano stati i più duri di tutta la sua vita, il pensiero di doversi sposare e rinunciare a tutto gli aveva lacerato l'anima. Voleva scusarsi perché alla fine aveva ceduto, era pronto a dover morire pur di non condannarsi a vita e con quel gesto avrebbe messo in pericolo anche Atsumu. Se non fosse stato per lui a quest'ora probabilmente sarebbe già morto. Non riusciva a descrivere a parole quanto fosse stato coraggioso in quell'azione, come sempre l'arciere l'aveva colpito per il suo coraggio e la sua forza d'animo e voleva ringraziarlo per tutto quello che aveva fatto per lui.
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L'arciere E Il Mago - Sakuatsu
FanfictionAtsumu è il cacciatore più abile del regno di Esarough, conosce ogni segreto della foresta ed è rispettato da tutti. Ma un giorno la sua vita viene stravolta da un incontro inaspettato che lo porterà ad avvicinarsi ad un mondo totalmente diverso dal...