Il soffitto di quella stanza lo opprimeva, quelle pareti e quei mobili impressi nella sua mente insieme ai dolorosi ricordi della sua vita passata gli mozzavano il respiro. I suoi occhi rivolti verso il soffitto mentre lasciava sprofondare il corpo sul letto, mentre la sua mente vagava nel passato che dopo anni era tornato ad essere presente. Il rosso predominava sia nella camera che in quella casa, se poteva definirla tale, mostrando così l'alto ceto sociale della famiglia, la sua eleganza e la sua nobiltà. Quella nobiltà, quel sangue che non aveva mai voluto.
Il ragazzo dai riccioli neri odiava qualsiasi cosa di quella stanza. Dal comodino in legno pregiato che ospitava sopra di sé un enorme specchio, nella quale il moro si era visto versare lacrime molte volte; dall'enorme letto che occupava gran spazio in quella camera, dalle lenzuola migliori del regno nelle quali si era coperto molti notti con la speranza di sparire per sempre. Persino la finestra decorata da lussuose tende, gli mostrava le colline sperdute nei dintorni nel quale non poteva andare, ma dove ardentemente avrebbe voluto. La cosa che detestava di più però era la porta che lo divideva dal resto della casa e che molte volte prese a calci, poiché costretto a rimanere prigioniero nella sua stanza dai suoi genitori.
Odiava ogni singolo oggetto, ogni singolo ricordo e soprattutto odiava la sua famiglia.
La famiglia Sakusa godeva del rispetto e dell'approvazione di molte famiglie nobili di stregoni. Era conosciuta da tutti per il proprio sangue puro che non era mai stato sporcato da nessun umano. Come da tradizione ogni figlio della famiglia avrebbe dovuto sposarsi con un nobile reale di altrettante famiglie di maghi. Avrebbero portato ad una prole, portando così avanti la dinastia di una delle famiglie più potenti nel mondo dei maghi. Solo un componente non rispettava le regole, infangando così il nobile nome dei Sakusa. Solo Kiyoomi rappresentava un fallimento per la sua famiglia.
Fin da sempre la famiglia viveva in una villa pregiata su un colle, era enorme e si mostrava in tutta la sua maestosità. Ai suoi piedi vi risiedeva un paesino di umani, era un paesino tranquillo ed inspiegabilmente coperto ogni giorno da nuvole nel cielo, rendendolo grigio e cupo. Non aveva un nome, ma viveva sotto lo stretto controllo della famiglia Sakusa.
Da ciò che ricordava Kiyoomi era sempre stato succube delle regole e delle pretese dei suoi genitori. Fin dalla nascita gli stregoni possedevano dell'energia magica dentro di loro, le prime dimostrazioni erano visibili all'età di tre anni, ma i Sakusa cercavano di far uscire quel potere ancora prima. Tra tutti e tre i loro figli, Kiyoomi fu il primo a mostrare il suo vero potere a quasi due anni. Per i suoi genitori rappresentava un forte potenziale, magari l'erede più potente tra tutti, ma al figlio più piccolo della nobiltà e del potere non glien'era mai importato. D'altro canto il piccolo Kiyoomi era un bambino come tutti gli altri, ciò che più gli importava era essere felice e voleva divertirsi come un normale bambino. Era stato da sempre affascinato da quel paese di umani sottostante, da quelle persone umili che vivevano in armonia e che sembravano svolgere una vita tranquilla e felice. Amava da sempre osservare da lontano come la vita scorreva in quel luogo, le persone andavano d'amore e d'accordo e sembravano ai suoi occhi felici.
Ricordava da piccino le passeggiate che intraprendeva in quel paesino. Aveva la sua piccola chiesa, un fornaio dove ogni mattina le persone si recavano per comprare il pane, un pozzo al centro della piazza e tutti i beni necessari di cui un paese aveva bisogno. Le persone erano sempre state a disposizione di ogni desiderio della famiglia Sakusa, erano gentili, forse un po' spaventate e agitate in loro presenza, ma negli occhi del piccolo mago sembravano essere brave persone. Quelle passeggiate con sua madre però erano rare, perché da famiglia nobile quale era bisognava passare il tempo con le persone di alto ceto sociale. E sopratutto bisognava allenare il proprio potere.
All'età di cinque anni il povero bambino era stato sottoposto a duri allenamenti per allenare sia il corpo che la mente. Lo costringevano a sprigionare tutto il suo potenziale, a praticare delle magie stancanti e faticose portandolo spesso a svenire dalla fatica o a sputare sangue dallo sforzo. Più cresceva, più le magie diventavano pericolose, tra il controllo della mente ed incantesimi di distruzione, i signori Sakusa non avevano timore di insegnare al loro figlio le basi della magia oscura. Spesso queste magie causavano del male al mago stesso che le evocava, molte volte Kiyoomi andava oltre i suoi limiti e rimaneva privo di ogni forza vitale. Per evitare ciò i suoi genitori gli insegnarono ad utilizzare tali incantesimi contro vari esseri viventi. Non solo animali, ma anche umani.
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L'arciere E Il Mago - Sakuatsu
FanfictionAtsumu è il cacciatore più abile del regno di Esarough, conosce ogni segreto della foresta ed è rispettato da tutti. Ma un giorno la sua vita viene stravolta da un incontro inaspettato che lo porterà ad avvicinarsi ad un mondo totalmente diverso dal...