Skylar's POV
Fu quasi preoccupante, il modo in cui Blake raccolse così facilmente uno dei minuscoli sassi dal terreno del cimitero mentre correvamo e lo lanciò contro la telecamera fuori dall'ufficio del sagrestano, mandandola in frantumi, il modo in cui ci trovò un taxi e si assicurò che l'autista non guardò a lungo il sangue sui miei vestiti e quello sulle mani di Blake.
Era stato bravo. In cambio, mi convinse che fosse già stato in questa situazione: molte volte per scappare così abilmente.
Non dissi niente, però. Tutto quello che feci fu fissarmi le mani -la mano che aveva tenuto una pistola pochi minuti prima- e anche se Blake me l'aveva ritirata, potevo ancora sentirla. Le mie mani tremavano ancora, notai, al ricordo di quell'unico sparo.
"Allora glielo diremo?" Blake ruppe il silenzio mentre teneva lo sguardo concentrato sulla nuca dell'autista. "Riguardo alla cosa che entrambi abbiamo visto che non deve essere nominata. Ma solo se--" Mi lanciò un'occhiata acuta. "--vogliamo entrambi che il caro fratello si sfoghi in una frenesia omicida. Vogliamo che accada?"
Espirai dal naso. "Di cosa stai parlando?"
Puntò gli occhi su di me. Alcuni fili biondi sfuggirono dal cappello che si era messo all'ultimo minuto prima che entrambi entrassimo in questo taxi. Un cappello che sapevo aveva rubato alla vecchia signora che li stava vendendo per strada a pochi isolati prima. "Diciamo a Caden che sua madre biologica è morta?"
Distolsi lo sguardo e mi guardai in grembo.
"No." Si strinse nelle spalle. "Capito."
Scossi la testa. "Non lo so. Glielo dirò. Ma...non lo so."
Blake non disse nient'altro. Neanche io. Non finché il taxi non si fermò davanti a una struttura buia e incombente simile a un palazzo -una che ricordai tardi- ed entrambi lo guardammo allontanarsi.
"Perché...siamo qui?" Guardai accigliata Blake che era in piedi accanto a me ed era impegnato a fissare la porta nascosta a pochi passi da noi. Una porta nascosta che conduceva alla cantina sotterranea in cui era rimasto intrappolato nelle ultime settimane. La stessa porta in cui ero caduta una volta. Mi ricordavo fin troppo bene di questo posto e dei boschi che lo circondavano.
"Le cose che facciamo per amore." Mormorò, con voce intrisa di evidente disgusto, prima di avviarsi arrancando verso gli alti cancelli di ferro che delimitavano la grande casa.
"Che senso ha avuto scappare quando sapevi che saresti tornato qui?"
Mi lanciò un'occhiata. "Vorrei farmi la stessa domanda."
Scossi la testa mentre lui spingeva i cancelli, le foglie che scricchiolavano sotto le nostre scarpe mentre si avvicinava alla porta d'ingresso e l'apriva. Non avevo pensato molto alle serrature o ai codici fino a quando gli allarmi non iniziarono a suonare a tutto volume nel momento in cui Blake e io superammo le porte ed entrammo in un enorme salotto familiare.
"Cazzo." Blake fece una smorfia e si infilò un dito nell'orecchio. "Chiunque abbia pensato che questo suono del cazzo fosse una buona idea è un fottuto perdente."
Sussultai al rumore e mi guardai intorno, spalancando gli occhi quando vidi qualcuno di familiare che usciva da un corridoio.
"Caden." Praticamente sentii le mie spalle cedere per il sollievo--tanto sollievo.
"Ah," Blake mormorò acido accanto a me. "Eccoci qui."
•••••
Caden era arrabbiato.
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Lost Heart | ✔ (Italian Translation)
Teen FictionEra trascorso un anno, Skylar Anderson frequentava la Philadelphia College of Arts e non aveva più nulla di cui preoccuparsi, a parte appisolarsi tra una lezione e l'altra. E la relazione non cosi semplice con il suo ragazzo: Caden Miller. La relaz...