Capitolo XVI - The day after

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Mi sveglio di colpo urlando, Aemond è sul letto, praticamente sopra di me, vestito di tutto punto
«Era solo un incubo» mi conforta mentre respiro rumorosamente, annuisco ancora stordita, mentre lui si alza e inizia a camminare nella stanza.
«Ti sei svegliata due volte stanotte, urlando, questa è la terza» la differenza ora è che è mattina.
Sempre lo stesso incubo, o meglio, ricordo di quello che è successo la notte scorsa.
Lo guardo andare avanti e indietro, nessun accenno al fatto che a ammazzato quattro uomini a sangue freddo
«Aemond» dico, lui non mi ascolta, continua a camminare «Aemond» dico ancora, così mi alzo «Aemond ascoltami» gli prendo il viso tra le mani «Sto bene. Ora sto bene. Grazie per essere intervenuto io...» balbetto, sono ancora spaventata, è successo tutto così velocemente, che non sono nemmeno riuscita a metabolizzare il tutto
«No, non stai bene Visenya. Loro ti hanno...» inizia, ma non voglio sentire una parola di più uscire dalla sua bocca «Basta» dico
«Voglio solo tornare a casa. Tutto qua» gli dico facendo un piccolo sorriso, lui respira rumorosamente per calmarsi ma annuisce.
Gli prendo le mani tra le mie e le osservo, tutte le nocche sono arrosate e sono piene di sangue
«Sistemiamo queste ora» lo conduco verso il bagno della grande stanza che Aemond ha pagato e inizio a medicargli le ferite.
«Non devi pensare a me» dice tirando via la mano, ma io la riprendo lanciandogli un'occhiata
«Si che devo. La moglie si prende cura del marito e il marito della moglie Aemond. Ci si prende cura l'uno l'altra» dico risciacquando le mani e iniziando a mettere delle bende
«Io non l'ho fatto. Sono arrivato troppo tardi» dice arrabbiato, tra poco distrugge il bagno, se non lo tengo fermo
«Sei arrivato al momento giusto» replico
«No, io...»
«Basta Aemond» gli tappo la bocca con il dito
«Niente di quello che è accaduto è colpa tua. Mi hai solo salvata, non ti addossare le colpe di altri» gli dico, annuisce debolmente
«Mi dispiace Visenya» sospira, ma non lo sopporto più, mi alzo di scatto e esco dal bagno, andando sul piccolo balcone su cui si affaccia la nostra stanza.
«E ora cosa c'è?» chiede Aemond raggiungendomi
«Smettila di sentirti in colpa, smettila di farti la colpa e smettila di dire 'mi dispiace'. Non sono una bambina, so quello che è successo e se continui a starmi addosso renderai tutto ancora più difficile» sospiro di scatto, solo ora rendendomi conto di come sono sbottata
«Quindi non devo sentirmi in colpa del fatto che non sono arrivato in tempo per fermare degli uomini che stavano stuprando mia moglie?» alza la voce
«Sei arrivato in tempo» replico
«No, non è vero. Secondo te non vedo come mi guardi ora? Con quello strato di paura negli occhi? Pensi che io possa farti una cosa del genere come loro?» la sua voce si incrina
«No» dico subito «Ho solo bisogno di un po' di tempo» aggiungo
«Allora lascia che ti aiuti. Siamo marito e moglie» prova ancora, annuisco e si avvicina, lo lascio avvicinare.
«Non devi avere paura di me» continua, annuisco sospirando, appoggia la fronte alla mia, chiudo gli occhi, questo sì che mi mancava. Mi fa sentire rilassata e al sicuro. Proprio quello che mi serviva.

Non sono mai stata così felice di ritornare ad Approdo del Re. Dopo il matrimonio e quello che è successo ad Harbor, l'unica cosa che mi serve è un po' di riposo.
Appena arriviamo ad Approdo del Re, però Alicent affida un compito ad Aemond e perciò deve partire per Lannisport, dove ha sede la casa Lannister, mi saluta brevemente e parte su Vhagar. In realtà non abbiamo parlato molto dall'altro giorno in camera ad Arbor, ci siamo scambiati poco più di quattro parole, sembra che siamo ritornati ad anni addietro quando non ci parlavamo.
Ho bisogno di parlare con qualcuno, ho bisogno di non pensare ad Aemond per ora. Eppure mi rendo conto che non ho amiche. Gli unici amici che ho sono i miei fratelli e con mia madre non posso parlare di certi argomenti, sopratutto con quello che è successo ad Arbor, andrebbe fuori di testa.
Mentre cerco alcuni libri da leggere dall'enorme biblioteca del castello, inveisco contro uno che mi sfugge di mano e cade a terra.
Qualcuno me lo prende e me lo porge.
«I libri non ti fanno nulla» sorride Helaena, sposando Aemond in teoria sono diventata come sua sorella e devo dire che non ho mai avuto una sorella e mi piacerebbe molto legare con lei, solo che non ne abbiamo avuto ancora l'occasione
«Già, a meno che non li lanci a qualcuno» ridacchio rimettendolo a posto
«Come è andata la luna di miele?» domanda
«Molto bene grazie» sorrido passando ad un altro libro, Helaena lo guarda «Alla fine della danza, i secondi figli salgono di un gradino più alto rispetto agli atri, per sempre» dice, parla del libro?
«Parli del libro? Sembra interessante» dico ma lo rimetto comunque a posto, Helaena sorride guardandomi
«Ti va di fare un giro?» domando, lei annuisce, così iniziamo a fare un giro per il castello e iniziamo a parlare.
Dopo diverse ore decidiamo di cenare insieme, trovo la compagnia di Helaena molto piacevole, abbiamo trovato una sincronia e mi fa molto piacere legare con lei.
«Mi fa molto piacere potere parlare finalmente con qualcuno che mi capisce. Ho solo fratelli maschi e questo è molto estenuante» ride come se mi avesse letto nel pensiero
«Ti capisco» sorrido

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Ehilà

Anche questo capitolo è un po' corto, ma è di passaggio, non preoccupatevi che Aemond torna presto.

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Al prossimo capitolo

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