.Giacomo.
Sono passati diversi mesi da quella sera, e ce ne sono state tantissime altre, ora Lee è ormai di nove mesi e la scadenza per il parto è vicina.
Mentre io sono a Roma per girare una nuova serie, lei invece è a Pitigliano, ma non è sola c'è la sua migliore amica con lei che mi ha promesso di chiamarmi non appena arriverà il momento, e devo ammettere che finché quella chiamata non arriverà, vivrò perennemente nell'ansia, ogni mattina mi alzo per andare sul set e la mia giornata di lavoro mi sembra interminabile.-Giacomo, ti vogliono al telefono, credo sia urgente!-.
Mi dice l'aiuto regista.
Istintivamente corro verso di lui prendendo possesso del mio cellulare.
-Isa, sei tu?-.
-Sì, sono io. Stiamo andando in ospedale, le si sono rotte le acque.-.
-Cazzo! Sono sul set....Passamela.-.-Amore...-.
Sento la sua voce sofferente e mi si stringe il cuore pensando che non sono con lei.
-Piccola mia, arrivo appena possibile, devo finire qui sennò mi licenziano...-.
-Lo so, tu finisci...Noi ti aspettiamo.-.
-Va bene, ti amo.-.
-Ti amo anche io!-.
Esclama lei facendomi sorridere.-Bene, facciamo queste ultime scene alla svelta che quando nasce mio figlio voglio esserci!-.
Esclamo tornando al mio posto, mentre i miei colleghi mi abbracciano congratulandosi.
Un ora dopo per fortuna abbiamo finito, applauso per la chiusura dell'ultimo ciak e scappo via verso la mia macchina.
Non appena esco da Roma, cerco di sbrigarmi il più possibile, probabilmente avrò preso anche qualche multa ma non importa, l'unica cosa importante è che sono finalmente arrivato a Pitigliano.
Entro in ospedale di corsa e trovo i genitori di Lee.
-È nato?-.
Domando loro.
Prima che possono rispondermi esce Isa.
-Giacomo menomale che sei arrivato! Vai da lei!-.
Mi incita ed io non me lo faccio ripetere due volte, indosso il camice blu igienico che mi danno gli infermieri ed entro in sala parto.
-Amore mio sono qua!-.
Dico alla mia ragazza avvicinandomi a lei, la vedo voltarsi e abbozzare un sorriso mentre si contorce dal dolore e urla..Leyla.
Non pensavo che avrei avuto così paura, che sarei stata così male senza Giacomo qui vicino a me, quando però lo vedo entrare nonostante i forti dolori non posso fare a meno di sorridere.
-Speravo troppo che riuscissi ad arrivare in tempo...Non mi lasciare...-.
-Mai, sto qui con te. Spingi piccola mia, e vedrai che finirà tutto presto!-.
Mi dice posandomi poi un bacio sulla fronte.
Comincio a respirare meglio e, spingo, ogni spinta è un dolore indescrivibile però, mi basta perdermi negli occhi di Giacomo per non pensare al dolore.
-Brava Leila, ancora una spinta e ci siamo!-.
Mi dice l'ostetrica.
Annuisco e continuo a spingere, fino a quando non vedo comparire mia figlia.
-È una femmina?-.
-Sì, è una femmina.-.
Mi dice porgendomela.
La stringo a me.
Mi volto verso Giacomo, ha gli occhi lucidi per l'emozione.
-È bellissima...Ha i tuoi occhi.-.
Gli dico sorridendo emozionata.
-È stupenda come sua madre, sei stata bravissima!-.
-Solo perché c'eri tu...-.
Lo vedo sorridere ancora mentre cerco le sue labbra con le mie, baciandolo dolcemente, fermo questo meraviglioso ricordo nella mente.
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OVUNQUE ANDRAI
FanfictionNapoli, Estate 2022 Leila è una ragazza di ventisette anni che ha avuto molte delusione, un matrimonio naufragato ancor prima di cominciare, la convivenza con un uomo che è riuscito a distruggerla mentalmente e fisicamente. Decide di rifarsi una vit...