19 ottobre 1943

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Mancano solamente tre giorni al 22 ottobre, data di scadenza del nostro ultimatum. Ritengo, ormai, ogni idea di collaborazione con i tedeschi e con i repubblichini immorale. Diciannove giorni fa avrei detto "ma certo che accetto, amici!", senza pensarci due volte. Avrei scelto il nazifascismo col sorriso nell'anima. Ma diciannove giorni possono cambiare un uomo, ve lo garantisco. Non potrei mai scegliere il nazifascismo, oggi. Non dopo i lavori forzati, non dopo aver visto morire soldati italiani come schiavi, non dopo essere stato privato della mia dignità, non dopo essere stato abbandonato in mano nemica dalla mia patria. Non dopo Michele. Ma devo pensare alle conseguenze di un no. Se sono fortunato, la guerra finisce presto e, se sono ancora più fortunato, i tedeschi si dimenticano di fucilarmi mentre scappano. Se sono sfortunato, fra quindici giorni, più o meno, cadrò in terra durante il lavoro, morto di fame. Nonostante ciò, sento che la mia coscienza mi obbliga a dire "no". "No" ai nazisti, "no" ai fascisti e soprattutto "no" alla guerra. Basta armi, basta morte.

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