Oggi i tedeschi ci hanno proposto di aderire alla nuova Repubblica di Salò, al nuovo fascismo, al Duce. In cambio potremo essere liberati e tornare in Italia, "dalle nostre famiglie", hanno detto. Naturalmente per "famiglie" intendevano "fronte orientale", ma non se la sono sentita di esplicitare il chiarissimo riferimento. Altrimenti possiamo sempre rifiutare e restare nelle mani dei nostri carcerieri, che diventerebbero, ufficialmente, anche nostri nemici. Bella scelta del cazzo. La padella o la brace? In termini di probabilità di salvarsi la pelle, penso che tornare in Italia aderendo all'Asse offra una possibilità in più: posso sempre tentare la fuga nei boschi, senza contare che i tedeschi non sono di certo famosi per la loro clemenza nel rapporto sorvegliante-internato. Abbiamo una settimana per decidere, è una scelta da fare con estrema attenzione. È senza dubbio la scelta più importante della mia vita.
P.S. Ore 2.30 del mattino circa: non riuscendo a dormire, ho finito per aprirmi il taschino dell'uniforme che ho addosso da 4 giorni. Dentro vi ho trovato un foglietto che non avevo mai visto prima. Leggerlo è stato come ricevere un destro dritto nello stomaco, ma un destro di Primo Carnera. Ricopio qui ciò che vi ho trovato.
"Cefalonia
Si spense in un lampo 'l cuore dell'uomo
che morte colse con occhio di scherno,
freddo, Settembre, preparava al 'verno,
lui cadde, udendo, dello sparo il suono.
Cadde quell'uomo, donando sua vita,
dubbio del dono almo suo 'l ricevente:
se per sua patria o pel duce 'l morente
ermo morì, o per l'amata fuggita.
Cadde rivolto all'odissèa terra,
mirando il sole che ad oriente nasce:
privo di tomba, di onori e di fasce
notte perpetua dormì a causa guerra.
Quale fu 'l fine del tuo esilio, o Cefalo?
Perché serbò per te Anfitrio tal banco?
Sì che t'offrì, uomo, un suol, ove stanco
perire, non natìo suol, non suol italo?
Misera pugna, di troppi 'l fardello,
ti presi, atroce, d'un padre la figlia,
empia ti presi, con immote ciglia
quei che 'l poeta chiamava fratello.
Schiavo mi resi, campagna di Grecia,
catena già grave ai miei piedi sta.
Ma schiava la mente, mai lo sarà:
piuttosto fuggovi in palude Stigia.
Quale il motivo onde onta t'assale,
patria d'eroi, di saggi e d'artisti?
Prima, dall'era del buio tu uscisti,
Or ti calpesta, sì, un bruto stivale.
Cadrò, ma non cadrò, no. Da qui in alto
io miro il mondo. Silenzioso è il pianto
in cui esplodo, e singhiozzo. Forse un santo
vede, ma è tardi: dalla sedia io salto.
Cadrò senza cader, ermo fra ermi,
guardando in ciel, ad un sol che non c'è.
Sola certezza, mia vita è per te:
Fratello, libertà, pace. Ma i vermi,
lenti mi mangeranno il cuore. Crollo,
e penso al caldo agosto, ma ho paura.
Arriva l'ora, ma il lume s'oscura:
Chissà se 'l suono udirò del mio collo."
Michele Martino
Ammetto di non essere un esperto di poesia, ma il senso generale è piuttosto esplicito. Michele stasera era più strano del solito, era troppo silenzioso... Si prospetta un'altra nottata in bianco.
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Pagine perdute di una scelta
Ficción históricaElaborato scritto vincitore del concorso della provincia di Roma "70 anni Resistenza. Una storia senza fine". Il testo racconta di uno degli ottocentomila militari italiani internati nei campi di concentramento nazisti dopo l'armistizio dell'8 sette...