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Piangere.
Non facevo altro ormai.
La cosa che più detestavo ora era parte di me.
E non si torna più indietro.

Chiamai mio fratello per la terza volta in un giorno. Stamattina mi mandò un messaggio dicendo che mamma era peggiorata, e da lì non feci altro che pensare a lei.
Apparve nello schermo, probabilmente stava piangendo, gli occhi rossi lucidi, e lui che nel profondo si imponeva d'essere forte  <<Chiara>> disse scuotendo la testa.
Bastò solo quel piccolo gesto a farmi intendere quello che non avrei mai voluto pensare.
<<No.>> scossi anch'io la testa, cercando di negare la realtà dei fatti
<<Non devi abbatterti. Devi essere forte cazzo. Promettimelo, ti prego...>>
Le lacrime iniziarono a segnare le mie guance, così srotolai la carta igienica che avevo affianco per asciugarle.
Mi ero chiusa in bagno, e cercavo di non provocare alcun rumore.
<<Non si promette se non si sa mantenere.>> Dissi con la voce spezzata, e poi mi soffiai il naso.
<<Chià devi esse forte, capito? Soprattutto ora, sfogati con chi vuoi, ma non alimentare queste emozioni negative, per favore. Vai ora>> attaccò, ed io mi abbandonai a tutte le mie paranoie.
Non ero pronta a uscire dal bagno, non ero pronta a dare spiegazioni, a raccontare cosa mi stesse succedendo, a mentire dicendo di stare bene.
Ma purtroppo prima o poi arriverà sempre quel momento. Quel momento in cui bisogna affrontare i propri problemi, le proprie paure. Quel momento in cui si diventa forti, sotto ogni punto di vista.

Aprii la porta e mi ritrovai di fronte Gianmarco.
Lo guardai, lui mi accarezzò una guancia, facendomi venire i brividi, e subito dopo mi abbracciò.
Carpe diem, quell'abbracciò era l'unica cosa di cui avevo bisogno in quel momento.
Non so perché ma iniziai a piangere, mi venne spontaneo, e non riuscii nemmeno a trattenermi.
Lo strinsi ancora di più e lui per reazione mi strofinò la mano sulla schiena.
<<È tutto ok, tranquilla>> piano piano ci staccammo e non esitai nemmeno un po' ad asciugarmi le lacrime. <<Cos'è successo?>> mi chiese, e come se ci conoscessimo da tutta la vita, mi misi a raccontargli per filo e per segno tutto, dall'inizio fino a qualche minuto fa. Senza vergogna e risentimenti.
Pensai fosse la cosa più giusta da fare e non mi sbagliai.

La giornata passò così, io e lui, a parlare di cosa ci passasse per la testa e di come ci sentissimo. Arrivammo anche a parlare di Fede e Piccolo G... mai mi sarei aspettata di "gossippare" con lui, ed è questo il bello: l'inaspettato.

Andando in fumo insieme | Gianmarco Petrelli Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora