Capitolo 1

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Luglio 1997


«Poteva morire.» La voce di Ron era rotta.

Hermione osservò il suo migliore amico, seduto sul letto di fronte a lei e piegato in avanti, con i gomiti appoggiati sulle ginocchia. Poteva vedere una piccola macchia umida sul pavimento, tra i suoi piedi. Un'altra lacrima cadde a terra, facendo appena rumore quando colpì le assi di legno. Allungò la mano e strinse il lato della sua coscia per sostenerlo. Era caldo, come lo era Ron.

Harry aveva una mano sulla sua schiena e il volto contorto dal dolore e dal senso di colpa. Sapeva cosa Harry stesse pensando. Era solo un orecchio, ma c'era mancato poco. George era quasi morto per poterlo trasferire dalla casa dei Dursley. Malocchio Moody era morto. Solo pochi mesi prima era morto Silente. Prima ancora Sirius. E i suoi genitori. Tutti per proteggerlo e per sconfiggere Voldemort, cosa che non erano nemmeno vicini a fare. Harry si portava sempre dietro quel senso di colpa.

«Harry?», chiese dolcemente. Lui alzò lo sguardo. «Hai quella foto dei tuoi genitori? Quella con i membri dell'Ordine?»

Sapeva che la teneva sempre con sé. Come il suo senso di colpa. Lui annuì senza rispondere e tirò fuori dalla tasca la foto piegata, porgendogliela. Si sedette sulla poltrona e la dispiegò delicatamente, scrutando i volti sorridenti e appena ventenni che avevano combattuto nella Prima Guerra Magica. Tra le persone ritratte nella foto, solo due erano ancora vive. Uno di loro era un Mangiamorte e l'altro era al piano di sotto, nella cucina di Tonks.

«Torno subito. Ron, vuoi che ti porti qualcosa da mangiare?»

Lui scosse la testa in silenzio e Hermione uscì dalla stanza degli ospiti, chiudendosi silenziosamente la porta alle spalle. Si sentiva sconvolta. Mentre i suoi piedi scendevano i gradini verso la cucina, la consapevolezza della realtà della loro situazione cominciò a spaventarla. Sì, l'Ordine era stato in grado di trasferire Harry, ma erano riusciti a malapena a tornare vivi ai rifugi e il loro capo era morto.

Di nuovo.

Tutto sembrava senza speranza. I suoi genitori erano in Australia e lei sentiva nello stomaco che gli adulti rimasti nella sua vita, quelli che stavano conducendo la guerra, coloro che avrebbero dovuto dare sicurezza e guida, non avevano idea di cosa fare.

Aprì la porta della cucina e fissò Kingsley Shacklebolt, Tonks, Remus Lupin e la professoressa McGranitt seduti intorno al tavolo. L'ingresso doveva essere stato silenziato, perché non aveva sentito la conversazione che si era bruscamente interrotta quando era apparsa. I quattro la guardarono, stanchi e diffidenti.

«Chi è a capo dell'Ordine adesso?», chiese.

Immaginò che si trattasse di Remus, ora che Moody era morto. La McGranitt era Preside di Hogwarts, Kingsley era pesantemente coinvolto al Ministero e, sebbene Tonks fosse un Auror, era ancora più giovane di oltre dieci anni rispetto a suo marito. E - in aggiunta Lupin non aveva attualmente un lavoro. A conferma di ciò, gli occhi di tutti si spostarono su di lui.

Remus non sembrò a disagio per il carico di responsabilità che gli era stato gettato addosso, ma era difficile capire se lo stesse nascondendo ora che lei si trovasse lì. Hermione si chiese se quei quattro fossero l'intera leadership dell'Ordine, seduti proprio lì al tavolo della cucina dei Tonks, o se ci fosse qualcun altro.

«Sarei io, Hermione», le confermò il suo posto tra le fila dell'Ordine.

Annuì e, non invitata, prese posto al tavolo della cucina. Remus la osservò con cautela, aspettando che spiegasse la sua intrusione. Lei non sapeva bene da dove cominciare.

From Wiltshire with Love | TRADUZIONEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora