Capitolo 10

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Jessica's POV

Passano le due settimane dopo l'incontro con lui e finalmente, domani, io e la mia famiglia ritorniamo a Londra. Spero la mia estate si concluda meglio, fino ad ora non ha avuto successo.

La prima settimana l' ho passata da sola, in camera, a leggere e rileggere il libro che mi avevo portato da casa, evitavo mia sorella e facevo di tutto per tenere la mente occupata, non volevo lasciarmi divorare dai pensieri, non sarei riuscita a sopravvivere, ma mi perseguitavano la sera, quando ero già in pigiama, stesa sul letto a fissare il soffitto; la mattina mi svegliavo distrutta, con gli occhi gonfi, le guance umide e le occhiaie. Avevo un aspetto orribile, neanche un po' di trucco avrebbe sistemato qualcosa.


La seconda settimana è andata meglio, ho recuperato coraggio e sono anche andata a fare un giro per la città, per fortuna non ho trovato nessun cartellone con scritto OneDirection sopra, mi ho preso un hamburger dal McDoland's ed il cameriere era molto gentile, mi ha anche offerto da bere e abbiamo chiacchierato un po', poi mi ha accompagnata a casa a piedi. E' qui che ci fu il dramma.

Nel tragitto dal ristorante a casa mia l'ho incontrato, ho incontrato lui.


''Jess, hey'' Sento quella voce che avevo dimenticato ormai, o almeno pensavo di aver dimenticato.

''Chi è?'' Mi sussurra Jordan. Strano che non sappia chi sia, è una famosissima pop star.

''Cammina, non fermarti.'' Gli afferro il braccio e lo tiro via, non voglio che Ha..lui...rovini tutti i progressi che ho fatto con me stessa in questi giorni.

Il mio passo diventa sempre più veloce e con il mio anche quello di Jordan.

''Jess, hey! Ferma! So che sei tu'' sento da dietro.

''Ma che..'' Cerca di dire Jordan, ma lo zittisco e scuoto la testa, gli darò spiegazioni più tardi, forse.

Alla fine sento un ultimo:''Ferma!'' e qualcuno che mi afferra il braccio. Ecco, so che quando rivedrò quei occhi crollerà tutto il lavoro fatto nelle ultime settimane, lo porterà via il vento e non so se riuscirò a riprenderlo.

''Jess..hey..ma.. chi è questo?'' Prima guarda me, poi squadra dalla testa ai piedi Jordan al mio fianco che mi tiene la mano. Io, d'istinto, la tolgo dalla sua presa, pentendomi subito dopo. Mi prendo un po' di tempo per riguardalo, maglietta bianca, jeans neri e stivaletti marroni, come sempre, però oggi il tutto è accompagnato da degli occhiali da sole e da un cappello nero, gli sta davvero bene, mi ricorda il cappello che gli avevo dato a casa di mia no..Non è il momento Jess, non è il momento. Inghiottisco le lacrime che minacciano i miei occhi e rispondo:''Non sono affari tuoi, ora lasciami'' Strattono il mio braccio dalla sua presa, riprendo la mano di Jordan e continuo per la strada.

Sento ancora la sua voce richiamare il mio nome, ma non mi giro, non voglio.


''Non mi dovevi delle spiegazioni?'' Sorride il ragazzo del ristorante. E' davvero carino.

''Si, scusa..Beh non c'è niente da spiegare, lui è solo uno sbaglio che non devo rifare'' Ho la schiena appoggiata alla porta di casa e Jordan davanti, un po' troppo vicino.

''Oh.''

''Già, ma è passato, non voglio essere di nuovo un giocattolo per lui..''abbasso la testa e per un' istante mi ritornano alla mente i suoi occhi, quegli occhi che cambiano colore a seconda del suo umore, il suo incasinato umore.

''Fai bene, non devi perdere tempo con persone così. Sei una bellissima ragazza e lui beh.. lui..'' Non ha coraggio di continuare, glielo leggo in faccia.

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