Capitolo 10

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"Cazzo" disse Davide dando un pugno sul tavolo, facendo sobbalzare tutti.

"Cosa?" chiese Flavio.

"La mora ci ha visti" rispose.

"Speriamo solo che non dica nulla a Giorgio, altrimenti siamo fottuti" continuò.

I ragazzi annuirono e andarono al piano di sopra.

"Filippo" Davide lo richiamò, facendolo fermare.

"Si?"

"Domani andrai al bar di Manu, okay?"

"Okay. Mi dovevi dire solo questo?"

Davide annuì e si precipitò al piano superiore e chiuse la porta della sua stanza. Si gettò a peso morto sul letto e cercò di addormentarsi, ma ogni volta che chiudeva occhio gli apparivano quei che l'avevano fatto innamorare. Si rigirò e si mise sdraiato di schiena, con le mani sotto la testa e fissava il soffitto nell'oscurità e pensava.

L'aveva sempre detto; l'amore ti fotte e lui si stava facendo fottere benissimo.

Anche se non stavano più insieme lui l'amava ancora e non ha mai smesso di farlo. Con questi pensieri si addormentò.

"Non puoi farci questo" disse Manu, che sarebbe scoppiata di sicuro in lacrime.

"Oh si che posso" disse il suo peggior nemico. E dire che una volta erano migliori amici.

"No, non puoi!" continuò a dire lei, lasciando che le lacrime le solcassero il viso.

Lui stava in piedi a vedere i due cugini che si scannavano a vicenda e non poteva fare nulla. Avrebbe peggiorato solo la situazione.

"Dimmi il motivo per cui non posso, sentiamo!"

Manu lo guardò spaventata. Lui annuì e le mise una mano dietro la schiena.

"Leva le mani da mia cugina, pezzo di merda"

"Giorgio, io.." iniziò Manu, che venne interrotta da un singhiozzo. "Io s-sono incinta" disse e abbassò lo sguardo, torturandosi le mani.

"Stai scherzando, vero?" chiese lui scioccato.

Lei scosse la testa in negazione, sempre con lo sguardo basso.

"Tu, vieni con me" disse Giorgio rivolto a Davide, che lo seguì in cucina.

Si svegliò di scatto, il suo petto si alzava e si abbassava velocemente e grondava di sudore.

Non può averlo sognato veramente. No, lui non aveva sognato quel giorno.

Cercò di autoconvincersi che non l'avesse sognato, ma lui sapeva perfettamente che l'aveva fatto.

Si sentiva male. Non l'aveva sognata da quel giorno e ora, dopo un anno, risogna quel giorno in cui la sua vita cambiò, di nuovo. Da quel giorno la sua vita tornò ad essere quella di un tempo; fatta di droga, alcool e puttane. Per lei aveva mandato a fanculo la banda e si era messo la testa a posto.

Si tolse di dosso il lenzuolo e si mise seduto, a gambe incrociate e si asciugò con il dorso della mano la fronte bagnata. Sospirò, si alzò e andò in cucina.

Si sedette sulla sedia e si prese la testa fra le mani. Continuava a pensare a lei, a quando lei le disse quelle tre parole.

"Amore, che succede?" le chiese, andandole in contro.

Era appena tornato a casa, e quando aprì la porta, invece di trovarla vuota trovò Manu sul divano, rannicchiata su sé stessa mentre piangeva e vicino a esso c'erano delle valigie.

"Piccola.." la richiamò e le alzò il mento con due dita. "Che succede?" le chiese di nuovo.

Lei si buttò letteralmente tra le sue braccia e lui la strinse più forte che poteva.

"D-Davide, i-io.." iniziò, ma un singhiozzo la bloccò.

"Tu..?" la incitò a continuare.

"I miei g-genitori mi h-hanno mandato v-via"

Lui la guardò confuso.

"Perchè?"

"Amore, ti p-prego, non lasciarmi" disse e si aggrappò alla sua maglia.

"Non ti lascierò mai, piccola"

Passarono un paio di minuti in silenzio. Si sentivano solo i singhiozzi della ragazza, che non volevano cessare, anzi, aumentavano ogni secondo che passava.

"Perchè i tuoi genitori ti hanno cacciato di casa?" le chiese, accarezzandole la schiena dolcemente.

"I-Io... Io sono i-incinta, Davide"

Quei pensieri se ne andarono quando sentì Pierfrancesco entrare in cucina.

"A che pensavi?" chiese piegando la testa verso destra.

"A niente" rispose facendo spallucce, mentendo.

Pensava a tante cose, a tutti i momenti belli e brutti passati con lei e lo stavano mangiando vivo.

L'amico inarcò il sopracciglio destro, e anche se sapeva che stava mentendo lo lasciò stare.

Filippo è uscito da 10 minuti, ha detto che stava andando al bar" disse e si sedette davanti a Davide, che annuì.

A Crash Like An HurricaneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora