Capitolo 8

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“Che dobbiamo fare?” chiese Filippo a Davide. 

“Dobbiamo farla innamorare di te, Fil” disse, dandogli una pacca sulla spalla. 

“Che cosa?” 

“Hai capito bene” 

“È un altro dei tuoi stupidi piani, vero?” 

“Oh no, questa volta funzionerà, me lo sento. Il suo adorato cuginetto deve pagare per tutto quello che ci ha fatto”

Filippo sospirò. 

“Come la incontrerò?” chiese a Davide. 

“Fatti venire un'idea tu, non posso pensare a tutto io” rispose. 

“Sei tu il capo qua. Devi decidere tutto tu” 

Davide sbuffò e iniziò a pensare. Tra una settimana ci sarebbe stata una festa, dove l'alcool e l'erba non potevano mancare, e di sicuro ci sarebbero stati anche lui e la sua banda. Magari sarebbe andata anche lei. 

“Hai presente che tra una settimana quel coglione di Daniele da una festa all'altra casa, no?” 

Daniele era un altro della sua banda e dal giorno prima stava nella loro casa sul lungo mare per sistemarla come si deve per la festa. 

“Mbe?”

“Di sicuro ci sarà anche la sua banda e potrebbe venire anche lei. Tu, accidentalmente le vai addosso, le chiedi scusa e te ne vai. Fino a qui ci sei?”

“Certo, non sono mica stupido” 

“Perfetto. Di sicuro lei lavora ancora al suo bar. Ti dico la via e tutto quello che devi sapere per arrivarci, tu vai, le chiedi un caffè e attacchi bottone; vedrai come si innamorerà” 

Perchè stava facendo innamorare la ragazza che amava, con un ragazzo che non l'avrebbe amata veramente? Poteva tornare da lei, dirle che la ama e che non ha mai smesso di farlo, ma no. Deve farla soffrire, ancora, solo per far soffrire il cugino. Gli faceva male, ma non poteva fare altrimenti.

Davide sospirò e si passò una mano sulla testa. 

“Non innamorarti, mi raccomando. Tu devi fare solo finta. Ci siamo capiti?”

“Certo, Dav” disse Filippo, dandogli una pacca sulla spalla. 

Davide andò in cucina, seguito da Filippo. Aprì il frigo e prese una Red Bull. 

“E a me niente?” 

“Certo, coglione. Tieni” prese un'altra lattina di Red Bull e la lanciò al ragazzo di fronte a lui, che la prese al volo. 

“Grazie bro” 

“Di niente” 

Filippo aprì la sua lattina e iniziò a sorseggiarla, sentendo l'adrenalina percorrergli tutto il corpo, per via del piano. Sapeva che questa volta il piano sarebbe andato a buon fine, ma aveva paura di una cosa; e se si sarebbe innamorato veramente di lei? Che cosa sarebbe successo? Davide sarebbe andato su tutte le furie, ovviamente. Lui l'amava ancora, e lui lo sapeva perfettamente.

“Ci andiamo a divertire stasera?” chiese Davide. 

“Andiamo in discoteca?”

“Ovvio” 

“A quale?” 

“Boh è uguale; basta che annamo a diverticce e a me va bene” rispose, facendo uscire fuori la sua parte romana. 

“Vado a chiama gli altri” disse Filippo, alzandosi e andò verso il piano superiore, dove avrebbbe trovato gli altri della banda. 

Finì la Red Bull, si alzò e buttò la lattina nel cestino della pattuniera e si avviò anche lui verso il piano superiore. Entrò nella prima stanza a destra, lasciò la porta aperta, e andò verso l'armadio da dove prese i vestitti che avrebbe indossato la sera per andare in discoteca. Prese un paio di pantaloni a sigaretta, una maglia a maniche corte bianca e come scarpe prese le superga bianche. 

A Crash Like An HurricaneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora