Sacrificare

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-Che ne dici di fare una passeggiata, Granger? Oppure tutti i miei baci ti hanno prosciugata?- domandò Draco, seduto sul divano rosso al mio fianco. Il suo braccio era languidamente abbandonato sulla mia spalla. Le sue labbra erano gonfie, forse per i troppi baci.

Sospirai e feci in modo che lui percepisse la mia finta stanchezza. In realtà l'euforia mi correva sotto la pelle. Come un piccolo serpente strisciante. Un paragone che mi trasmetteva sensazioni contrastanti.

-Lo so che lo vuoi- mi strizzò l'occhio. Io scrollata la testa, I capelli che mi finivano sugli occhi.

-E dove vorresti portarmi?- indagai, mantenendo un tono di finto distacco.

-È un luogo speciale... che dici, Granger? Lasci i libri e ti getti nel mondo delle avventure?-

-Posso rifiutare?- gli chiesi, ironica.

-No che non puoi- dichiarò.

-Sei insopportabile, quando fai così... ti odio- borbottai.

-Io di più- replicò, il suo sorriso carico di promesse. Poi si lanciò avanti, mi afferrò per il braccio e mi attirò a sé. La mia pelle sfrigolò al contatto con la sua. Ignorai il senso di turbamento. Era sempre la stessa storia!

Un'oretta dopo eravamo su un sentiero scivoloso

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Un'oretta dopo eravamo su un sentiero scivoloso. E io arrancavo, il respiro affannoso e le ginocchia molli.

-C'è una vecchia leggenda riguardo a questo posto- mi stava spiegando Draco,  diversi passi passi davanti a me. Brillava contro il cielo azzurro.

-Davvero?- domandai, ansante.

-Qualcuno sostiene che un sacrificio di sangue possa risvegliare un essere feroce che abita qua sotto-

-E tu mi porti in un luogo simile?- chiesi, senza quasi voce.

-Non avrai paura, vero Granger?-

-Io? Assolutamente no- ne approfittai per fermarmi e riprendere fiato. I polmoni mi bruciavano.

-Andiamo, Granger- si voltò verso di me, immobile come una statua, un piede avanti e uno indietro su quelle pietre tanto lisce da essere scivolose. Il sole lo illuminava tanto che la sua pelle pareva brillare. Come un sole. Ed era quasi impossibile guardare direttamente il sole, lo sapevo bene. Forse per questo dovevo lottare con l'impulso di distogliere lo sguardo.

-Non mettermi fretta- gemetti, sforzandomi di rimanere in equilibrio. Le mie scarpe scivolavano pericolosamente. No, non potevo...

Una pietra cedette. Aprii le labbra in un urlo muto. Mi sentii ricadere indietro. Allungai le braccia e cercai inutilmente di mantenere l'equilibrio. Io...

Qualcosa mi afferrò per il braccio e mi trasse a sé. Un istante e affondai in una giacca calda, profumata di frutti e incantesimi. Alzai lo sguardo, il cuore che batteva forte, e incontrai il suo sguardo. Un cielo in tempesta che lampeggiava furiosamente. Le ginocchia, già tremanti, diventarono di gelatina. Draco piegò le labbra in un sorriso crudele. Un taglio rosso in un mare bianco. Sussurrai il suo nome. Un sussurro inevitabile.

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