Confidenziale

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Ero confusa. Avevo bisogno di tempo per pensare. A me. A Draco. A noi due. A quello che era successo. Solo un po' di tempo. Il cielo sembrava una lastra di piombo che si stava colorando di nero. Presto avrebbe iniziato a piovere. E io non volevo certo trovarmi sotto un temporale. Mi guardai intorno, stringendomi nella giacca. C'era un bar a pochi metri da me. Avrei potuto rifugiarmi lì. Sì, non era male come idea. Mi avvicinai, le mani in tasca, la mente persa nei miei pensieri. La fronte mi faceva male. Era come avere degli aghi conficcati nel cervello. Il mio rapporto con Draco mi era sfuggito di mano. E sapevo fin troppo bene che non poteva durare. Certe storie nascono già finite. Inutile insistere, però...

Spinsi la porta che si spalancò con un cupo cigolio. Dentro il locale era quasi vuoto e male illuminato. Tavolini scuri erano disposti un po' ovunque. In fondo c'era il bancone. Mi guardai intorno e decisi di prendere posto in un angolo, dopo aver ordinato un caffè. Mi lasciai cadere su una sedia che scricchiolò in modo sinistro. C'era solo da sperare che non si rompesse sotto il mio peso. Al tavolino vicino al mio era seduta una ragazza dai capelli biondi e gli occhi grigi, che sorseggiava un succo di frutta. Sembrava anche lei pensierosa. A quanto pareva la felicità non era qualcosa facile da raggiungere. E io avevo bisogno di parlare.

-Quel succo di frutta sembra buono- tentai con un filo di voce.

La ragazza mi guardò. -Sì, in effetti- e non aggiunse altro.

Beh, se avevo imparato qualcosa era che bisognava tentare. -Una volta ero in vacanza con i miei genitori, siamo andati in Francia e ho bevuto un succo di frutta davvero buono... era alla fragola- tentai.

La ragazza dai capelli biondi mi sorrise. -Hai la faccia di chi ha bisogno di parlare-

-Già, in effetti... - ammisi.

-Sono indiscreta se ti chiedo cosa succede?-

Mi potevo confidare con lei? Non lo sapevo. Inspirai a fondo. La testa mi faceva male. -Ho un problema con un ragazzo- ammisi, appena un sussurro. Forse parlare con qualcuno mi avrebbe fatto bene. Confidenze. Qualcosa di confidenziale da raccontare. Sì, volevo confidarmi con qualcuno. Fu così che cominciai a parlare. Raccontai ogni cosa. Certo, dovetti modificare qualche dettaglio, ma la vicenda rimaneva all'incirca la stessa. Il mio rapporto con Draco. Il nostro continuo scontrarsi, la follia che correva ovunque. E poi le dissi di Ron.

-Lui è mio amico, ma io amo Draco- ecco, finalmente lo avevo detto. Fu come togliersi un enorme peso dalle spalle. -Troppe informazioni- mormorai -ho esagerato-

-No, no- si sporse verso di me e mi prese le mani, che strinse dolcemente nelle sue -bisogna confidarsi a volte-

-Lo credo anch'io-

Le sorrisi e sentii il cuore caldo. Finalmente ero onesta con me stessa.

-Sai anch'io ho avuto dei problemi in amore- mi confidò.

-Una materia complessa, peccato che non la insegnino a scuola-

-Hai perfettamente ragione- sorrise dolce -Dovresti correre da lui... certi amori... bisogna faticare per ottenerli, ma ne vale la pena-

Sì, quello era un consiglio sensato. Il più sensato che avessi ricevuto. -Comunque io sono Hermione- mi presentai.

-E io sono Annabeth- rispose lei.

Annabeth, un bel nome. Le sorrisi, la mente che già volava al futuro.

 Le sorrisi, la mente che già volava al futuro

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L'appartamento di Draco era illuminato. Lo potevo vedere stando in piedi all'angolo della strada, il cuore in gola e una strana agitazione che mi scuoteva il petto. Tornare o non tornare? Perché con lui era sempre così difficile? Inspirai a fondo, concentrandomi sul delicato profumo della notte.

E fu così che la vidi. Una figura che si muoveva dietro le tende, illuminato dalla luce artificiale della stanza.

Sentii i muscoli irrigidirsi, diventare di ghiaccio. Perché non era certamente Draco. A meno che non avesse assunto delle forme decisamente femminili. E non si fosse fatto crescere i capelli. Mi appoggiai al lampione, una mano contro il ferro gelido. Voleva dire solo una cosa... oppure ero io che sbagliavo. Sì, forse vedevo male... io... un'altra figura si avvicinò alla prima. Più alta, più muscolosa, con ciocche di capelli che si muovevano pigramente. Draco. Doveva essere lui. Sentii la gola stringersi in una morsa. Chi era l'altra persona... peggio... la ragazza? Schegge di gelosia. E la situazione non faceva altro che peggiorare. La vidi avvicinarsi, il passo leggero. Mi aggrappai al lampione, bisognosa di un appoggio. Non potevo più reggermi in piedi... stavo per crollare. E poi lui la prese per la vita e la tirò via... con sé. E io sentii il mio cuore ridursi in pezzi. Non attesi oltre, mi voltai e corsi via.

Il punto di vista di Draco

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Il punto di vista di Draco

-Pansy... che sorpresa trovarti qua- borbottai, guardandola diffidente. Sapevo che non si presentava mai senza un motivo. E soprattutto senza un piano. Mi appoggiai allo stipite della porta. Avevo ancora i capelli umidi per la doccia appena fatta. Quando aveva bussato avevo creduto che fosse Hermione. Chi altro avrebbe potuto essere? E invece mi trovavo davanti una Pansy sorridente... e certamente pericolosa. Lei era sempre pericolosa. Una Serpeverde. Proprio come me.

Pansy incurvò le labbra in un sorriso che mi fece paura. C'era qualcosa di inquietante in lei. Non era come Hermione. No, Pansy mi trasmetteva delle bruttissime sensazioni. -Dovevo vederti- mi disse, spingendo fuori la boccuccia come a mandare un bacio. Un bacio velenoso come il morso di una serpe. In fondo Pansy era una Serpeverde. E noi Serpeverde... beh, eravamo molto intelligenti e disposti a tutto per ottenere quello che volevamo. La domanda ora era solo una: cosa voleva Pansy?

-Perché dovevi vedermi?- le feci eco, con un filo di voce.

-Beh, non ti sono mancata?- piegò di lato la testa, ciocche di capelli che le ricadevano sulle spalle come piccole serpi.

-Sinceramente... no!- mi tirai indietro per richiudere la porta... e lei approfittò della mia distrazione per scivolare dentro la stanza. -Sei proprio noiosa!- esclamai. Naturalmente questo non fermò Pansy. Non la fermava mai niente a essere onesti. E poi c'era la sua orrida ossessione per me. Certo, ero bello, stupendo e intelligente, ma il suo comportamento era esagerato. Mi stava letteralmente ricorrendo. Non potevo andare avanti così!

-Quindi abiti qua- parole gettate in aria, quasi casuali. Fece scorrere il suo sguardo.

-Sì, abito qua, ma tu non sei gradita... vattene-

-E se non me ne volessi andare- si fermò proprio davanti alla finestra.

-Sarò costretto a portarti fuori io... di peso... e sai che non scherzo-

-Addirittura? Potrebbe perfino piacermi- mi fece l'occhiolino, accattivante e avanzò verso di me, con passo sensuale.

-Io ti avevo avvisata- mi avvicinai e... l'afferrai per la vita, trascinandola con me -adesso ti porto fuori di qua, di peso-

-Sei insopportabile- borbottò lei.

-Come te- e, senza neppure un indugio la condussi fuori dall'appartamento. Lei brontolò qualcosa, molto probabilmente un insulto.

-Te ne pentirai, Draco, io sono l'unica che possa capirti veramente-

-Allora mi limiterò a non essere compreso- replicai -addio, Pansy- e le chiusi la porta in faccia... la cosa mi rese felice. Molto felice. Okay, forse troppo felice. Ma non potevo farci nulla. Io amavo Hermione e lo avrei urlato al mondo intero.  Dovevo solo aspettare che tornasse.

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