23. Gioco sporco
« Facciamo sesso ».
Spiazzato, Draco impiegò diversi secondi per reagire. « Cosa? »
« Hm », scrollò le spalle, « ho detto: facciamo » esitò « sesso ». A ripeterlo, parve un'idea parecchio assurda anche a lui.
« Ti sei bevuto il cervello? »« Uhm ».
« Non ho intenzione di fare sesso con te, Potter! Toglitelo dalla testa! » Disgustato, fece una strana espressione storcendo il naso.
« Ma io ne ho voglia », pigolò il moro, poco incline ad arrendersi. « È, hm, frustrante » pausa « strusciarsi e basta ».Lo guardò male. « Puoi benissimo cercare qualcun altro con cui divertiti, finocchio ». Ghignò, « Io non mi spingo tanto in là con un maschio ». Lo disse con grande convinzione, perfettamente calato nei panni dello schizzinoso con una coscienza; ciò malgrado sentisse anche lui l'urgenza di darci dentro.
Non sapendo come ribattere, il Grifondoro tacque.« Comunque, ora vado ».
« Di già? »
« Te l'ho detto: non ho voglia di farlo, oggi ». Si alzò dal sofà e si diresse verso la porta.
« Ma―! Hm », non gli venne in mente nulla che potesse fermarlo, perciò, quando lo vide afferrare la maniglia, dovette accettare l'idea di lasciarlo andare. « Beh, ciao, allora ».
Uscendo, Malfoy buttò lì a sua volta un « Ciao » mezzo biascicato senza guardarlo in faccia.Procedendo nei corridoi, respirò profondamente nel tentativo di far sparire la brutta sensazione di ansia che l'aveva assalito. Era già da un po' che non si poteva definire sereno, ma la stupida proposta dello Sfregiato gli aveva decisamente dato il colpo di grazia.
"Fare sesso", pensò turbato, "ma che ha nella testa?" Non riusciva a capacitarsi di come potesse aver anche solo immaginato una cosa del genere: sin dal principio, una delle poche regole che avevano accordato era niente sesso. "Che razza di idiota".E benché si stesse dicendo queste cose, sotto sotto un nonsoché di strano cercava di ribellarsi – proprio quella ribellione interiore, per altro, l'aveva spinto ad uscire dalla Stanza delle Necessità. Era come se si trattasse di un istinto incatenato – l'ennesimo – e lui stesse tentando di impedirne la fuga.
Spaventato, non osò analizzare più a fondo la questione.* * *
« ...e farò come le altre volte, giuro! Non ti darò fastidio! » Con i pugni stretti, Marianna Monday lottava da un po' con Malfoy per ottenere il permesso di accomodarsi al suo tavolo in biblioteca.
« Non è giornata », borbottò lui, ed essendo quella la seconda volta che lo ripeteva, calcò sulla nota di disapprovazione nella propria voce. « Sparisci ».
« Oh, dai! » Fece imperterrita la ragazzina, « Janet non c'è, non voglio stare da sola! »
Al che, il biondo ghignò, sbottando: « Continui a nominarla come se sapessi chi è ».
« È una ragazza del quinto anno di Corvonero. Mi aiuta a studiare ».
Le rivolse un'occhiataccia, mentre il ghigno sulle sue labbra si ingigantiva. « Rettifico: » asserì, « continui a nominarla come se mi fregasse di sapere chi è ».
Marianna ignorò quel commento cattivo, tornando a pregarlo di lasciarla rimanere: « Per favore! » Dopo tutti i progressi che aveva fatto, non era per nulla disposta ad accettare di essere cacciata.
Lui, d'altro canto, era tutt'altro che intenzionato a dedicarle tempo. Non che avesse chissà quale maratona di studio da compiere, quel giorno, o comunque bisogno di concentrarsi in modo particolare, solo voleva godersi un po' di sacrosanta solitudine – la stupidissima proposta di Potter, quel suo facciamo sesso buttato lì come niente fosse, l'aveva decisamente scombussolato; erano già due giorni che lo evitava e che non si presentava alla Stanza delle Necessità.
E proprio mentre si faceva per l'ennesima volta i complimenti per essere riuscito a stare lontano da quell'imbecille, la vocina della biondina lo riportò brutalmente alla realtà: « Ti prego! »
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DRARRY//Le serpi non miagolano
FanfictionGuerra finita, normalità da ristorare. Cosa accadrebbe se, in un momento tanto delicato, l'equilibrio di Hogwarts venisse fatto vacillare... dalla letteratura? Dal prologo: "[...] non poteva fare a meno di pensare che quelli suoi e di Malfoy non era...