6.5 Scaricare lo stress

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Don't get me started
I'm trying to get a hold on this
 
{Non farmi parlare,
sto cercando di tenere le cose sotto controllo}
 
[No doubt – Settle down]

 

 

5.

Scaricare lo stress

 
« Si può sapere che ti è preso? »
 Guardando Hermione davanti a sé, Harry sospirò passandosi una mano sulla fronte. « Come ho già detto venti volte » fece con tono esasperato « non lo so »
        
Dopo il breve episodio nel corridoio, il gruppetto di Grifondoro aveva fatto ritorno in Sala Grande per proseguire la cena e, curiosi, tutti si erano messi a chiedere al moro cosa fosse successo e perché se ne fosse andato di punto in bianco. Lui era rimasto sul vago, etichettando la questione con un “niente di importante”.
        

« Hai seguito Malfoy, amico », gli aveva fatto notare Ron con la bocca semi piena, « non puoi negare che sia strano ».
        « Appunto », gli fece eco la riccia, « e non puoi non sapere cosa ti è passato per la testa quando l’hai fatto », borbottò ancora, convinta.
        La conversazione andava avanti in quel noioso modo da minuti, ormai.
        « Beh », riprese a dire Harry a bassa voce, « quello che potevo dirvi, ve l’ho detto. Ho semplicemente sentito, uhm, l’impulso di andare » indicò in modo molto vago la porta « e sono andato. Tutto qua ». Perché a loro risultava tanto difficile da credere?
 
 
        L’unica persona che non gli pose nemmeno una domanda fu Ginny che, mangiando in silenzio, si limitò a seguire tutti i suoi movimenti gli occhi. Sembrava pensierosa e anche un po’ preoccupata.
     

  Riprese a parlare solo durante il tragitto verso la Sala Comune: « Sono stanca », buttò lì tanto per attaccar bottone. Gli sorrise, « Dalla faccia che hai, tu lo sei più di me ».
        Lui ricambiò debolmente il sorriso. « In effetti non vedo l’ora di riposare un po’ », le disse, e la discussione morì lì, come se nessuno dei due avesse altro da aggiungere e non ci fossero più argomenti di cui parlare.

Si presero per mano, però.
   Una volta arrivati a destinazione, lei strinse la presa come a richiamare l’attenzione del ragazzo. « Ehi », bisbigliò.
        « Mh? » Si fermò e le rivolse lo sguardo, mentre davanti a loro Hermione e Ron avanzavano ancora e si sedevano sui divanetti.
        Ginny sospirò e: « Va tutto bene? » Chiese, seria.

     
  Harry, non riflettendo, sbuffò leggermente. « Sì, va tutto bene », rispose con sufficienza. « Quella che ho fatto prima era una cazzata, lo so ». Alzò le spalle, « Non serve che mi diciate quanto sia stato insensato, okay? Speravo che almeno tu non martellassi sulla questione ».

        Lei si sentì maltrattata: non credeva di meritarsi una risposta così sgarbata. Abbassò gli occhi lasciandogli la mano e mormorando: « Scusami ». Gli fece capire attraverso il tono di essersela presa e, senza lasciargli il tempo di dire altro, lo aggirò; salutò con un cenno il fratello e la sua ragazza poi, con un’espressione triste stampata sul viso, camminò veloce fino alle scale del dormitorio femminile e prese a salirle.

     
  Il moro non fece il tempo a fermarla. « Mi sa che ho esagerato un po’ », fece tra sé e sé, raggiungendo gli amici.
        Ron lo guardò male. « Cosa le hai detto? » Gli domandò, stranito dall’atteggiamento sospetto della sorella.
        « Credo di » esitò « averle risposto male ».
        « Vuoi che le dica qualcosa? » Propose Hermione.
        Lui scosse il capo, « No, tranquilla. Sistemerò la faccenda domani ». Lasciò cadere la testa all’indietro emettendo un versetto disperato. « Non capisco cosa mi sia preso questa sera », mormorò.
 
 

DRARRY//Le serpi non miagolanoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora