6. E=mc²

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Erano nel 5:30 e di Manuel, ancora, nemmeno l'ombra.
Simone era seduto sul letto di Manuel, ancora con i vestiti indosso, attento ad ogni minimo rumore proveniente da qualsiasi stanza.

Ma la casa senza di lui pareva deserta.

Non era più riuscito ad addormentarsi perché la paura che all'altro potesse essere successo qualcosa era troppo forte.
Il suo ultimo accesso continuava a segnare le 3:30 e il cellulare dava ancora la segreteria telefonica.

Aveva già mangiato tutte le unghie e tirato via tutte le pellicine: l'ansia lo stava divorando.
Decise di aspettare ancora, forse Manuel stava aspettando uscisse il sole per tornare a casa - lo sperava, almeno.

Tornò su WhatsApp a controllare le chat, pronto per rispondere male a Matteo.
Aprì la sua chat contenente tre nuovi messaggi da leggere: due scritti e un video da scaricare con scritto "Vedi che avevo ragione?".
Simone non capiva a cosa si stesse riferendo per questo decise di aprire il video, sicuro che contenesse la risposta alle sue domande.

Ma una volta aperto il video sentì l'aria venirgli meno.
Protagonista di quel video Manuel in primo piano intento a praticare del sesso orale a qualcuno non visibile in volto.
Simone chiuse immediatamente il video, si sentì una merda anche solo per averlo guardato.

Diede una veloce occhiata alle altre chat e ai social e sembrava che quel video avesse fatto un giro velocissimo tra le conoscenze in comune.

Ecco perché Manuel non rispondeva.
Ecco perché non era tornato a casa.

Simone prese le chiavi dell'auto e uscì di corsa.
Non sapeva dove cercarlo, non sapeva dove fosse, non ne aveva la più pallida idea.
Ma doveva essere distrutto. Doveva sentirsi umiliato, usato peggio del solito.
Manuel gli aveva più volte parlato di quanto male gli facesse quella fama, quella maschera da toy boy che gli si era venuta a creare e quel video in circolazione era la cosa peggiore che potesse succedere.

Perché adesso tutti lo avrebbero associato sempre e solo al sesso, ad un pompino fatto a chissà chi.

Simone sapeva c'entrasse Alessio, ne era più che sicuro o Manuel non sarebbe fuggito via da lui durante la festa.
Doveva averlo minacciato o chissà cos'altro.

Simone guidava con il cuore che gli martellava in petto, temeva il peggio.

Manuel era seriamente preso da Alessio e subire una cosa del genere, specialmente per colpa di qualcuno che ami e che credi ti ami a sua volta, doveva essere terribile.
Le parole di Manuel frullavano nella sua testa, la sua convinzione che Alessio non stesse con lui solo per il sesso come faceva chiunque, la sua voglia di amare e sentirsi amato davvero e non usato.
Nulla di quello si stava verificando.
E in più, conoscendolo, doveva anche sentirsi a disagio da morire.
Chi non si sentirebbe così?

Abbandonò l'auto in una stradina deserta per proseguire la sua ricerca a piedi.
Il tempo era terribile, il vento gli rendeva difficile anche avanzare e i suoi capelli volavano all'indietro.

«Manuel!» urlava, si guardava intorno lungo le strade della capitale, fermò pure due uomini chiedendo loro se lo avessero visto, gli mostrò una foto ma fu tutto inutile

Dove sei finito, Manu?

Se lo ripeteva in testa, sperava di trovarlo addormentato da qualche parte, sperava di ricevere una chiamata o un messaggio da parte sua.
Pensò pure di contattare Alessio in qualche modo, chiedere se fosse con lui, lo avrebbe di gran lunga preferito a tutti gli scenari che gli si stavano palesando nella mente.

Lo affrontiamo insieme, ti giuro, non sei solo.
Ma dove sei?

Provava a tenere l'ansia sotto controllo, continuava a ripetersi che l'avrebbe trovato.
Ma sapeva di star cercando un ago in un pagliaio. Roma non è un paesello e lui poteva essere, letteralmente, ovunque.

Coordinate || Simone x ManuelDove le storie prendono vita. Scoprilo ora