9. Amici mai

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Le settimane passarono alleviando alcuni pesi ma aggiungendone altri sulle spalle dei due ragazzi.

Manuel ritornò in camera propria, riprese a dormire sul proprio letto e ad uscire dalla propria camera senza aver paura di chi potesse incontrare nel corridoio; mentre Simone portò avanti le sue ricerche sulle borse di studio in Francia, era davvero determinato a partire e lasciarsi tutto alle spalle.

Aveva scambiato qualche parola con Manuel in quelle settimane, lo aveva visto scrivere parecchio, a tutte le ore: o sul cellulare o su dei fogli. Si era soffermato ad osservare la sua calligrafia scoordinata, scomposta, confusionaria immersa nelle numerose cancellature tra una parola e un'altra.
Ma, oltre a quello, si era anche reso conto stesse un pelino meglio rispetto a quanto ricordasse. E quello gli faceva piacere. Non lo odiava, quello mai. Aveva solo bisogno di staccare completamente il cuore dal suo.
Ma non era semplice vivendo nella stessa casa, per quello aveva bisogno di andare via il prima possibile per iniziare per la terza volta una nuova vita.

Aveva visitato i siti di varie università francesi, tra le più rinomate, e aveva cercato in questi i metodi per richiedere una borsa di studio. L'aveva già fatto quando era andato a Glasgow e ricordava ancora quella voglia che aveva di mangiarsi il mondo, quella curiosità che nasceva al pensiero di andare via di casa e scoprire posti e persone nuove.
E ricordava anche la delusione e la tristezza che lo avevano sovrastato quando si era ritrovato in camera sua a fare i biglietti per tornare a Roma, al punto di partenza.
Si era illuso fosse anche quello d'arrivo ma invece era solo stato il punto di mezzo tra una vita e un'altra.

E in quel momento, dopo aver finito di valutare tutti i pro e tutti i contro, scelse due università a cui inviare domanda. Se avesse ricevuto risposta da entrambe avrebbe scelto dove andare, se non avesse ricevuto alcuna risposta avrebbe cercato altrove.
Doveva solo aspettare, nonostante lui sentisse di non avere più tempo. Era come se costantemente in sottofondo ci fosse il ticchettio di un orologio, come se avesse costantemente davanti agli occhi una clessidra che ticchettava ad ogni granello di sabbia caduto.

«Simo» la voce del padre lo fece distrarre dal modulo che stava compilando con i propri dati

«Pà» si voltò appena verso di lui prima di dedicarsi nuovamente allo schermo «Ti serve qualcosa?»

«No» rispose subito Dante «Mi chiedevo solo che stessi facendo qui dentro da due ore» accennò una risata

«Sto inviando domanda a due università francesi» spiegò Simone «Sto compilando questo modulo per la Sorbona, devo capire se posso convalidare gli esami già dati a Glasgow, ho visto che qualcuno coincide. In fondo il programma è sempre lo stesso»

«Quindi sei deciso? Vuoi andartene?»

«Ti eri abituato ad avermi qua?» chiese Simone accennando una risata

«Un po' sì» rispose l'uomo stringendosi nelle spalle «E non sono l'unico»

Simone sospirò prima di inviare la domanda, sapeva a chi si stesse riferendo il padre e ne aveva già abbastanza di sensi di colpa a tormentarlo.
Ma lui pensava sempre troppo al bene degli altri e nessuno ricambiava mai il favore.
Voleva essere egoista per una volta.
Doveva farlo per sé stesso.

«Papà non immischiarti in questa cosa» disse Simone voltandosi verso di lui «È— complicata»

«Quando mai l'amore non lo è» Dante sbuffò una risata, chi meglio di lui potesse affermare una cosa del genere

«Sì ma adesso è diverso. Non è una cosa risolvibile. Abbiamo entrambi un passato che non riusciamo a mettere da parte, non ancora. Finiremmo per farci troppo male e mi pare che ce ne sia stato fatto già abbastanza»

Coordinate || Simone x ManuelDove le storie prendono vita. Scoprilo ora