L'idea di dover tornare a spendere sei ore con la testa reclinata sui banchi di scuola, per Manuel, era davvero un incubo. Il solo pensiero di vedere Lombardi tre giorni sì e gli altri due pure, gli faceva accapponare la pelle, creando un miliardo di brividi sulle sue braccia.
L'estate era volata, così come una manciata di sabbia sulle onde del mare, proprio come il vento che ti pizzica la pelle, tale e quale alla sua non-relazione con Simone, iniziata per caso e finita per errore. Un errore voluto che, desiderato più che mai, aveva riempito Manuel di molte più insicurezze di quelle che, da sempre, trovavano nella sua persona un gradito ospite.
«Un dito nell'occhio.» così Jacopo, tra un canestro e l'altro, aveva definito l'apparente fidanzato di Simone ai suoi amici – Matteo, Manuel e Giulio – che, come sempre, amavano fare chiacchiere sugli altri, quasi fossero un gruppo di ragazze. E questo aveva trafitto il petto di Manuel molto di più del silenzio glaciale che, per tre mesi, era stato calato tra di loro. «Nun ho capito che ce trova de bello in quello, c'ha proprio la faccia da pesce lesso, anche se, da quel che sento a scop-» i suoi commenti muoiono sotto la forte gomitata del ragazzo biondo riccioluto che «dei dettagli però, Jacopì, nun ce frega 'n cazzo.» smorza la situazione e, lievemente, indica Manuel col capo.
«Scusa ... » il corvino, con un sorriso sghembo sul volto, si accascia accanto all'amico moro, gli fascia le spalle col braccio, un pizzico sudato, per poi massaggiarle con premura. «Vedi che durano poco.» nel suo piccolo, forse con un commento non adatto, prova a consolarlo, conscio del sentimento che – nato da tanto e compreso da poco – gli faceva ribollire fino all'ultimo brandello di pelle. Ci stava male da morire nel vedere i frutti del suo atteggiamento codardo, Manuel era arrivato a odiarsi da morire, riscontrando nella propria figura il suo peggior nemico.
«Se raccoglie quel che se semina,» allarga le braccia, ormai arreso «io gl'ho fatto male e tu, Jacopo, lo sai meglio di tutti, quanto c'è stato de merda –non potevo pretendere che una persona mi stesse ad aspettare per tutto il resto della vita.» anche se ci speravo più di qualsiasi altra cosa «Mo, pe' piacere, possiamo cambia' discorso?» regala loro un sorriso sbilenco, raccattandone tre di rimando, uno più sincero dell'altro.
«Rivincita.» Giulio si fa forza sulle gambe e si alza. «In squadra con lui, però, adesso, ci sto io.» borbotta affiancandosi al ragazzo più alto che, praticando quello sport da ben dodici anni, spiccava sempre nelle partitelle che si contendevano, arrivando sempre primo quindi non pagando mai pegno per il quarto posto in classifica.
Allora disputano la partita ma l'umore di Manuel non pare risalire; rimane triste, a crogiolarsi nelle sue pare che, andando a braccetto con la sua testa, si divertivano a rendere ardua qualsiasi azione lui compiesse.
Nemmeno avrebbe accettato l'invito a cena a casa Balestra se solo avesse saputo della presenza di Simone e del fastidioso fidanzato: «George, George from Oxford.» ecco come si era presentato quello spilungone con un orrendo ciuffo biondo che, mal pettinato, ricadeva sulla sua fronte. Proprio lì si erano conosciuti quei due, a Oxford, nel mese di luglio quando, per uno scambio culturale, Simone e altri tre ragazzi del Da Vinci avevano passato un mese nel Regno Unito e adesso, dodici settembre, quattro studenti inglesi erano venuti a Roma per portare a termine il progetto. E, fra tutti i candidati disponibili, - si domandava Manuel - proprio George from Oxford doveva essere pescato? Evidentemente sì.
«So, do you eat pasta like us tonight?»
«Certo che I eat pasta.» sbuffa il ragazzo moro e riccio, conseguentemente cerca lo sguardo di Jacopo e «vado a pija' 'na boccata d'aria, in questa casa se soffoca.» ammicca, conscio che quel babbeo non possa capirlo ma, in cuor suo, Simone recepisca tutto – non che questo cambi qualcosa, sia chiaro.
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Midnights
FanfictionCollab tra scrittrici del fandom di un professore in cui si delineano storie sui simuel nell'universo dell'album midnights di Taylor Swift.