Glitch

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Gennaio

Manuel sta spegnendo la sigaretta nel posacenere blu sbeccato, quando il trillo del campanello lo distoglie dai pensieri.

La puzza di fumo che ormai impregna tutta la sua casa si propaga fino all'ingresso dove una ragazza dai lunghi capelli color cioccolato attende che il ragazzo riccio le apra la porta.

«Manuel, te movi per piacere?»

«Chì, non è giornata» borbotta facendo entrare l'amica per poi buttarsi sul divano accanto al tavolino dove poco prima bruciava quella sigaretta.

«So' cinque anni che non è giornata, Manuel»

E Chicca ha ragione, da quando Simone è partito nulla è più come prima. Le giornate sono monotone, grigie, senza uno scopo preciso. Alzarsi al mattino è sempre più faticoso, fare la spesa evitando accuratamente il reparto gelati - il preferito di Simone, ci passava minuti interminabili mentre Manuel terminava gli acquisti - è stressante e vedere i suoi amici che una volta erano loro lo fa ripiombare in un tunnel buio pesto dove l'unica luce che vede sono gli occhi grandi e luccicanti del suo fidanzato, se ancora può chiamarlo così.

Sono passati cinque anni in cui l'unica cosa che gli rimane del ragazzo, sono cartoline che gli arrivano saltuariamente da parti del mondo che l'altro ragazzo si ritrova a visitare per lavoro.

Simone e Manuel si sono promessi amore eterno cinque anni fa, in quell'aeroporto pieno di gente felice di partire per le vacanze, nessuno si è accorto che in quel luogo di felicità, in un angolo appartato c'erano due ragazzi che si stavano scambiando due pezzi di cuore con la promessa, che una volta ricongiunti, i pezzi sarebbero tornati al legittimo proprietario.

I primi mesi sono stati difficili ma a tenerli uniti c'erano le videochiamate interminabili fino a che uno dei due si addormentava, solitamente il primo a cedere era Simone, allora Manuel gli sussurrava che lo amava e, dopo averlo ammirato dormire beatamente per un po', staccava la videochiamata e si metteva a letto.

Le chiamate poi, sono diventate sempre meno, per via del fuso orario della nuova destinazione lavorativa di Simone era difficile trovare un orario che fosse comodo per entrambi e quindi, erano passati a scriversi messaggi, ma non era uguale. La risposta arrivava anche dopo dieci ore e come puoi trattenere una conversazione in questo modo? Semplice: non si può.

Da tutto a niente. Solo una promessa che Simone ripeteva a menadito ogni volta che ne aveva l'occasione "Ti amo e torno". Ed entrambi ci hanno sempre creduto.

Manuel conserva tutte quelle cartoline con la solita frase impressa sul retro con la penna blu inconfondibile di Simone, le guarda e le annusa per non dimenticare mai quel profumo che è stato casa fino a cinque anni fa.

Gli manca. Gli manca quel noi che sono stati e che probabilmente non saranno più. Non sa le intenzioni di Simone, vorrebbe sapere come sta, se preferisce ancora passare il Sabato sera in tranquillità o se ora passa le serate tra locali e discoteche. Non sa più niente Manuel.

«Manuel, perchè non gli scrivi una lettera?»

«Chicca non dire stronzate, non so neanche dove spedirla» sbuffa e accende l'ennesima sigaretta della giornata. I suoi polmoni vorrebbero urlargli di smetterla per quanto fumo inala, il suo respiro è sempre più affannato e due rampe di scale gli sembrano la scalata al Monte Bianco.

«Tu sai dove lavora, giusto?» annuisce «E quindi potresti spedirla lì 'Alla cortese attenzione del Dott. Balestra'» Chicca prova a smorzare quella tristezza che ormai risiede su Manuel da tempo, troppo tempo.

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