Una giornata difficile

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Di nuovo il prato illuminato dalla luna. Più avanti il giardino scuro si fermava e spuntava il sole. Che posto strano....il sole e la luna paralleli? Che buffo. Iniziai la mia passeggiata in direzione del confine. Sapevo che lui era lì. Pian piano mi avvicinavo sempre di più al punto di confine e sempre di più vedevo la sua sagoma. Era snella e lucente come se il sole lo illuminasse completamente. Il suo dolce sorrise, non so il perché mi riscaldò il cuore. Arrivata a pochi metri da lui sorrisi:" Ciao Signorino" dissi guardandolo negli occhi. Erano grandi e luminosi e trasmettevano un calore al mio cuore.

Non so cosa mi prese.

Mi diedi una spinta con le braccia nella sua direzione ma non sentendo le gambe caddi. E come sapevo già lui mi prese al volo:" Ma che fai sei impazzita potevi farti male...mi dici perché lo hai fatto? "

Sorrisi:"Volevo risentire il calore umano...è...è da tanto che non sento un calore diverso da quello della stufa o delle coperte e....mi piace...". Rimasi abbracciata a lui senza muovermi sempre con la testa appoggiata al suo petto. Di colpo la sua mano tocco la mia fronte:"Signorina sei sicura di star bene?" . Era quella voce chiamata apprensiva? Che strano, non mi dava l'effetto noia come quando me lo diceva Lulu, sembrava come se lo avessi già sentito quella voce dolce era come se l'avessi sentita alla mia infanzia ma, per mia sfortuna non mi ricordavo nulla. Forse lo avevo già incontrato? Oppure avevo visto un ragazzo simile? Non mi feci altre domande, alzai lo sguardo verso di lui e risposi:"Non ho nulla"

"E invece per me hai la febbre". Non risposi. Svenni e l'unica cosa che vidi alla fine fu il viso di un dolce bambino uguale al Signorino urlare il mio nome.

Mi risvegliai nel letto della mia camera. La testa mi faceva male e gli occhi mi bruciavano. Avevo pianto.

Suonai il campanello per chiamare Lulu che arrivò in quattro e quattrotto. Arrivata aveva la colazione in mano ma era diversa dal solito. Quel giorno stranamente era un pezzo di torta del latte e una mela, che oramai era d'abitudine. Mangiai piano e dissi a Lulu di ringraziare la cuoca per la torta. Lulu dal giorno prima aveva cambiato atteggiamento. Era solare più del solito, mi sorrideva spesso e quel giorno mi aveva addirittura chiesto cosa volevo per pranzo che di solito lo sceglieva lei. Mi cambiò e addirittura cambiò i vestiti da mettermi. Mi mise un vestitino a fiori arancione e dei braccialetti gialli colorati e una collanina.

"Come mai oggi mi hai vestito così? "

"Oggi signorina volevo vederla vestita per bene visto che ieri....ecco mi ha ringraziata e volevo anche usare tutti quei vestiti che non le facevo mai mettere e inoltre..." non la feci neanche finire che sorridendo stanca le dissi:" Grazie, grazie mille Lulu, ora per favore potresti prendere il termometro, mi sa di non star molto...bene"

"Subito Signorina, lei per favore non si azzardi ad alzarsi per mettersi sulla sedia a rotelle potrebbe farsi male, arrivo subito" e detto questo uscì dalla stanza.

Il sole splendeva più del solito o era solo una mia impressione?

"La signorina si è ammalata?" disse la sua voce dallo specchio. Era arrivato.

"Sì" risposi tranquilla:" A quanto pare mi è venuta la febbre, ma non fa niente potrò vedere questo bel sole fuori dalla finestra"

"Non puoi mai uscire?" mi chiese lui pensieroso.

"No, è vietato a causa della guerra e dei bombardamenti quindi non si potrà mai uscire fino a quando la guerra non finisca" risposi tristemente guardando al di fuori della finestra. Dentro di me però sapevo che la guerra sarebbe finita solo quando io non ci sarei stata più. Non sarei mai potuta uscire, non avrei mai potuto giocare fuori a palla con Lulu o raccogliere i fiori. Io sapevo tutto questo eppure non mi interessava dirglielo, meglio vivere gli ultimi giorni così che in altri modi. Dopotutto non stavo soffrendo sono sicura che se morirò sarà mentre io dormo e vivrò in un lungo lunghissimo sonno, come la bella addormentata solo che lei dormiva solo 100 anni, io per sempre. Lulu tornó con il termometro in mano e intravidi fuori dalla porta anche una bacinella d'acqua. Mi misuró la febbre che era a 38.5°. Come sospettavo fuori dalla porta c'era una bacinella d'acqua congelata con all'interno uno straccio che poi mi fu messo sulla fronte.
"Ora signorina è meglio che rimanga a riposare un po' e se la febbre non migliora chiamerò il medico". Io annui. Prima che uscisse le dissi:"Lulu,....mi-mi fai un favore" lei senza pensarci un attimo si girò a guardarmi e quando le chiesi di mettermi vicino al letto lo specchio senza pensarci due volte me lo mise davanti e sorridendo uscì. Che cameriera strana, per tutti questi anni non faceva altro che piangere o essere triste e ora sorrideva. Che strana sensazione avevo nel cuore, era come gratitudine, che bello vederla sorridere per me.
"Sono io o ho visto affiorarle un sorriso Signorina?" Domandò il Signorino. Ecco un' altra cosa strana, Signorino e Signorina. Solo in quel momento mi domandai perché rispettavo la cosa di chiamarlo così ma quel pensiero se ne andò subito e risposi alla sua domanda:"Bè che c'è di male, si e ne sono felice"
"Non ti ho mai visto sorridere mai in tutta la tua vita"
"Ah, quindi mi perseguiti da tutta la vita. NON SI FA!". Lui si mise a ridere. Avevo azzeccato. Lo guardai un ultima volta e poi riguardai fuori.
"Mi farai mai venire lì nel tuo mondo?" Gli domandai con un fil di voce. Non so da dove fosse venuta quella domanda ma...non so ero molto curiosa su quel mondo con il sole e la luna paralleli.
"Perché?...perché vuoi venire?" Mi chiese guardando improvvisamente a terra, o almeno il pavimento della mia stanza.
"Sono curiosa e poi....mi piaceva vedere il sole e la luna paralleli era così surreale ma...allo stesso tempo bellissimo". Non rispose. Guardai e lui era sparito. Mi aveva lasciata sola. Di nuovo solo.
Tornai a guardare la finestra e poi non vidi più nulla perché il dolce sonno mi avvolse, così mi addormentai.
La dolce voce di Lulu mi stava svegliando dal mio torpore. Aprì gli occhi e davanti a me oltre a Lulu c'era anche il dottor Johnson. Il dottor Johnson è il medico che mi ha fatta nascere e che mi ha visto crescere al posto di mii padre. È dolce e affidabile e si prende molto cura di me.
Tentai di mettermi a sedere ma un conato di vomito improvviso e un potente giramente giuramento di testa, ricaddi con la testa sul cuscino gemendo.
"Oh Signorina!" Disse Lulu e di seguito il dottore mi disse:"Signorina, non si sforzi di alzarsi la febbre è salita velocemente e dobbiamo stare attenti". L'unica domanda che mi passo in nente fu:"Quanto....quanto tempo ho dormito?" La risposta non mi preoccupó certo poco:"Ecco ha dormito ben tre giorni". Di nuovo. Avevo di nuovo rischiato di rimanere addormentata per sempre. Ormai succedeva spesso. Mi saliva la febbre, mentre addormentavo e subito dopo rimanevo...com'è che si diceva? Ah, sì in coma per almeno uno o due giorni al massimo ma stavolta ero andata oltre.
"Lulu...per...per favore, portami fuori all'aria aperta...ti prego" dissi quasi in lacrime volevo vedere un'ultima volta il mio mondo prima di lasciarlo. Lulu non rispose guardò in basso r poi il dottore che faceva gli stessi suoi gesti. Non sapevano cosa fare, ma ero già certa che la risposta fosse stata la stessa. Non ce la feci più. Per la mia prima volta in assoluto piansi davanti a Lulu e al dottore. Iniziai a piangere come una fontana, diventando tutta rossa e triste. Lulu e il dottore rimasero impietriti e poi Lulu si mise anche lei a piangere. Iniziò ad abbracciarmi e a coccolarmi per farmi smettere ma io non ce la facevo. Dovevo tirar fuori almeno la metà della mia tristezza perché non ce la potevo fare davvero più. Mi buttai tra le braccia di Lulu, e continuai a piangere. Con la coda dell'occhio gonfio vidi il Signorino, sorridere ma sapevo che stava per piangere anche lui. Continuavo a bagnare la maglietta di Lulu, addirittura tutti i servi salirono a vedere cosa succedeva e vedendo me in lacrime, iniziarono ad abbracciarmi. Andò avanti così per un po ' fino a quando non urlai la frase che lasciò di stucco tutti quanti quasi me compresa:"RIVOGLIO LA MIA MAMMA" gridai con tutta la voce che avevo in corpo e poi svenni, ma non del tutto. Ci sentivo ancora e infatti sentì cosa si dicevano Lulu e il dottore.
"Dottore cosa le è successo non ha mai fatto così!"
"Non saprei, qualcosa sta cambiando in lei, deve dire immediatamente a suo padre che sua figlia sta incominciando a star male per sua madre"
"Lo so, ma il padre della Signorina non è ancora pronto a parlare con sua figlia di sua madre"
"MA DEVE ALMENO TORNARE E PARLARE CON SUA FIGLIA CAVOLO!"
"Lo sappiamo e ha detto che tornerà prossima settimana sempre se lei ha voglia di rivederlo". Volevo rispondere che lo volevo rivedere che volevo abbracciarlo e coccolarlo che rivolevo mio padre accanto a me. Alla fine svennì completamente.
Aprì gli occhi e vidi il viso di un bambino piccolo in lacrime. A quanto vedevo eravamo nel mio giardino col sole che splendeva. Chi era quel bambino e perché piangeva? Tra poco lo avrei capito e avrei ricordato una cosa che non avrei mai voluto rivivere....

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