Un dolce incontro

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Mi sono svegliata in camera, da sola come sempre. Chiamai Lulu per dirle di farmi portare la colazione, ma nell'aspettarla andai allo specchio. Scesi dal letto e mi misi sulla carrozzina. Davanti allo specchio rimasi di stucco. La mia pelle non era chiara e bianca ma era un po' arrossata come se...nooo era impossibile, non mi era mai successo.
Lulu entrò dalla porta con la colazione:latte, biscotti e una mela per la mia salute. Non sapevo perché me la dava ogni giorno ma non contraddivo. Mangiai in silenzio mentre Lulu prendeva i miei vestiti, ovviamente erano un vestitino nero, un fiocco viola da mettere al collo e due nastri rosa da mettere sulle braccia:" Signorina, potrei farle una domanda? " disse di colpo Lulu e così io accennai ad un sì con la testa:"Percaso è arrossita un po' perché la sua pelle pallida ha un rossore come se si fosse vergognata, è così? ". La domanda stranamente mi diede fastidio e così in modo freddo come ghiaccio risposi:" Lulu, per cortesia evita di fare una domanda del genere perché è una cosa completamente impossibile, quindi non farla più". Lulu si zittì e mi cambiò in fretta per poi andarsene e poi lasciarmi di nuovo sola. Sola in quella triste stanza, finché una voce non parlò:"Non è stato molto carino parlare a lei così, povera ragazza si vuole rendere utile e tu la offendi così". Non capii chi aveva parlato, o almeno in che direzione veniva.
"Chi sei?" Urlai spaventata. Mi guardai intorno ma non vidi nessuno:" Calmati, non sono mica un fantasma, piuttosto impara a stare più tranquilla che non sei bellissima con lo sguardo accigliato". Solo in quel momento riconobbi la voce, era il ragazzo del mio sogno. Continuavo a girarmi e rigirarmi fin quando finalmente non lo vidi. Era oltre lo specchio, a braccia incrociate e sorrideva. Aveva un sorriso molto simile al mio. Era come nel mio sogno, alto, bello con dei capelli biondi corti e due occhioni giganti. Non so il motivo, sentì subito che quel rossore sul mio volto ma tentai di cacciarlo con le mani:"Cosa vuoi da me?" Risposi in modo freddo, ma girandomi dall'altro lato.
"Che ragazza fredda. Guarda che non si risponde così sai?" Rispose lui, ma non con rimprovero ma ridendo. Che ragazzo strano, ridere mentre sgrida una persona, mi prendeva in giro?
Senza indugi glielo chiesi:"Mi prendi in giro per caso?". Ovviamente lui non rispose, sorrise e basta e quel gesto mi irritò molto. Dal nervoso, e per fargli un dispetto, tentai di tirare un pugno allo specchio, ma non funzionò. Lui fermò la mia mano non so in che modo ma non ritrassi la mano. Per la prima volta sentivo un calore, e non il solito calore proveniente dal piatto caldo o di una ciambella di Lulu, quel calore era di un altro corpo umano. Avrei tanto voluto sentire più calore e come se mi avesse letto nel pensiero, mi diede uno strattone rischiando di farmi cadere a terra, ma lui mi afferrò e mi abbraccio. Io non sentivo le gambe sotto di me dalla vita in giù, ma sapevo di essere in piedi e di essere sorretta da un'altra persona che non era la mia badante. Quel dolce calore come per magia mi fece venire un brivido alle gambe, ma solo per un momento. Eravamo lì uno abbracciato all'altro come se lo specchio non esistesse, come se quella stanza fredda in cui ero sempre rinchiusa non esistesse. Un calore, uno diverso mi faceva compagnia in quel momento e non so perché speravo di averlo sempre accanto a me, ma non lo dissi. Dopo qualche minuto in cui lui sorreggieva, per mia sfortuna si separò da me e con delicatezza sulla carrozzina e con una voce calda com'era stato quell'abbraccio disse:"Spero che questo calore abbia sciolto almeno un po' quel freddo. Sai, volevo farlo già ieri ma non mi fidavo a farlo sai E...."
"FERMO!!!" Urlai sapendo cosa stesse per dire:" Non chiamarmi per nome....non mi piace il mio nome....lo odio..." dissi abbassando la testa, cupa.
"Come mai? È così un bel nome" disse lui guardandomi:" O almeno io so solo l'inizio del tuo nome potresti dirmelo per intero? "
"No....odio il mio nome...perché lo ha scelto mio padre...lui che..mi odia e non mi vuole vedere...non ti dirò il mio nome tu chiamami solo Signorina, lo preferisco" dissi triste e a bassa voce. Odiavo il mio nome, e dopo la mia risposta mi aspettavo un'altra molto orribile, ma invece lui disse:" Okay, tu allora chiama me Signorino, solo fino a quando vorrai dirmi il tuo nome, quando ti deciderai io ti dirò il mio. Affare fatto?" Disse sorridendo e allungando la mano.
"A...affarre...Fatto" Risposi titubante e allungando la mano debolmente. Lui la afferrò e la strinse:" Ora però,mi faresti un sorriso?" Disse mettendomi l'altra mano sopra e così io approvai e gentilmente sorrisi.
I nostri sorrisi erano simili, solo che il mio era malatuccio mentre il suo sano e forte. Lui era in piedi, con un colorito scuro e forte, io ero pallida, su una carrozzina senza forze. In poche parole eravamo il contrario.
Iniziai ad allontanarmi verso la finestra per vedere come sempre il triste e noioso passare del sole per poi scambiarsi con la luna, ma Signorino mi fermò:" Ehi, ferma, dove vai?"
"Vado alla finestra a guardare il sole che si muove, perché?"
"È triste, stai con me a chiacchierare, ci conosceremo meglio, ti va?" Chiese lui, stupendomi un po', ma accettai lo stesso dopotutto il giorno era scuro e non avevo voglia di dormire:"D'accordo, chiacchieramo un po' se proprio devo" e così mi avvicinai a lui con la carrozzina, davanti allo specchio. Che strano non vedere il mio riflesso, ma quello di un altro.
"Di cosa parliamo?" Mi chiese guardandomi. I suoi occhi brillarono di un viola lucente, dolci e infantili, mentre ricordando i miei li vedevo che erano grandi e freddi:"Cosa ti....piace fare?"domandai abbassando la testa. Forse lui poteva fare più di me ma la risposta mi fece almeno un po' sorridere:" Mi piace molto leggere....a te piace leggere?" Mi chiese.
Io annuii. Chiacchierammo un po' e scoprii che il Signorino ama molte cose che piacciono anche me. Alla fine della chiacchierata lui scomparì e io mangiai. Chissà come mai il cibo mi sembrava più buono quel giorno. Appena Lulu mi tolse la roba e mi cambiò non so come mai, ma pensai a quello che mi aveva detto il Signorino quella mattina, che dovevo ringraziare tutti quelli che facevano qualcosa per me. Così, prina che Lulu uscì la fermai e, rossa come un pomodoro dissi:"Lulu...G-grazie per tutto quello che...fai per me...". Vidi Lulu sorrudere e fare un cenno che voleva dire-di niente ora a dormire- e così ubbidì. Quel giorno erano successe tante cose e avevo fatto un dolce incontro che avrei rivisto per un bel po'. Chiusi gli occhi e mi preparai al mio secondo miglior sogno della mia vita.

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