LONG ISLAND, CAMPO MEZZOSANGUE | 8:37, 28 SETTEMBRE 2007 | CHADIA REID
DI TUTTO IL Campo, le parti preferite di Chadia erano di sicuro i campi di fragole e il laghetto delle canoe. Il muro dell'arrampicata si rivelò una delusione — se l'era immaginato con molta più lava, e molto più alto. Non ci mise più di dieci minuti a salire e scendere.
Al laghetto, le Naiadi a quanto pare l'avevano riconosciuta come figlia di Teti, e le avevano dato un'accoglienza stranamente calorosa. Le avevano parlato con le loro vocine acute e le avevano detto che sarebbe stata la benvenuta se mai avesse voluto venire a vivere nel lago con loro, proposta che al momento sembrava molto allettante, vista la Cabina Uno. Will a quanto pare non aveva capito una singola loro parola, perchè la guardò come se si aspettasse una traduzione da parte sua.
I campi di fragole, invece, avevano qualcosa di rilassante che non riusciva a spiegarsi. Si era sdraiata sull'erba mentre il figlio di Apollo le raccontava aneddoti successi al Campo che non era riuscito a raccontarle il giorno prima — tipo di quella volta che Percy fece esplodere il bagno mentre una figlia di Ares di nome Clarisse era stata sul punto di ficcargli la testa nel gabinetto.
Alle nove Chadia aveva il Consiglio, quindi il figlio di Apollo l'accompagnò fino alla Casa Grande. Fuori, sul portico, c'era uno dei due ragazzi del giorno prima — Lee, forse? — con le mani nelle tasche e lo sguardo basso. Si stava dondolando sui talloni, ma appena li vide arrivare parve mettersi sull'attenti. Alzò una mano in segno di saluto, facendo un piccolo sorriso. Sembrava una persona ancora più pacata di Will.
«Ehy,» esordì. Sembrava un po' imbarazzato, mentre guardava Chadia. «non ci siamo ancora formalmente presentati. Io sono Lee Fletcher, e sono il capo-cabina della Cabina Sette, quella di Apollo.» per un attimo le porse la mano, ma poi la ritirò. Forse non sapeva bene che fare.
Chadia annuì e provò a sorridergli leggermente. «Chadia Reid. Piacere.»
«Lee, posso lasciarla nelle tue mani?» fece Will. «Ora devo andare in infermeria, il mio turno inizia tra poco.»
Lee annuì, e suo fratello li salutò per poi dirigersi verso l'armeria, zoppicante. Rimase un silenzio imbarazzante, interrotto dalla figlia di Teti, che salì le scale del portico. «Allora,» mormorò. «il Consiglio è dentro, giusto?»
Il figlio di Apollo annuì, le labbra strette. Ora che Chadia lo guardava più da vicino, poteva notare che era più pallido di Will, e che i suoi occhi erano castani. Oltre a questo, un'altra cosa che lo distingueva da suo fratello era il fatto che fosse uno stangone. La superava di almeno trenta centimetri, e nonostante fosse chiaramente più grande la bionda lo prese come un affronto personale da parte della Maledizione dello Stige. Ecco, ora ti metto vicino a gente che è più grande di te ed è già cresciuta, gente che al contrario tuo a diciassette anni dimostrerà diciassette anni.
«Aehm,» la ragazza aveva già varcato la soglia, quando Fletcher la fermò. Sembrava che volesse dire qualcosa da quando si era presentato, ma stando zitto stava veramente facendo la figura del baccalà. «senti, noi... noi della Cabina di Apollo abbiamo parlato, ieri sera.»
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𝐇𝐀𝐏𝐏𝐈𝐄𝐑 𝐓𝐇𝐀𝐍 𝐄𝐕𝐄𝐑¹ - pjo saga
Fanfiction❛when i'm away from you, i'm happier than ever wish i could explain it better i wish it wasn't true give me a day or two, to think of something clever to write myself a letter, to tell me what to do❜ «Senti, Lem...