happier than ever

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"i don't relate to you
i don't relate to you, no
'cause i'd never treat me this shitty
you made me hate this city..."

















——— EPIGRAPH I

NEW YORK, MANHATTAN | 18:53, 21 DICEMBRE 2004 | CHADIA REID

FU SOLO QUANDO anche l'ultimo sfidante cadde a terra con un rantolo, mentre gli usciva sangue dalla bocca, che Chadia riuscì a respirare normalmente di nuovo.

«Madre,» annaspò, guardando la donna. Sua madre la guardava con disinteresse dalla sua piattaforma all'ombra, come al solito, e sembrava averla sentita a malapena. «avevi promesso che per il mio compleanno avrei finito prima.»

«Finisci quando lo dico io.» il tono della donna non ammetteva repliche. «E poi, come fai ad essere già stanca?»

«Il fatto che io non possa morire non vuol dire che sia instancabile.»

«Tuo fratello non ha mai fatto storie. Tutte le volte che combatteva, che fosse stato per secondi, minuti oppure ore, era instancabile.» dietro a Chadia si aprì un altro cancello, nell'arena, e sbucò un tipo due volte più grande di quelli che lei aveva combattuto fino a quel momento. «Dopo di lui, ce ne saranno altri dieci. Poi vedremo se farti combattere anche contro i leoni.»

«Ma io non ne posso più!» la bionda si sfilò l'elmo e allargò le braccia. «Vado avanti da ore, non mangio né bevo da stamattina e avevi anche promesso che avremmo finito prima, non--»

«Se dico che devi ancora combattere, allora tu continui a combattere!» la corvina si alzò dalla sua sedia e si sporse oltre il parapetto, guardando severa la figlia. «Smettila di discutere, oppure impiegherai ancora più tempo del solito.» poi aggiunse, più calma: «Tuo fratello avrebbe fatto in due ore quello che tu hai fatto in nove.»

«Io non sono lui!» gridò esasperata sua figlia. «Non sono brava come lui! Sono più piccola! Non ci posso fare niente se--»

«Piantala.» la voce venne dall'uomo di fianco a sua madre. Era decisamente più alto di lei, con un'armatura greca in cuoio e i capelli rossi. Aveva una brutta cicatrice che passava dal mento e arrivava fino al labbro. «Ti stai solo mettendo in ridicolo, non fare la bambina. Continua a combattere e finiamola in fretta.»

«Ma non--» Chadia venne interrotta dai passi pesanti dell'ultimo gladiatore che era entrato nell'arena, che aveva — malauguratamente per lui — deciso di prenderla alle spalle. Lei si girò come un fulmine e gli ficcò la sua spada in gola in un attimo. «Ma non lo vedi che stavamo discutendo?!» gli gridò contro, mentre lui cadeva a terra con una mano sul collo e le mani piene di sangue.

«Vedo che le forze perdute ti sono tornate.» la madre di Chadia si sedette di nuovo sulla sua sedia, con quella postura regale che sembrava quasi seguirla dovunque lei andasse. E, mentre il cancello in fondo all'arena si apriva di nuovo, le disse: «Cerca di sbrigarti. Sarebbe un peccato se tu saltassi pure la cena.»





𝐇𝐀𝐏𝐏𝐈𝐄𝐑 𝐓𝐇𝐀𝐍 𝐄𝐕𝐄𝐑¹ - pjo sagaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora